Timothy Tarpeh Weah ha 18 anni, è nato a New York e gioca con il PSG e con la nazionale statunitense, che stasera affronta l’Italia a Genk. Al momento è noto soprattutto per essere il figlio di George Weah. Suo padre, attuale presidente della Liberia, era un giocatore formidabile, vincitore del Pallone d’Oro nel 1995. Citate il suo nome a un milanista di almeno trent’anni, e lo vedrete commuoversi.
Timothy Weah, diciottenne attaccante di riserva del Paris Saint Germain e della nazionale statunitense, aveva due anni quando suo padre George si è ritirato dal calcio. Non lo ha mai visto in azione, se non in alcuni video. E pur ricoprendo lo stesso ruolo del padre ha caratteristiche molto diverse. La velocità fulminea è un tratto in comune: George era un mostro in progressione, Timothy è imprendibile in fase di accelerazione, soprattutto. Il talento c’è tutto, anche a livello tecnico, ma gli servirà la stessa determinazione del padre per provare a raggiungere i suoi livelli. A giudicare dal primo gol ufficiale segnato in Ligue 1 con il PSG – squadra con cui ha giocato fin dalle giovanili e con cui ha firmato un contratto fino al 2020 – la determinazione non gli manca.
Non è un gol memorabile ma quel pressing sul difensore avversario e poi sul portiere attesta la sua tenacia. Ha sempre voglia di giocare, Tim Weah, e ha voglia di meritarsi una maglia da titolare, fosse anche in prestito in un’altra squadra.
Pur essendo figlio dell’attuale presidente della Liberia Timothy è nato e cresciuto negli Stati Uniti, anche a livello calcistico. Per questo motivo ha giocato con la nazionale statunitense fin dalle selezioni giovanili. Con l’Under 15 ha giocato sei partite e segnato un gol, e con l’Under 17 ha giocato quattordici partite e segnato sei gol (tra cui una tripletta al Paraguay negli ottavi di finale dei Mondiali di categoria). È già a sei presenze e un gol nella nazionale maggiore con cui stasera affronterà in amichevole l’Italia.