In attesa di capire se la Serie A riuscirà a ripartire davvero entro la fine di maggio, è già possibile delineare alcuni scenari su come sarà il calcio italiano da qui alla fine del 2020.
I quattro recuperi più le dodici giornate che mancano per finire il campionato di Serie A verranno giocati tutti a porte chiuse. Sarà possibile seguire il calcio solo in televisione, e come accaduto in Juventus-Inter prima dello stop forzato sarà un calcio diverso. Il rischio di una “modalità allenamento” è insito in una partita da giocare senza tifosi. Si ascolteranno le voci dei calciatori in campo, e sarà più facile per gli allenatori dare direttive tattiche. E anche quelle lì verranno ascoltate praticamente in tempo reale dai telespettatori.
Le partite sono destinate a diventare più lunghe. Vista la necessità di giocare dodici turni di campionato in meno di due mesi, ci saranno numerosi turni infrasettimanali. Lo sforzo fisico per i calciatori sarà molto alto e per questo motivo verrà con ogni probabilità accettata la modifica regolamentare con l’aumento da tre a cinque sostituzioni. Ogni cambio vale 30 secondi di recupero, e gli allenatori quando si troveranno in vantaggio non mancheranno di spezzettare il gioco usufruendo di tutte e cinque le sostituzioni. Se si aggiunge il VAR e a giugno inoltrato e a luglio i “cooling break” per il caldo eccessivo, le partite sfioreranno probabilmente le due ore.
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Serie A, basta abbracci dopo i gol?
Il virologo belga Marc van Ranst ha detto che i calciatori per una maggiore sicurezza dovrebbero giocare con le mascherine. Una proposta irricevibile, a quel punto tanto vale non giocare. I medici sportivi hanno confermato l’impossibilità di indossare le mascherine semplicemente perché a ogni contrasto potrebbero saltare. Ai calciatori verrà chiesto di evitare i soliti baci e abbracci dopo i gol. E dopo i numerosi casi di positività in Serie A, probabilmente staranno più attenti da questo punto di vista.
Infine la domanda più scontata che si pone anche l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Cosa accadrebbe in caso di positività al coronavirus di un calciatore? “Si fermerebbe temporaneamente la preparazione della squadra coinvolta, se il caso venisse fuori nel ritiro, e si rifarebbero i tamponi a tutti, per verificare che nessun altro avesse il coronavirus. Ripartiamo, ma senza illuderci che il campionato si completi, troppe variabili”.