L’Atalanta ha raggiunto gli ottavi di finale di Champions League per la prima volta nella sua storia e giocherà la partita di andata allo stadio “Giuseppe Meazza”, a San Siro. Nel sorteggio ha pescato il Valencia, che in un girone molto equilibrato è riuscito a ottenere il primo posto per vantaggio negli scontri diretti con il Chelsea. In sostanza si è qualificato all’ultima giornata della fase a gruppi grazie a una clamorosa e inattesa vittoria per 1-0 ad Amsterdam contro l’Ajax.
La complicata stagione del Valencia
Attualmente il Valencia condivide con il Villarreal la sesta posizione in classifica nel campionato spagnolo, dopo il meritato e celebrato quarto posto della stagione scorsa. Il club dell’imprenditore singaporiano Peter Lim, azionista di maggioranza della società e uno tra gli uomini più ricchi del suo paese, sta attraversando una complicata fase di transizione.
Ai successi della stagione scorsa – il quarto posto nella Liga, la vittoria della Coppa del Re e la semifinale di Europa League – non sono seguiti progressi in linea con le aspettative. All’inizio del campionato, dopo appena tre giornate, Lim ha deciso di esonerare l’allenatore Marcelino, in carica dal 2017 e da molti ritenuto uno dei principali artefici della rinascita sportiva del Valencia dopo stagioni ancora più complicate di quella attuale.
In molti hanno individuato nelle differenti valutazioni e prospettive in sede di mercato le ragioni profonde delle divergenze tra Lim e Marcelino. Rodrigo Moreno, il più abile e completo centravanti della rosa, è stato sul punto di lasciare la squadra sia nella sessione estiva che in quella invernale. La volontà di Lim era quella di fare cassa, sfruttando il momento particolarmente favorevole dopo l’ottima stagione scorsa.
Alla fine nessuna delle offerte ricevute dal club ha soddisfatto le richieste, e Rodrigo è rimasto. Ma ad oggi, tra pochi alti e molti bassi, la squadra non ha mai trovato la continuità né la competitività della stagione scorsa.
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Le assenze e i limiti della rosa
Il compito principale del nuovo allenatore Albert Celades, a lungo commissario tecnico della nazionale spagnola Under 21 e poi vice di Julen Lopetegui, è stato quello di evitare che la squadra si sfaldasse. L’obiettivo è stato raggiunto soltanto in parte, sia per obiettivi limiti della rosa – peraltro già intuiti da Marcelino – sia per una serie di sfortunate circostanze.
Il problema dell’attacco, unico punto debole della squadra di Marcelino, non è stato risolto. L’uruguaiano Maxi Gomez, alla sua seconda stagione nella Liga spagnola dopo l’anno al Celta Vigo, non è riuscito a farsi interamente carico delle responsabilità in attacco. Le punte centrali alternative a lui sono l’eterna riserva Ruben Sobrino e Kevin Gameiro, che dopo i successi nel Siviglia di Unai Emery non ha mai più raggiunto quei livelli.
E poi ci sono gli infortuni. Al momento il Valencia sta giocando senza lo stesso Rodrigo Moreno, assente per un problema a un ginocchio. Ma è in difesa che ci sono le assenze più pesanti. Il calciatore di maggiore esperienza, la guida del reparto arretrato, è Ezequiel Garay vittima di un grave infortunio a inizio febbraio. Senza l’argentino la difesa del Valencia è decisamente meno solida, e contro l’Atalanta mancherà anche l’altro centrale solitamente titolare: Gabriel Paulista è squalificato. Le scelte saranno obbligate con Diakhaby e Mangala titolari. Quest’ultimo in particolare commette spesso gravi ingenuità che contro una squadra forte come l’Atalanta il Valencia potrebbe pagare a caro prezzo.