La Serie A si prepara a ripartire, ma la politica frena. Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, pensa che fare la corsa per fare riprendere il più presto possibile il calcio non sia di certo una priorità rispetto a temi più importanti: «Considero molto difficile la riapertura per il calcio e questo dibattito non lo ritengo prioritario» ha detto a RaiNews24. «Gli stadi pieni li vedremo solo quando saremo in piena sicurezza e cioè quando ci sarà un vaccino. Penso che anche per le partite a porte chiuse, se si aspetta un altro mese non succeda nulla di catastrofico, ma se le società saranno in grado di farle, valuteremo le proposte. Io non dico di no e non sta a me decidere, ma credo non sia una questione centrale».
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Serie A, i presidenti che non vogliono far ripartire il campionato
Il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza ieri ha confermato le difficoltà di fare ripartire in poco tempo una macchina complessa come quella del campionato di Serie A: «Il mio non è un no secco, ma la preoccupazione di riprendere il campionato di calcio c’è perché si tratta di sport di contatto. Deciderà il governo grazie alla consulenza del comitato scientifico. Da una parte c’è la necessità di riaprire le attività produttive, ma dall’altra vediamo nel bollettino numeri ancora alti. Dobbiamo essere cauti».
Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha chiesto al mondo del calcio (vedi FIGC) di prendere una decisione in tempi brevi: «Sono solo felice che le squadre di calcio siano messe in condizioni di potersi allenare nuovamente. Perché significherebbe che al tempo stesso potranno tornare alle loro attività anche tutte le atlete e gli atleti che, a livello individuale con molti meno rischi, sono stati fermati. Ma una cosa è allenarsi, un’altra è fare una partita. Questo è il momento di decidere, un compito che spetta a chi è presidente di una federazione».