Il calcio italiano sta provando a ripartire, ma per farlo prima delle partite ufficiali sarà obbligatorio seguire delle linee guida per gli allenamenti. La situazione sanitaria è ancora difficile, ma occorre provare a guardare oltre, alimentare speranze e cercare soluzioni valide da attuare in futuro.
La ripresa dell’attività agonistica verrà ovviamente preceduta da controlli accurati, che saranno differenti a seconda delle situazioni degli atleti. Servirà un’idoneità sportiva particolare, non assimilabile a quella che bisogna solitamente conseguire alla vigilia di ogni stagione.
Per i calciatori che sono stati affetti dal coronavirus o hanno accusato sintomi a esso riconducibili, l’iter prevederà un test cardio-polmonare, un ecocardiogramma color doppler, una spirometria, una radiologia polmonare, esami ematochimici e un holter per ventiquattro ore, comprensivo di una seduta di allenamento. Questi esami permetteranno di individuare gli eventuali strascichi lasciati dalla malattia. Una volta accertata l’assenza di conseguenze a lungo termine, ci sarà il nulla osta per la ripresa degli allenamenti: il recupero, comunque, dovrà essere graduale e prevederà un lavoro individuale di quindici giorni.
Tutti gli altri, invece, saranno chiamati a sostenere un test che consenta di capire se possano essere considerati immunizzati o meno. Nel caso in cui risultassero ancora esposti al pericolo di contrarre l’infezione, sarebbero chiamati a fare un tampone ogni quattro giorni, nonché a sottoporsi a un test da sforzo massimale, a un ecocardiogramma, a una spirometria e ad analisi ematochimiche.
Le linee guida
Le linee guida sono state dettate nella giornata di ieri da un’autorevole commissione, composta da: Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana; Ranieri Guerra, vicedirettore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; Massimo Galli, direttore del Dipartimento di Scienze Biochimiche e Cliniche dell’Istituto “Sacco” di Milano; Fabio Pigozzi, presidente della Federazione Mondiale di Medicina Sportiva; Maurizio Memo, docente di Farmacologia all’Università di Brescia; Sergio Pecorelli, già presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco; Carlo Signorelli, docente di Igiene e Salute Pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano; Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria.
Sarà necessario essere molto prudenti: anche l’insorgere di un solo nuovo caso positivo comporterebbe la sospensione definitiva dell’attuale stagione.
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