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L’impatto economico del coronavirus sul calcio

Un'analisi di Tifo Football stima le possibili perdite economiche dirette e indirette derivanti dall'interruzione del calcio in Europa.

L’interruzione di tutti i principali campionati di calcio in Europa, causata dalla diffusione pandemica del coronavirus, avrà un’inevitabile serie di conseguenze economiche rilevanti. Oltre che portare un’ingente quantità di persone negli stadi in occasione delle partite il calcio ne coinvolge ancora di più attraverso le innumerevoli attività che ruotano attorno ad esso. Il discorso non è limitato alle sole competizioni nazionali. Va esteso anche a quelle internazionali di cui è già stato deciso il rinvio, come gli Europei di calcio.

In un video pubblicato dal canale britannico Tifo Football il giornalista Neil Fredrik Jensen, che si occupa di aspetti economici del calcio, ha provato a elencare quali aree – e in che termini – rischiano di essere seriamente interessate dalle perdite. Oltre a tutti i negozi presenti intorno agli stadi (bar, servizi di ristorazione, negozi di merchandising) anche le emittenti televisive potrebbero subire importanti effetti a lungo termine.

Dopo aver pagato grandi somme per ottenere i diritti televisivi delle partite le pay tv rischiano di perdere spettatori, abbonati e soprattutto investimenti pubblicitari. Nuove eventuali contrattazioni dei diritti relativi alla prossima stagione potrebbero risentire di questa situazione. Gli effetti di un mercato alterato avrebbero ripercussioni lungo tutta la catena fino ad arrivare agli stipendi dei calciatori.

Le perdite stimate dalla Liga spagnola per due mesi di interruzione del campionato si aggirano intorno a 700 milioni di euro. Di 800 milioni sono quelle ipotizzate per la Bundesliga. Le perdite previste per la sospensione della Serie A, nelle stime estreme, arrivano anche a un miliardo. In Premier League il coronavirus potrebbe costare ad alcune squadre fino a 40 milioni di sterline.

I problemi per le squadre di calcio

In molti casi alcuni club si trovavano già in situazioni di costi di molto superiori ai ricavi, a causa di modelli di business inefficienti. I mancati introiti della vendita di abbonamenti e biglietti rappresenterebbero, soprattutto per i club delle divisioni inferiori, la perdita più grave e consistente. Il modo in cui è attualmente strutturato il calcio, conclude Jensen, dovrà necessariamente subire modifiche radicali onde evitare il fallimento di moltissime squadre.

Idee simili erano state espresse nelle settimane scorse dal giornalista sportivo Marco Bellinazzo in un’intervista a Calciotoday.it, pur tra molte incertezze legate alla gestione dei contratti in emergenze del genere. “In generale il problema riguarda il 75% delle società professionistiche”, ha detto Bellinazzo in merito al rischio di fallimento di molte squadre.

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