Da calciatore l’argentino Mauricio Pochettino era un ruvido difensore centrale, cresciuto nel Newell’s Old Boys, squadra in cui ha giocato per un breve periodo con Diego Armando Maradona. Dopo cinque anni, nel 1994, ha lasciato il Sudamerica per trasferirsi in Europa a giocare nella Liga spagnola, per l’Espanyol, squadra con cui ha vinto la Coppa del Re nel 2000. Dopo un passaggio al Paris Saint-Germain e al Bordeaux è tornato all’Espanyol e ha vinto un’altra Coppa del Re, nel 2006, chiudendo la carriera da capitano. Pochettino ha giocato anche con la nazionale argentina, per un totale di venti presenze.
La sua carriera da allenatore è iniziata proprio con l’Espanyol, la squadra che ha segnato maggiormente il suo percorso da calciatore. Scelto a gennaio 2009 per risollevare una squadra in difficoltà e terzultima in classifica, è riuscito nell’impresa di salvarla portandola addirittura al decimo posto. Le successive tre stagioni furono sufficienti ma mediocri, prima dell’esonero del 2012 a causa di un inizio molto deludente. A gennaio 2013 fu scelto da un’altra squadra in zona retrocessione, il Southampton, e pure in questo caso riuscì a risollevarla con un gioco offensivo basato sul pressing alto. Confermato alla guida del Southampton nella stagione successiva, concluse il campionato all’ottavo posto con 56 punti, record assoluto nella storia del club.
Il Tottenham lo notò nel 2014 e gli offerse un contratto quinquennale. Nella stagione d’esordio riuscì ad arrivare fino alla finale della League Cup, perdendola contro il Chelsea. Nella stagione successiva sfiorò la vittoria del titolo, andato a sorpresa al Leicester. Il merito più grande di Pochettino è stato quello di fare restare stabilmente il Tottenham in Champions League, portandolo addirittura in finale in questa stagione.
Lo stile di gioco
Il modello di riferimento di Pochettino è Marcelo Bielsa, il suo primo allenatore ai tempi del Newell’s Old Boys. Nonostante la lunga esperienza da difensore Pochettino predilige il calcio d’attacco. Rispetto a Bielsa è però più pragmatico e meno idealista. Sa adattare i moduli alle caratteristiche dei suoi calciatori e non ha un modulo fisso. Passa con disinvoltura dalla difesa a tre alla difesa a quattro, e anche in attacco varia spesso il posizionamento dei suoi calciatori offensivi. Il suo Tottenham ha giocato con il trequartista e due attaccanti centrali, con tre attaccanti in linea, o ancora con tre trequartisti al servizio di un solo attaccante centrale.
Il principio base per Pochettino è quello di cercare – attraverso il possesso del pallone e i movimenti ben organizzati dei calciatori – di raggiungere la porta avversaria giocando più in verticale che in orizzontale. Per riuscirci non si limita a schemi ricorrenti, e cerca piuttosto di adattare il gioco alle caratteristiche dei calciatori.
L’interesse della Juventus
Di origini piemontesi (il bisnonno era della provincia di Torino) Pochettino fa parte della lista di allenatori attualmente valutati dalla Juventus secondo la maggior parte degli addetti. Come Allegri è anche lui un allenatore in grado di utilizzare più moduli ma rispetto ad Allegri ha un’impostazione di gioco più definita e meno speculare. Dopo i costi sostenuti nella stagione scorsa per avere Cristiano Ronaldo, è difficile immaginare una Juventus nuovamente scatenata sul mercato. Pochettino è arrivato a giocare la finale di Champions League in una stagione in cui il Tottenham non ha fatto acquisti né nella sessione estiva né in quella invernale di calciomercato, e senza mai contestare questa scelta alla società. Da questo punto di vista sarebbe da considerare un profilo in linea con lo “stile Juventus”. E la Juventus potrebbe scegliere proprio lui per cercare di tirare fuori il meglio dalla rosa già a disposizione, senza rivoluzioni.