Due vicepresidenti del Barcellona e altri quattro membri del Consiglio di amministrazione del club hanno comunicato le loro dimissioni in una lettera congiunta. Tra le ragioni esposte dai dimissionari c’è una comune disapprovazione delle modalità di gestione della società negli ultimi tempi da parte del presidente Josep Maria Bartomeu. È inoltre condivisa la preoccupazione in merito al futuro imminente e alle prossime conseguenze dell’emergenza causata dal coronavirus.
I firmatari della lettera di dimissioni sono due dei quattro vicepresidenti del club, Emili Rousaud ed Enrique Tombas, e altri quattro membri del Cda (Silvio Elias, Josep Pont, Jordi Calsamiglia e Maria Teixidor). Tutti hanno inoltre invocato elezioni anticipate – sono in programma nel 2021 – per decidere la carica di presidente.
“Siamo arrivati a questo punto perché non possiamo più invertire il corso ormai intrapreso nella gestione del club di fronte alle importanti sfide che il futuro riserva, specialmente nei tempi dopo la pandemia”.
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In un successivo comunicato il Barcellona ha contrattaccato piuttosto duramente i dimissionari, riservandosi di tutelare per vie legali i propri interessi. Il riferimento implicito è ad alcune parole pronunciate nelle ore scorse da Rousaud, uno dei dimissionari, in un’intervista. “Qualcuno ha messo mano alla cassa, e ha pagato un milione di euro per un lavoro che ne costa 100 mila”, ha detto Rousaud riferendosi al “Barçagate”.
Il “Barçagate” e lo scandalo delle campagne social
I membri dimissionari hanno inoltre preso le distanze dal club in riferimento esplicito al cosiddetto “Barçagate”, reso noto da un recente dossier dell’emittente radiofonica spagnola Cadena Ser. La tesi sostenuta dall’emittente è che il Barcellona abbia pagato un milione di euro a una società privata (I3Ventures.sl) per esercitare influenza sui social network con l’obiettivo di screditare propri calciatori e altri tesserati. Parte dei pagamenti sarebbe peraltro avvenuta, secondo l’emittente, tramite sistemi lasciati poi fuori dalla contabilità ufficiale.
Il Barcellona aveva risposto negando ammettendo l’esistenza di un rapporto con quell’azienda ma non al fine di screditare i calciatori, bensì di monitorare la reputazione del club sui social media. Un successivo rapporto di Cadena Ser ha indicato un’imponente quantità di messaggi negativi indirizzati a tesserati o ex tesserati del Barcellona e provenienti da account riconducibili a I3Ventures.sl. Tra le numerose persone prese di mira figurano i giocatori Gerard Piqué e Leo Messi, l’ex allenatore Pep Guardiola e l’imprenditore Victor Font, candidato alla presidenza del Barcellona.
“Vogliamo esprimere inoltre la nostra delusione per la spiacevole vicenda degli account social, nota come Barçagate, della quale abbiamo appreso tramite la stampa”, hanno commentato i membri dimissionari del Cda.