I calciatori della Premier League hanno avviato un’iniziativa di raccolta fondi a sostegno del sistema sanitario nazionale per l’emergenza epidemiologica dovuta al coronavirus. L’iniziativa, chiamata #PlayersTogether, è condotta in collaborazione con la NHS Charities Together. È l’associazione che riunisce gli enti di beneficenza riconosciuti dal sistema sanitario. “Accolgo calorosamente questa scelta di grande generosità da parte di molti calciatori: state facendo la vostra parte”, ha commentato Matt Hancock, ministro della Salute del Regno Unito.
“Sono tempi drammatici per il nostro paese e per il nostro sistema sanitario, ed è nostra intenzione fornire aiuto in ogni modo possibile”, hanno annunciato i calciatori in un comunicato. L’obiettivo della raccolta è di distribuire i fondi in modo rapido ed efficiente dove più occorre sostenere le attività mediche e sanitarie. È un’iniziativa volontaria, hanno spiegato, e prescinde da ogni altro discorso legato a eventuali impegni dei club o della Premier League.
Gary Lineker, ex capitano della nazionale inglese, si è detto fiero dei giocatori. “Speriamo che anche altri tra coloro che possono dare aiuto, quelli che non sono stati ingiustamente presi di mira, facciano altrettanto”, ha aggiunto Lineker. Il riferimento è all’acceso dibattito che si è sviluppato nelle settimane scorse a proposito del taglio degli stipendi ai calciatori.
La polemica sul taglio degli stipendi ai calciatori
Nei primi giorni di aprile le squadre della Premier League avevano reso nota l’intenzione di proporre ai calciatori un taglio degli stipendi del 30 per cento durante l’emergenza. L’obiettivo dichiarato era di “proteggere” il più possibile i posti di lavoro. L’Associazione dei calciatori professionisti si era opposta. Un taglio simile, secondo l’associazione, avrebbe ridotto le possibilità dei calciatori di rispondere alle loro “responsabilità sociali” nei confronti della popolazione.
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“Dove finirebbero esattamente quei soldi?”, si era chiesto l’ex calciatore della nazionale Alan Shearer in una conversazione con BBC Sport. La tesi sostenuta da Shearer e da gran parte dei suoi ex colleghi è che ai calciatori stessi dovrebbe essere lasciata la possibilità di decidere in quali modalità e a chi destinare le risorse da devolvere in beneficenza.
“Penso che in passato siano state molte, almeno per quanto mi riguarda, le occasioni in cui abbiamo cercato di aiutare ma non lo abbiamo fatto nel miglior modo possibile”, ha detto il giocatore del Manchester United Marcus Rashford.
L’iniziativa #PlayersTogether è stata accolta positivamente dagli enti di beneficenza coinvolti e dagli addetti. L’amministratore delegato di NHS Charities Together Ellie Orton ha pubblicamente ringraziato i calciatori per la solidarietà espressa nei confronti degli uomini e delle donne che stanno lavorando senza sosta per salvare vite umane. Nel Regno Unito le persone morte risultate positive al coronavirus sono attualmente oltre 7 mila.
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