Alla fine della recente partita di Premier League persa 3-1 in trasferta contro il Manchester City, domenica scorsa all’Etihad Stadium, l’allenatore portoghese José Mourinho ha elogiato il lavoro della sua squadra, il Manchester United. In un passaggio della conferenza stampa, poi molto ripreso, Mourinho è sembrato sminuire il valore delle statistiche nelle analisi delle partite di calcio.
C’è stata partita per almeno ottanta minuti e oltre, e penso che di sicuro nessuno abbia lasciato lo stadio prima del loro terzo gol, visto che la partita è stata equilibrata fino a quel momento. In una settimana in cui il Manchester City ha giocato in casa tre volte e noi in trasferta tre volte. In una settimana in cui loro venivano da vittorie per 6-0 e 6-1 in scioltezza, senza pressioni, senza sforzi mentali, tutto facile. E noi abbiamo giocato due partite difficili in trasferta. La seconda è stata per noi come una specie di finale, contro una delle migliori squadre d’Europa. Una partita che ci ha richiesto tutto quello che avevamo da dare non soltanto sotto l’aspetto fisico ma anche mentale. Quindi quando analizzo la partita di oggi penso a questa differenza. Certo, puoi guardare le statistiche, cioè il modo in cui le persone che non capiscono di calcio analizzano il calcio. Io non prendo le statistiche, io prendo quello che ho sentito e che ho visto nella partita, e c’è stata partita fino all’ottantesimo e qualcosa.
I gol del Manchester City sono stati segnati da David Silva al 12°, Sergio Aguero al 48° e Ilkay Gundogan all’86° minuto. Anthony Martial aveva ridotto lo svantaggio con un gol su rigore al 58°. Nella classifica di Premier League dopo dodici giornate il Manchester United si trova in sesta posizione insieme al Bournemouth e al Watford. Ha dodici punti in meno del Manchester City di Pep Guardiola, primo.