Ecco i pronostici sui quarti di finale del singolare maschile. Novak Djokovic, Roger Federer, Juan Martin Del Potro e Milos Raonic affrontano rispettivamente Kei Nishikori, Kevin Anderson, Rafael Nadal e John Isner.
Novak Djokovic sta ritrovando competitività, dopo aver vissuto una lunga fase negativa: è ancora lontano dagli strepitosi livelli di rendimento raggiunti per numerose stagioni, ma sembra aver ormai superato il periodo più complicato della propria carriera, nel corso del quale ha faticato a ottenere risultati rilevanti, anche a causa di guai fisici.
Il serbo è in vantaggio per 13-2 nel bilancio dei precedenti contro Kei Nishikori, che non lo batte dal 2014, quando si è imposto in semifinale agli US Open in quattro set: da allora, il giapponese ha perso dodici confronti diretti consecutivi.
Roger Federer ha già trionfato a Wimbledon per otto volte e spera di poter festeggiare un nuovo titolo tra pochi giorni. Finora, in questa edizione dello Slam londinese, ha esibito un rendimento molto convincente: è riuscito a battere senza problemi Dusan Lajovic, Lukas Lacko, Jan-Lennard Struff e Adrian Mannarino.
Kevin Anderson è dotato di un ottimo servizio e brilla spesso sull’erba, superficie sulla quale si gioca nell’attuale fase della stagione tennistica: ecco perché potrebbe quantomeno creare qualche insidia allo svizzero, le cui possibilità di ottenere un’altra vittoria appaiono comunque elevate.
Rafael Nadal è di nuovo tra i migliori otto del singolare maschile a Wimbledon: non accadeva dal 2011, quando ha poi anche raggiunto la finale del torneo, in cui si è arreso di fronte a Novak Djokovic. Lo spagnolo – che vanta due titoli nello Slam londinese, conquistati nel 2008 e nel 2010 – si avvicina da favorito al match contro Juan Martin Del Potro, il quale sarà presumibilmente in condizioni di forma non ottimali.
L’argentino è reduce da un match sospeso per oscurità e terminato il giorno successivo, perciò dovrebbe essere stanco.
Entrambi i giocatori servono molto bene, perciò dovrebbero dar vita a un match combattuto, che sarà verosimilmente caratterizzato da scambi brevissimi, poche occasioni in risposta e uno o più tie-break.
Proprio a Wimbledon, nel 2010, John Isner ha disputato e vinto la partita più lunga della storia del tennis, spalmata addirittura su tre giorni: si è imposto per 70-68 al quinto set contro Nicolas Mahut, dopo undici ore e cinque minuti di gioco. Lo statunitense ha già dimostrato di saper mettere in difficoltà Milos Raonic, uscito sconfitto da tre dei quattro precedenti in archivio.
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