Il ritorno in campo della Serie A nelle previsioni più ottimistiche è fissato per fine maggio. Sarà necessaria la massima organizzazione per farsi trovare pronti quando l’emergenza sanitaria per il coronavirus sarà più facilmente gestibile.
Gabriele Gravina ha detto: «Se e quando dovessimo avere luce verde per una graduale ripartenza, il mondo del calcio si deve far trovare pronto». Il presidente della FIGC nelle ultime ore ha ribadito inoltre l’importanza di provare a far ricominciare il campionato di Serie A.
Non è ancora il momento di abbassare la guardia, come viene giustamente ricordato spesso dalle autorità mediche. Le attuali restrizioni adottate dal governo italiano, infatti, saranno verosimilmente prolungate anche oltre il prossimo 13 aprile. Tra qualche settimana, però, la situazione sanitaria della nostra nazione potrebbe diventare meno complicata. E consentire la riapertura di tante attività, compreso lo sport più popolare.
La ripresa dell’attività agonistica rappresenterebbe un forte segnale di speranza per tante persone, come sottolineato ancora da Gravina, che ha aggiunto: «Per il ruolo che il calcio ricopre, sono convinto che potremo dare un contributo importante a tutto il Paese».
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Serie A, le procedure da seguire per tornare in campo
Prima di tornare in campo, però, sarà necessario seguire procedure rigide ed evitare pericolose negligenze, che rischierebbero di causare danni enormi dal punto di vista della salute.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, nella giornata di ieri la Commissione Medica Federale, presieduta dal professor Paolo Zeppilli, si è riunita in videoconferenza e ha dettato importanti linee guida.
La necessità di sottoporre a controlli particolarmente accurati i calciatori e gli altri membri delle squadre colpiti dal coronavirus, già manifestata da tempo, è stata sottolineata ancora una volta. Protocolli minuziosi saranno ovviamente previsti anche per gli arbitri.
Inoltre, le società hanno ricevuto una raccomandazione. Quella di organizzare un vero e proprio ritiro, nel momento in cui saranno autorizzate a far ripartire gli allenamenti. Ogni singolo club dovrà riunire non soltanto tutti i calciatori e l’intero staff tecnico, ma anche i medici, i fisioterapisti e i magazzinieri, all’interno di un unico centro sportivo, dopo una scrupolosa sanificazione dell’ambiente prescelto. Nessuno potrà uscire all’esterno, finché il periodo dedicato alla preparazione atletica – che durerà verosimilmente tre o addirittura quattro settimane – non sarà terminato.
La Commissione riunitasi ieri è stata integrata da infettivologi di grande fama:
– Roberto Cauda, professore di Malattie Infettive dell’Università Cattolica
– Massimo Fantoni, primario dell’Unità COVID-19 del Policlinico Gemelli
– Walter Ricciardi, componente dell’OMS e consigliere del Ministero della Salute
– Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”.
L’incontro è stato caratterizzato inoltree dalla partecipazione dei responsabili medici delle varie componenti federali.