La UEFA ha comunicato di aver squalificato il Manchester City da ogni competizione europea per le prossime due stagioni. La decisione è legata alle “gravi violazioni del regolamento sulle licenze UEFA per i club e sul Fair play finanziario (FFP)”, l’insieme di norme che vietano ai club di spendere più di quanto guadagnano.
Le violazioni, prosegue la UEFA, sarebbero state commesse dal Manchester City sopravvalutando le entrate derivanti dalle sponsorizzazioni nel fornire informazioni sul pareggio di bilancio tra il 2012 e il 2016. Oltre alla squalifica dalle coppe europee nelle stagioni 2020-2021 e 2021-2020 il Manchester City ha ricevuto una multa di 30 milioni di euro. La severità della sanzione, scrive il Guardian, riflette quanto grave la UEFA abbia giudicato la violazione del codice di condotta da parte del Manchester City.
In sostanza la UEFA ritiene che il Manchester City abbia “gonfiato” le entrate legate alle sponsorizzazioni nel presentare i documenti che attestavano la conformità al FFP. Un’ipotesi emersa da alcuni documenti privati, resi pubblici da Der Spiegel nel 2018, è che gran parte dei finanziamenti al club descritti come frutto delle sponsorizzazioni della compagnia aerea Etihad provenissero in realtà da altre aziende del proprietario della squadra, lo sceicco degli Emirati Arabi Uniti Mansour bin Zayed Al Nahyan.
In un comunicato stampa il Manchester City ha espresso “disappunto ma non sorpresa” in merito alla decisione della UEFA. Ha aggiunto che presenterà appello al Tribunale arbitrale internazionale dello sport (TAS) alla prima occasione utile.