Da qualche giorno è stata resa nota una grande indagine in corso da parte della procura federale belga su una serie di presunti reati di frode finanziaria, riciclaggio e corruzione in combine di partite, attribuiti a diversi agenti di calciatori e arbitri, oltre che a dirigenti, dipendenti e allenatori di importanti club del principale campionato di calcio belga. L'indagine è cominciata nel 2017 ma soltanto ieri ne sono stati resi noti i dettagli in una conferenza stampa, a Bruxelles.
Da qualche giorno è stata resa nota una grande indagine in corso da parte della procura federale belga su una serie di presunti reati di frode finanziaria, riciclaggio e corruzione in combine di partite, attribuiti a diversi agenti di calciatori e arbitri, oltre che a dirigenti, dipendenti e allenatori di importanti club del principale campionato di calcio belga. L’indagine è cominciata nel 2017 ma soltanto ieri ne sono stati resi noti i dettagli in una conferenza stampa, a Bruxelles.
Secondo quanto riportato da RTBF (la radiotelevisione pubblica belga di lingua francese), le indagini riguarderebbero nove squadre: Anderlecht, Club Brugge, Genk, Kortrijk, Mechelen, Ostend, Lokeren, La Gantoise e Standard Liegi. Uno dei filoni principali dell’indagine, relativo soltanto ad alcune squadre, riguarda un tentativo di truccare alcune partite della scorsa stagione di Pro League, la Serie A belga, che si è conclusa a maggio con la vittoria del Club Brugge. Nello specifico le ipotesi di reato sono quelle di corruzione nel tentativo di garantire al Mechelen – poi comunque retrocesso – la permanenza in prima divisione.
Le presunte partite truccate sarebbero Anversa-Eupen, nella penultima giornata di campionato, e Mechelen-Waasland Beveren, nell’ultima giornata, prima dei playoff. L’ipotesi è che ci fosse un accordo tra procuratori, arbitri e dirigenti del Mechelen e del Waasland Beveren per condizionare l’andamento di quelle partite, in modo diretto o indiretto. È stato anche ipotizzato che ci fosse un’intesa con alcuni giornalisti sportivi per condizionare la loro valutazione del lavoro degli arbitri.
Anversa-Eupen si è svolta allo stadio Bosuilstadion, il 3 marzo 2018, ed era una partita della ventinovesima giornata, finita 2-0 per l’Anversa, squadra di metà classifica. L’Eupen è invece la squadra che ha conteso la salvezza al Mechelen fino all’ultima giornata, e che si è poi salvata grazie a una migliore differenza reti. L’Anversa vinceva già 2-0 dopo mezz’ora, grazie a un gol del centrocampista belga Faris Haroun e un altro dell’attaccante belga Stallone Limbombe, segnato su calcio di rigore. Il rigore era stato assegnato dall’arbitro Bart Vertenten – il cui nome viene riportato dai media che si stanno occupando di questa vicenda – per un fallo commesso fuori area. La decisione dell’arbitro apparì allora catalogabile in un tipo di errore di valutazione comunque non infrequente anche altrove, prima dell’adozione del VAR (e che non sottintende necessariamente disonestà o mala fede).
L’altra partita al centro delle indagini, Mechelen-Waasland Beveren, è stata giocata otto giorni dopo, allo stadio Argosstadion Achter de Kazerne a Mechelen (Malines, secondo la dizione francese). È finita 2-0 per il Mechelen, con due gol segnati nel secondo tempo. Il Mechelen giocò una buona partita, così come il portiere avversario Davy Roef, e “l’arbitro Bram Van Driessche arbitrò benissimo”, ha ricordato ieri Dennis van Wijk, allenatore del Mechelen, che si è detto molto sorpreso dalle indagini sulle partite truccate. Johan Timmermans, presidente del Mechelen, ha negato qualsiasi accusa rivolta alla società sostenendo che, qualora le indagini confermassero le ipotesi circolate in queste ore, i reati sarebbero da attribuire a un gruppo ristretto di persone che avrebbe agito senza il coinvolgimento della società.
In totale sono state fermate dalla polizia ventotto persone tra le quali membri di consigli di amministrazione, agenti di calciatori, due arbitri, due giornalisti, gioiellieri, contabili e altri potenziali complici, e nei confronti di alcuni di loro sono state disposte misure di custodia cautelare. Sono stati sequestrati in Belgio soldi e beni di lusso per un totale di 8 milioni di euro, e le ricerche sono state estese anche in altri paesi tra cui Francia, Serbia e Cipro.
Secondo le ipotesi relative all’altro filone principale delle indagini alcuni agenti di calciatori, di comune accordo con i club, avrebbero alterato i prezzi dei trasferimenti per ricavarne maggiori commissioni, o in altri casi avrebbero contraffatto o omesso documenti per pagare commissioni di nascosto e garantire benefit per i propri clienti senza dichiararli. Sono ipotesi di reato attribuite a procuratori di calcio molto noti in Belgio, tra i quali Mogi Bayat e Dejan Veljkovic (il nome di Veljkovic circola anche in relazione alle ipotesi di corruzione per le presunte partite truccate).
Intanto la decima giornata del campionato in corso è stata rinviata. Le società coinvolte nelle indagini, scrive RTBF, rischiano non soltanto sanzioni individuali destinate ai dirigenti eventualmente coinvolti ma anche penalizzazioni in classifica o retrocessioni delle squadre, come avvenuto nel 2005 al Lierse e alla Louvière in un clamoroso caso di calcioscommesse legato a un’organizzazione guidata dal cinese Ye Zheyun.
Questo contenuto è stato modificato 15 Ottobre 2018 00:38
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