La stagione di Serie A 2019-2020 sarà quella della prima Juventus di Maurizio Sarri. Dopo settimane di incertezze, isterie collettive e clamorose smentite la Juventus ha confermato le ipotesi formulate da una parte della stampa. Per gli addetti è stata fondamentalmente una scelta determinata dal desiderio di fare un salto di qualità in campo internazionale, dopo quella che è stata da molti definita la peggiore stagione europea della gestione Allegri.
Perché Sarri
Dopo cinque scudetti consecutivi vinti da Allegri in cinque stagioni, la Juventus si è assunta un rischio notevole ma comunque calcolato. Durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore il direttore sportivo Fabio Paratici ha chiarito questa scelta. Determinante è stata la sensazione della fine di un ciclo, il timore che la “spinta propulsiva” fornita dal gruppo di lavoro guidato da Massimiliano Allegri potesse a questo punto affievolirsi. Al netto di questa premessa ad alcuni commentatori è parso che la scelta di prendere Sarri risponda al bisogno di rinnovare non soltanto il gioco della squadra ma in parte anche l’immagine del club. È stato scelto un personaggio molto lontano dallo “stile” tradizionalmente attribuito alla società, il professionista forse più emblematico di quel calcio divertente e appassionante così diverso da quello praticato in anni recenti dalla Juventus.
Divertirsi in campo, come chiarito dallo stesso Sarri, potrebbe essere un fattore di crescita per la squadra. Sarebbe una condizione utile per compiere quei progressi necessari ad assumere una precisa identità di gioco. A prescindere dalle attitudini diverse o persino opposte, negli ultimi anni in Champions League hanno trionfato quasi sempre squadre con quella qualità generalissima: un’identità di gioco. Che fosse l’estrema versatilità tattica del Real Madrid di Zinedine Zidane o la straordinaria fluidità offensiva del Liverpool di Jürgen Klopp.
Il rischio della Juventus è calcolato anche perché, a differenza di altri illustri allenatori citati dalla stampa, Sarri conosce già molto bene le dinamiche del calcio italiano. La Juventus degli ultimi anni sarà ricordata negli almanacchi sportivi per aver vinto in Italia tutto quello che c’era da vincere. Nella “letteratura” prevarrà invece il racconto del Napoli di Sarri, la squadra che ha mostrato il calcio più spettacolare. Non è detto che questa unione non porti risultati ancora più memorabili di quelli già raggiunti da Sarri e dalla Juventus, su strade finora separate.
Da dove cominciare nella rosa
Scrivere della Juventus di Sarri è difficile perché in questo momento forse non lo sa nemmeno Sarri, come giocherà questa squadra. Pur avendo da sempre principi di gioco chiari e riconoscibili, nelle sue esperienze a Empoli, Napoli e Chelsea Sarri ha saputo cambiare moduli di gioco. Vale soprattutto per l’attacco, in cui ha tenuto sempre presente il bisogno di mettere i calciatori nelle migliori condizioni.
Potrebbe avere più difficoltà nella gestione della comunicazione, Sarri, che non in quella della squadra sotto il profilo tattico. Non dovrebbe infatti essere complicato per lui trovare il modulo e il gioco più adatti a far divertire giocatori e tifosi della Juventus. Il materiale tecnico a disposizione è eccezionale, di gran lunga il migliore in Italia anche in prospettiva. E infatti la sensazione è che scegliendo Sarri la Juventus abbia anche voluto evitare di stravolgere la rosa. Non ci saranno troppi innesti, evidentemente. Sarà Sarri a cercare di ripristinare le migliori condizioni per quei giocatori che hanno deluso nell’ultima stagione, come in particolare Emre Can, Paulo Dybala e Douglas Costa.
Il modulo e i giocatori
La base di partenza è la difesa a quattro schierata a zona e con terzini bravi ad attaccare. Davanti al confermato Szczesny – portiere abile pure con i piedi, come piace a Sarri – ci saranno Alex Sandro, Bonucci, Chiellini e Cancelo (qualora partisse potrebbe arrivare Kieran Trippier dal Tottenham). Rugani, già allenato ai tempi dell’Empoli, scalerà posizioni nelle gerarchie della rosa, e come quinto difensore ci sarà Demiral del Sassuolo. Il quarto arriverà probabilmente più in là nel corso di questo calciomercato. Il Jorginho della Juventus sarà Pjanic. Gli interni avranno caratteristiche complementari. Uno sarà bravo nel pressing a tutto campo ma pure abbastanza tecnico, come Emre Can o Matuidi, e per questo ruolo potrebbe arrivare addirittura Rabiot a parametro zero.
L’altro interno di centrocampo deve essere più abile con i piedi e negli inserimenti, e potrebbe essere il nuovo arrivato Ramsey o Bentancur. In questo secondo ruolo in particolare potrebbe arrivare qualche rinforzo. Si parla di Pogba, calciatore che però tende a portare troppo palla e a rallentare i ritmi di gioco. Con un investimento economico molto cospicuo sarebbe forse più adatto al gioco di Sarri Milinkovic-Savic, che unisce alla tecnica e alla capacità di giocare di prima anche abilità nel gioco aereo e senso del gol. Hamed Traorè, in arrivo dall’Empoli, potrebbe ripartire in prestito.
E in attacco?
La grande sfida di Sarri sarà permettere all’attacco di coniugare insuperabili qualità individuali e margini di intesa reciproca e collaborazione. Sembra difficile che possa mantenere la sua centralità Mandzukic, che pur essendo stato l’anima della Juventus battagliera degli ultimi anni non sembra avere caratteristiche tecniche tradizionalmente apprezzate da Sarri. La preoccupazione principale dell’allenatore sarà quella di creare intorno a Cristiano Ronaldo le condizioni tattiche ideali, e intanto recuperare Dybala. Impossibile chiedere a Cristiano Ronaldo un lavoro difensivo sulla fascia: giocherà probabilmente in appoggio a un attaccante centrale. E non è detto che quell’attaccante non possa essere proprio Dybala: Sarri non ha mai avuto paura di giocare con attaccanti centrali non di stazza.
Poi ci sono altri “jolly” come Bernardeschi, Douglas Costa e Kean, calciatori non ancora rigidamente ancorati a un solo ruolo in attacco (e, da questo punto di vista, molto più facili da “plasmare”). Sempre che intanto non accada qualcosa nelle trattative di calciomercato. C’è da sistemare Gonzalo Higuain, intanto: Sarri ha detto che “dipenderà da lui”, dando a intendere che la cessione potrebbe non essere uno scenario assolutamente inevitabile. E poi c’è la questione Mauro Icardi: al momento la Juventus sembra l’unica squadra italiana in grado di rispettare le numerosissime condizioni poste – dal giocatore e/o dalla società di provenienza – per una sua cessione in Serie A.
La possibile formazione titolare
JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; RAMSEY/MILINKOVIC SAVIC, Pjanic, RABIOT/Emre Can; Douglas Costa/Bernardeschi, Cristiano Ronaldo, Dybala/ICARDI.