Tyson Fury e Deontay Wilder si affrontano sabato nel più atteso incontro di boxe dell’anno, un anno e mezzo dopo il pari nel primo match.
L’atteso incontro di pugilato tra il britannico Tyson Fury e lo statunitense Deontay Wilder è in programma sabato alla MGM Grand Arena, a Las Vegas. Nella categoria dei pesi massimi è un match di cui si parla da tempo: praticamente già dalla fine del primo incontro tra i due, terminato ai punti in parità poco più di un anno fa. Erano entrambi imbattuti allora, e lo sono ancora oggi.
Wilder (42 vittorie, 1 pareggio, 0 sconfitte) ha 34 anni ed è il detentore del titolo WBC nonché il più famoso peso massimo americano degli ultimi anni, conosciuto per la potenza dei suoi colpi e per la ferocia del suo stile, peraltro ben poco ortodosso.
Fury (29 vittorie, 1 pareggio, 0 sconfitte) è un apprezzato ex campione dei pesi massimi, di statura molto elevata e con un’ottima tecnica di base, e ha 31 anni. È stato lungamente elogiato dagli addetti per la sorprendente capacità di rientrare nel giro dopo un lungo periodo di dipendenze e depressione, per cui aveva dovuto interrompere l’attività e rinunciare ai titoli precedentemente conquistati (WBA, WBO, IBF e IBO). Ne era il detentore da quando era riuscito a battere ai punti l’ucraino Wladimir Klitschko, il più forte peso massimo della sua generazione, a novembre 2015.
Nonostante una forma atletica nettamente migliore rispetto a quella del suo avversario, Wilder ha mostrato diversi limiti tecnici, peraltro noti, nel primo match contro Fury. Forse intimidito dal suo avversario, ha mantenuto per gran parte del match uno stile molto prudente, eccetto che in occasione dei due atterramenti di Fury, al nono e al dodicesimo round. Ha finito per incassare complessivamente, soprattutto negli scambi veloci, molti più colpi di quanti ci si aspettava ne potesse incassare da un pugile sostanzialmente inattivo da tempo oltre che in evidente sovrappeso. Ed è per questa ragione che, per due giudici su tre, i due knock-down di Fury non sono bastati a procurare a Fury un vantaggio nel punteggio finale.
Date le circostanze e le condizioni di forma, Fury ha combattuto un match quasi perfetto, e avrebbe vinto con giudizio unanime, nonostante il primo knock-down, se solo avesse evitato la combinazione di colpi che lo ha messo pesantamente al tappeto nell’ultimo round. Sul piano tecnico, secondo gran parte dei commentatori, ha dominato l’incontro. Ha quasi sempre tenuto Wilder a distanza con il jab ed è anche riuscito a sfondare la sua difesa con alcune rapide combinazioni. Al momento di schivare i colpi ha inoltre utilizzato varie finte e mostrato reattività e prontezza ammirevoli per un uomo del suo peso e della sua statura (2 metri e 6 centimetri, cinque in più di Wilder).
Nel match contro Wilder Fury ha infine mostrato ottime capacità di ripresa, di cui nella sua carriera aveva raramente dovuto dare prova, considerato che è un pugile abituato a prendere pochi colpi e a boxare a distanza, fuori dalla guardia dell’avversario. In pochi avrebbero creduto che il match contro Wilder sarebbe proseguito oltre il rovinoso knock-down dell’ultima ripresa. Fury è invece riuscito a rimettersi in piedi prima della fine del conteggio dell’arbitro, ed è poi persino riuscito a portare qualche buon colpo.
Il profilo pugilistico di Wilder è rimasto sostanzialmente invariato dopo il match finito in parità con Fury. Qualche mese dopo, a maggio dell’anno scorso, ha battuto lo statunitense Dominic Breazeale. Ha vinto per KO al primo round, come avvenuto in molti degli incontri di Wilder da professionista.
Più impegnativo è stato l’incontro successivo, a novembre dell’anno scorso contro Luis Ortiz, pugile cubano esperto e potente, che Wilder aveva già affrontato e battuto nel 2018. Pur avendo preso qualche colpo Wilder è riuscito a battere Ortiz ancora una volta, per KO al settimo round. Il match, dall’esito non del tutto scontato, oltre che confermare la forza devastante dei pugni di Wilder ha avvalorato la sua capacità di resistere ai colpi, in passato già mostrata proprio contro lo stesso Ortiz.
Dopo l’apprezzata prestazione contro contro Wilder Fury ha firmato un contratto molto remunerativo di cinque anni con l’emittente ESPN. Ha poi sostenuto due incontri, entrambi a Las Vegas, contro pugili di medio-basso livello. Ha battuto il tedesco Tom Schwarz per KO tecnico al secondo round, a giugno scorso, in un match senza storia. E a settembre ha poi battuto ai punti in dodici round un giovane svedese, Otto Wallin, con decisione unanime.
Contro Wallin, rimanendo quasi sempre in pieno controllo, Fury è riuscito a portare a termine l’incontro nonostante un’ampia ferita riportata al sopracciglio destro nel corso del terzo round.
Durante l’ultima conferenza stampa di presentazione di questo secondo match, Wilder e Fury sono apparsi più scontrosi e ostili l’un l’altro di quanto non fosse avvenuto alla fine del primo. In generale Wilder è sembrato infastidito dalla loquacità e dalle provocazioni di Fury, personaggio molto carismatico e con un’innata inclinazione ad attirare attenzioni mediatiche.
“Tu eri un cocainomane, uno sul punto di uccidersi. Non dimenticare mai chi ti ha riportato nella grande boxe, ti ci ho trascinato io di nuovo dentro, ho dato da mangiare alla tua famiglia e lo sto facendo una seconda volta”, ha detto Wilder a Fury. “Ah, e questo ti saresti scelto come avversario? Uno che pensava di uccidersi? Allora avrai pensato di poterlo battere facilmente. Beh, non ha funzionato. Sono tornato e ti ho preso a calci nel culo”, ha risposto Fury.
Le indicazioni fornite dal primo match tra Wilder e Fury rendono piuttosto incerto l’esito di questo secondo incontro. Per i bookmaker non c’è un pugile chiaramente favorito per la vittoria, e anche tra gli addetti circolano opinioni divergenti.
Un’ipotesi piuttosto realistica, sostenuta tra gli altri anche dall’ex campione dei pesi massimi Wladimir Klitschko, è che o sarà Wilder a vincere per KO o sarà Fury a vincere ai punti. Che questi due esiti appaiano più probabili di qualsiasi altro è d’altronde un’idea motivata dalla caratteristiche stesse dei due pugili. Fury è un pugile completo, più abile tecnicamente e stilisticamente. Wilder è un pugile più potente e violento.
Oltre che rilevante per ragioni intrinseche legate al precedente tra i due pugili, l’incontro tra Wilder e Fury è molto atteso dagli esperti anche per le prospettive che aprirà in merito alla possibile riunificazione dei titoli. A detta di molti il vincente di questo match otterrà altissime probabilità di affrontare l’inglese Anthony Joshua, attuale campione mondiale dei pesi massimi nelle organizzazioni WBA, IBF, WBO e IBO.
Il secondo match tra Deontay Wilder e Tyson Fury è in programma il 22 febbraio 2020, a Las Vegas, non prima delle 3 della notte tra sabato e domenica (ora italiana). Sarà visibile in diretta streaming su Dazn. Il costo mensile del servizio è di 9,99 euro, e non sono previsti costi di attivazione né di disattivazione.
Questo contenuto è stato modificato 21 Febbraio 2020 16:41
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