Eto’o: “Toccagli il portafoglio, e vedrai che risolvi il problema”

Domenica sera l’emittente televisiva francese Canal + ha trasmesso un documentario intitolato “Je ne suis pas singe” (“Io non sono una scimmia”), prodotto dall’ex calciatore Olivier Dacourt, riguardo al fenomeno del razzismo nel calcio. Di questo argomento si è tornato a parlare di recente in Italia e in Europa a causa di alcune offese razziste ricevute dai giocatori e dei persistenti cori razzisti negli stadi. Tra le persone intervistate nel documentario compare anche l’ex calciatore camerunese Samuel Eto’o, peraltro noto per essere stato in passato destinatario di offese e cori razzisti in diversi campi di calcio spagnoli e italiani durante gli anni di permanenza al Barcellona e all’Inter.

I giocatori di colore dovrebbero dire ‘non giochiamo più’. A quel punto molte persone perderebbero dei soldi. E quando tocchi il portafoglio di qualcuno sta’ tranquillo che le soluzioni poi si trovano.

Samuel Eto’o è considerato uno dei giocatori più vincenti nella storia del calcio. Tra i suoi vari numerosi trofei ha vinto per tre volte la Champions League, due volte con il Barcellona e una volta con l’Inter, tre campionati spagnoli e uno italiano. Nel febbraio del 2006 fecero il giro del mondo le immagini di un suo clamoroso e plateale tentativo di lasciare il campo durante una trasferta del Barcellona contro il Real Zaragoza, a causa degli ululati razzisti provenienti dagli spalti dello stadio Romareda. Fu poi convinto dai suoi compagni e da Frank Rijkaard, allora allenatore del Barcellona, a continuare a giocare.

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