Scommesse, FIGC chiede sospensione del divieto di pubblicità

Tra le richieste fatte dalla FIGC al CONI per superare l’attuale crisi c’è la sospensione del divieto di pubblicità alle scommesse sportive.

Il calcio italiano rischia di essere messo in seria difficoltà dalla terribile situazione legata alla diffusione del coronavirus, che ha imposto la sospensione dell’attività agonistica. All’orizzonte, peraltro, non ci sono ancora certezze. Tante ipotesi sono state avanzate in merito a una possibile ripartenza dei campionati, ma ovviamente tutto dipenderà dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.

La disputa di altre partite a porte chiuse, in aggiunta a quelle già giocate alcune settimane fa, avrebbe effetti molto negativi dal punto di vista economico. Un’eventuale conclusione anticipata della stagione sarebbe ancor più dannosa per le casse dei club.

Nella giornata di oggi, il CONI e il Ministero dello Sport riceveranno dalla FIGC un documento contenente tutte le richieste avanzate per provare a superare nel miglior modo possibile gli enormi problemi emersi in questo delicatissimo periodo storico.

Scommesse, le richieste della FIGC al CONI

Si va dal riconoscimento dello stato di crisi alla sospensione del canone per l’affitto degli impianti, passando per un l’istituzione di un fondo salva-calcio e per l’estensione della cassa integrazione ai calciatori di Serie B e di Serie C che percepiscono uno stipendio massimo di cinquantamila euro a stagione.

Inoltre, un’importante proposta riguarda la sospensione per un anno del divieto di sponsorizzazioni legate ai marchi di scommesse, contenuto dal Decreto Dignità e fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha fatto capire di essere d’accordo con questa richiesta. Il governo dovrà decidere se accoglierla o meno.

Malagò ha anche parlato della necessità di promulgare una nuova legge sugli stadi, in quanto «quella attuale, al di là di cosa se ne pensi, non ha prodotto risultati perché in nessun caso si è riusciti a portare a compimento l’operazione. Tutti i nuovi stadi sono stati costruiti o ristrutturati prima della legge».

Poter contare su nuovi impianti permetterebbe alle società di ritrovare ulteriore slancio. Questo, però, è un discorso che riguarda un futuro più lontano.

Nel frattempo, c’è la necessità di trovare soluzioni a breve termine. La collaborazione tra tutte le componenti sarà decisiva per aiutare il calcio italiano a risollevarsi da una situazione complicatissima.

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