La Serie A può ripartire a maggio anche secondo il ministro dello Sport Spadafora, ma serve un piano straordinario per gestire l'emergenza.
La Serie A può ripartire a maggio. L’arbitro di questa sfida contro il tempo sarà la diffusione del coronavirus. Serve evidentemente un progressivo calo dei contagi nei prossimi giorni per potere davvero riorganizzare la ripartenza. C’è ottimismo anche da questo punto di vista e dopo le parole del presidente della Figc Gabriele Gravina su una possibile ripresa per il 20 maggio, anche il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora si è dimostrato aperto a questa soluzione.
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Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha detto la sua tramite un messaggio sulla sua pagina facebook. Ha detto che per ripartire serve «un piano straordinario per le iniziative che devono partire da maggio, cioè da quando speriamo di poter essere fuori dall’emergenza coronavirus per pensare al futuro. Ma per poter ripartire da maggio, bisogna che a quella data tutte le realtà sportive possano arrivare con le risorse necessarie. Abbiamo di fronte a noi 10 giorni importanti e complicati in cui possiamo vedere la differenza e cominciare da dopo Pasqua ad avere segnali ancora più netti».
Visto il nuovo decreto, gli allenamenti non potranno iniziare prima del 13 aprile. La speranza è che si possa ripartire fin dal giorno successivo. Per farlo subito serve organizzazione preventiva. Se il via libera dovesse arrivare già dopo Pasqua sarà una commissione medica a indicare tempi e modalità. Inizialmente sarebbe necessaria una ripresa graduale, per poi passare a sedute collettive. E a quel punto, come nella volontà del presidente del Napoli De Laurentiis, potrebbe essere fondamentale l’uso di tamponi preventivi sui calciatori per evitare che nuove positività possano interrompere tuttala ripresa.
Servirà però unità d’intenti a tutti i livelli, e per questo motivo preoccupano le spaccature interne alla Serie A, evidenziate dall’intervento del presidente del Brescia Cellino che in caso di ripresa ha minacciato di non fare giocare la sua squadra, anche a costo di perdere a tavolino tutte le restanti partite del campionato. Oggi ci sarà una nuova assemblea di Serie A per provare a risanare le attuali spaccature, perché non finire il campionato comporterebbe parecchi rischi. Uno su tutti prendere delle decisioni difficili sulle retrocessioni, con la possibilità di ricorsi, battaglie legali e di una Serie A a 22 squadre.
Questo contenuto è stato modificato 3 Aprile 2020 07:40
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