Una vignetta molto contestata sulla tennista statunitense è stata giudicata non razzista dal Consiglio della stampa australiana.
Il Consiglio della stampa australiana (Australian Press Council) ha stabilito che una vignetta controversa sulla tennista Serena Williams, pubblicata a settembre scorso dal quotidiano australiano Herald Sun, non vìola alcun principio etico di deontologia giornalistica approvata dal Consiglio. La vignetta, disegnata dal vignettista Mark Knight, faceva riferimento a una storia molto ripresa dai media sportivi di tutto il mondo: le plateali proteste di Serena Williams contro l’arbitro durante la finale degli US Open persa contro la giapponese Naomi Osaka. L’arbitro penalizzò Williams per aver tentato di comunicare con il suo allenatore (pratica vietata da regolamento nelle finali dello Slam) ma Williams negò di averlo fatto e accusò l’arbitro di sessismo.
Nella vignetta di Knight, che ricevette da subito numerose accuse di razzismo, Serena Williams è ritratta sul campo da tennis della finale, mentre salta arrabbiata e a pugni chiusi sopra una racchetta rotta e vicino a un ciuccio per bambini. “Non puoi lasciarla vincere e basta?”, domanda l’arbitro alla tennista avversaria sullo sfondo.
Le accuse principali segnalate al Consiglio della stampa convergevano sull’idea che la raffigurazione di Serena Williams riproponesse uno stereotipo razziale delle persone afroamericane anziché presentare una caricatura reale della tennista. I tratti grafici contestati erano le labbra, il naso largo e piatto, la coda di capelli afro diversa dall’acconciatura usata da Serena Williams nella finale. Anche la postura della tennista era stata associata da alcuni a quella semieretta dei primati non umani.
Colleghi e addetti presero da subito le difese del vignettista dell’Herald Sun. Il giornale, di proprietà della News Corp. di Rupert Murdoch, respinse ogni accusa sostenendo al Consiglio della stampa australiana che la vignetta facesse esclusivamente riferimento alla rabbia e al nervosismo di Serena Williams nella finale degli US Open del 9 settembre 2018. Il Consiglio ha accolto la tesi del giornale secondo cui l’obiettivo della vignetta fosse quello di ritrarre in modo caricaturale e umoristico lo sfogo della tennista e associarlo a un comportamento infantile.
Il presidente esecutivo di News Corp. Australia, Michael Miller, sostenne che le critiche alla vignetta di Knight nascondessero un’ossessione contemporanea per il politicamente corretto. Secondo Bernice King, figlia di Martin Luther King Jr e amministratrice delegata dell’associazione no profit King Center, la pubblicazione dell’Herald Sun trascurò colpevolmente il contesto storico doloroso di quel tipo di immagini e di come quelle immagini possano ancora oggi sostenere e perpetuare pregiudizi e razzismo.
Questo contenuto è stato modificato 26 Febbraio 2019 13:03
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