Come è andata con il VAR nella fase a gruppi del Mondiale 2018

Il primo Mondiale con l’utilizzo del Video Assistant Referee è già diventato quello con più rigori assegnati nella storia (24, per ora). Ma con o senza VAR, almeno stavolta, sarebbero passate le stesse squadre che ce l’hanno fatta. Abbiamo raccolto una serie di casi rilevanti e tutte le altre cose da sapere sull’applicazione del VAR nelle prime 48 partite di questo non scontato Mondiale di calcio.

Benché non si tratti di una novità per gli spettatori e appassionati di calcio italiani, l’utilizzo della “moviola in campo” (VAR, Video Assistant Referee) ha suscitato molta curiosità e generato una serie di interessanti riflessioni sul futuro immediato di questa tecnologia nello sport più popolare al mondo.

Quanti rigori sono stati fischiati

Nelle 48 partite della fase a gruppi del Mondiale di calcio che si sta svolgendo in Russia sono stati assegnati 24 calci di rigore. E 18 volte il rigore è stato trasformato in gol. Si tratta già da adesso di un doppio record: mai prima d’ora in un Mondiale di calcio ne erano stati assegnati e trasformati così tanti. In un solo giorno in particolare – il terzo, sabato 16 giugno – sono stati fischiati addirittura cinque rigori in quattro partite. Da quando il Mondiale si gioca a 32 squadre il record di rigori assegnati nel corso di tutta la manifestazione era fermo a 18, risalente sia all’edizione del 1998 che a quella del 2002.

Per dieci rigori tra quelli assegnati nella fase a gruppi, a quanto ci risulta, si è resa necessaria una conferma tramite consultazione del VAR (benché fonti FIFA riportino solo 7 rigori revisionati tramite VAR). È successo per i rigori calciati da Antoine Griezmann in Francia-Australia, Christian Cueva in Perù-Danimarca, Andreas Granqvist in Svezia-Corea del Sud, Mile Jedinak in Danimarca-Australia, Gylfi Sigurdsson in Nigeria-Islanda, Eden Hazard in Belgio-Tunisia, Fahad Al-Muwallad in Arabia Saudita-Egitto, Cristiano Ronaldo e Karim Ansarifard in Iran-Portogallo, e Victor Moses in Nigeria-Argentina.

Ha sempre dato ragione all’arbitro?

No. Secondo i dati diffusi dalla FIFA, gli arbitri hanno preso la decisione corretta senza VAR nel 95 per cento dei casi, e solo grazie al VAR la percentuale di correttezza è salita al 99,3 per cento. In generale, tralasciando i cosiddetti check (lo occasioni in cui l’arbitro riceve una comunicazione immediata tramite auricolare), nelle revisioni al VAR gli arbitri hanno confermato le loro decisioni soltanto tre volte su diciassette.

Un caso particolare e abbastanza rilevante di revisione (e ribaltamento) di una decisione della terna arbitrale tramite VAR è stato quello del fondamentale gol segnato dalla Corea del Sud nei minuti finali della partita del terzo turno vinta 2-0 contro la Germania. Inizialmente il guardalinee aveva sollevato la bandierina segnalando all’arbitro un sospetto fuorigioco che, in mancanza di VAR, avrebbe con ogni probabilità invalidato il gol di Kim Young-Gwon a pochi metri dalla porta. Si è poi scoperto alla moviola che Kim Young-Gwon aveva ricevuto il pallone non da un suo compagno ma per via di un tocco del difensore tedesco Niklas Sule.

Un altro caso per niente facile da valutare, con tutto il VAR, si è verificato nei primi minuti della partita tra Belgio e Tunisia, poi finita 5-2 per il Belgio. L’arbitro ha assegnato un rigore al Belgio per un fallo del difensore tunisino Syam Ben Youssef su Eden Hazard, poi autore del gol su rigore. Una verifica al VAR – che in quel caso nemmeno ha richiesto la revisione dell’arbitro in campo – ha confermato che il fallo era avvenuto in area di rigore, come inizialmente valutato dall’arbitro. Non era facilissima, come chiamata: dalle immagini è sembrato che il contatto sia avvenuto esattamente sulla linea laterale dell’area di rigore (e la linea, da regolamento, è considerata già parte dell’area).

C’è stato anche qualche caso clamoroso – non moltissimi, a dire il vero – che avrebbe plausibilmente richiesto la verifica al VAR e che invece è stato valutato (male) soltanto dall’arbitro in campo. Nel secondo tempo di Serbia-Svizzera, finita 2-1 per la Svizzera, l’attaccante serbo Aleksandar Mitrovic è stato trattenuto in modo apparentemente falloso dai difensori svizzeri Fabian Schar e Stephan Lichtsteiner, al momento di saltare per colpire il pallone di testa. L’arbitro tedesco Felix Brych, peraltro uno dei più esperti in circolazione, non ha assegnato il fallo da rigore e ha lasciato proseguire il gioco.

Un altro caso in cui la revisione al VAR, come per il primo gol della Corea del Sud contro la Germania, ha smentito la prima decisione dell’arbitro in campo si è verificato in Brasile-Costa Rica, finita 2-0 per il Brasile con due gol oltre il novantesimo. Nei complicati minuti finali della partita, quando il Brasile non aveva ancora trovato il modo di segnare almeno un gol, l’arbitro ha assegnato un calcio di rigore al Brasile per una apparente trattenuta su Neymar da parte di un difensore della Costa Rica. Le immagini televisive hanno poi mostrato come Neymar abbia volontariamente e notevolmente evidenziato gli effetti di un contatto minimo, non sufficiente a motivare l’interruzione del gioco da parte sua. E l’arbitro ha revocato la sua decisione iniziale (senza comunque bisogno di ammonire Neymar per simulazione).

Sarebbe cambiato qualcosa, senza VAR?

Stavolta no, almeno per quanto riguarda il passaggio del turno delle squadre effettivamente qualificate alla fase a eliminazione diretta. Come è stato calcolato da alcuni media sportivi internazionali, anche senza l’utilizzo del VAR nei casi in cui è stato effettivamente utilizzato si sarebbero qualificate agli ottavi di finale le stesse sedici nazionali che hanno superato la fase a gruppi (ma non nello stesso ordine di classifica). Soltanto sei risultati sono stati influenzati in modo significativo dalle revisioni compiute al VAR, e riguardavano partite dei gruppi B, C e F.

È stato calcolato che nel gruppo B, per esempio, la Spagna sarebbe finita alle spalle del Portogallo. Se non fosse stato per il VAR la Spagna non avrebbe segnato il gol del pareggio per 2-2 contro il Marocco, segnato da Iago Aspas, inizialmente ritenuto in posizione irregolare dalla terna arbitrale in campo. Nello stesso tempo solo grazie alla verifica tramite VAR l’Iran ha ottenuto il calcio di rigore con cui è riuscito a pareggiare 1-1 contro il Portogallo. In un caso particolare nel gruppo C la Francia l’avrebbe molto probabilmente persa del tutto, la partita vinta 2-1 contro l’Australia, se non fosse stato per la verifica del VAR (in occasione del rigore assegnato per fallo su Griezmann) e per la Goal-Line Technology (in occasione dell’autogol su tiro di Pogba convalidato del 2-1). È stato calcolato che senza queste e altre decisioni in altre partite valutate tramite VAR la Francia sarebbe arrivata al secondo posto dietro la Danimarca, e non al primo posto.

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