Martedì è stata completata la prima giornata della fase a gruppi del Mondiale: tutte le nazionali partecipanti sono scese in campo almeno una volta. È un momento buono per trarre qualche indicazione utile, tenendo bene a mente che può ovviamente succedere tutto il contrario di quanto accaduto finora.
1. Ronaldo è Ronaldo, Messi è Messi
Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, i giocatori più vincenti, più pagati e più famosi al mondo, sono ormai da anni presentati come antagonisti in un memorabile confronto – stilistico, tecnico e statistico – da storia del calcio, peraltro favorito dal fatto che giocano nello stesso campionato (la Liga spagnola). Comincia però a rafforzarsi da qualche tempo l’impressione che, almeno per quanto riguarda le competizioni europee e internazionali, sia per club che per nazionali, le celebrazioni di Ronaldo e quelle di Messi appartengano a ordini di grandezza differenti.
È un’impressione avvalorata prima di tutto, banalmente, dal diverso numero di trofei internazionali non-individuali vinti dall’uno e dall’altro, soprattutto negli ultimi anni. Ma è anche una percezione immediata, piuttosto chiara, che si ricava nel veder giocare Cristiano Ronaldo e Leo Messi nelle loro rispettive squadre nazionali. Difficilmente si può sostenere che la rosa dell’Argentina sia qualitativamente inferiore a quella del Portogallo: è vero semmai il contrario. Eppure, senza nemmeno giocare al meglio delle sue potenzialità, Ronaldo ha vinto due anni fa un trofeo continentale con il Portogallo, mentre Messi ci è soltanto andato vicino, con l’Argentina in Sudamerica.
Per quanto avventato e imprudente possa essere trarre conclusioni dopo una sola partita, i risultati della prima giornata del Mondiale in Russia sembrano confermare questa recente tendenza nel confronto Messi-Ronaldo. Sia il Portogallo che l’Argentina hanno pareggiato, ma il Portogallo ha pareggiato 3-3 contro una delle cinque nazionali più forti in circolazione, la Spagna, mentre l’Argentina ha pareggiato 1-1 contro l’Islanda. Ronaldo ha segnato tre gol, Messi nemmeno uno, e si è anche fatto parare un calcio di rigore. A prescindere dal rigore fallito, il suo gioco è sembrato per larghi tratti prevedibile e, soprattutto, neutralizzabile da una difesa che sia ben schierata. Che non vuol dire negare il fatto che Messi possa vincerle da solo, le partite: vuol dire soltanto prendere atto che a lui capita meno spesso di quanto stia capitando a quell’altro.
2. Il momento in cui l’Arabia Saudita ha perso
Nel racconto delle partite di calcio si eccede spesso nella definizione del cosiddetto “fattore campo”, sopravvalutando il beneficio che una squadra può trarre dalla netta prevalenza di propri tifosi nello stadio. Forse, a giudicare dalla partita di esordio, il caso di questi Mondiali in Russia è uno di quelli in cui vale la pena tenerlo bene a mente e citarlo sempre, il fattore campo. Quella della Russia è stata la più ampia vittoria in questa prima giornata del Mondiale. Magari non un 5-0 finale, ma l’ipotesi di un risultato molto negativo per l’Arabia Saudita è sembrata quasi irreversibile già al minuto zero: il momento, maestoso e impressionante, dell’inno nazionale russo.
P.S. Si è anche intuito, qualche giorno dopo, che di sicuro non sono pochi nemmeno i tifosi messicani, in Russia.
3. Le nazionali più forti non sono così forti, e quelle più scarse non sono così scarse
La clamorosa sconfitta della Germania per 1-0 contro il Messico. Il pareggio dell’Argentina per 1-1 contro l’Islanda. Quello del Brasile per 1-1 contro la Svizzera. Le difficoltà dell’Uruguay a battere 1-0 l’Egitto (peraltro privo di Salah). La stretta vittoria della Francia per 2-1 contro l’Australia. In parte, anche la vittoria dell’Iran per 1-0 contro il Marocco. L’esito di alcune partite della prima giornata ha disatteso le aspettative non solo, o non tanto, per quanto riguarda il risultato finale ma soprattutto per le prestazioni delle squadre in campo.
L’Argentina – le cui prestazioni in verità deludono da tempo – non ha concluso niente per quasi tutta la partita, mostrando un’allarmante ripetitività e una sostanziale mancanza di idee in fase di costruzione del gioco. La Germania è sembrata più fragile del previsto nelle marcature difensive contro i trequartisti e gli attaccanti avversari agili e scattanti. L’Uruguay è la solita squadraccia difficilissima da affrontare ma i suoi due attaccanti titolari, Luis Suarez ed Edinson Cavani, non hanno mostrato la precisione che la nazionale si aspetta da loro due. Il Brasile ha qualche problema contro gli avversari che picchiano, tanto più se l’arbitro “fischia” poco, e può capitare (anzi finora è stato il caso prevalente in questi primi giorni del Mondiale).
D’altro canto ci sono squadre che hanno giocato al di sopra del livello che ci si aspettava da loro. L’Islanda non è soltanto la squadra di quelli che per mestiere fanno altro, o quella dei tifosi che fanno il Viking clap: contro l’Argentina ha mostrato di essere una squadra imponente sul piano fisico e atleticamente molto preparata. Il Messico è forse la più forte tra le nazionali non accreditate alla vittoria del Mondiale: nel primo tempo contro la Germania è stata formidabile nella circolazione del pallone in fase di contropiede, e alcuni giocatori hanno mostrato qualità tecniche eccellenti. L’Australia e l’Egitto, infine, hanno perso partite che non meritavano di perdere: la loro buona organizzazione difensiva ha impedito all’Uruguay e alla Francia di creare occasioni da gol con frequenza e fluidità.
4. Questo orso è vero
Ha generato una certa agitazione tra gli animalisti, ma pure tra gli spettatori con un livello base di sensibilità, la presenza per le strade di Mosca di un orso grizzly addomesticato che suona una vuvuzela, ripreso in alcuni video amatoriali mentre viene trasportato a bordo di una jeep.
Just been sent this, appears to be a bear in a jeep, blowing a vuvuzela (?) and then giving a quenelle salute. And told it's happening somewhere in Moscow. pic.twitter.com/Tg0Hj0taSo
— Peter Staunton (@petermstaunton) 14 giugno 2018
Più che i neuroni dell’indignazione, qui al Veggente si sono accesi simultaneamente – per tendenza naturale condivisa e allenata – tutti i neuroni collettivi della diffidenza. Non si tratta di un video fake, almeno questo sembra sicuro: quell’orso è vero, e se ne sono occupati diversi media. Nei mesi scorsi polemiche simili erano emerse dopo che un orso (probabilmente lo stesso: si chiama Tima) era stato utilizzato per divertire il pubblico prima di una partita di terza divisione.
Alcuni corrispondenti ed esperti di cose russe, nel tentativo di smorzare le critiche e contestualizzare meglio le immagini, hanno spiegato che esiste in Russia da lunghissimo tempo una solida tradizione di addomesticamento di animali selvatici, anche molto feroci, tenuti in cattività. Scimmie in bicicletta e orsi danzanti in tutù, per dire, sono scene piuttosto comuni negli spettacoli da circo e anche in alcune manifestazioni pubbliche, non soltanto in Russia ma anche in diversi paesi asiatici.
“La visione crudele e degradante di un orso costretto a suonare uno strumento musicale non dovrebbe essere l’immagine che il mondo associa a Mosca e alla Coppa del Mondo”, ha dichiarato una coordinatrice dell’organizzazione animalista PETA (People for the Ethical Treatment of Animals).
5. L’Inghilterra ha una squadra
Tra le nazionali più note e attese del Mondiale l’Inghilterra è stata tra le pochissime, forse l’unica, a non aver deluso le aspettative nemmeno in parte. Ha battuto 2-1 la Tunisia grazie a un gol al 91° ma al termine di una partita stradominata. La scarsa qualità complessiva dell’avversario è un argomento debole, per i detrattori. Altre nazionali fortissime come l’Argentina, la Francia o la Germania, per esempio, non affrontavano avversari di molto migliori della Tunisia, eppure hanno avuto grossi problemi a vincere (e qualcuna nemmeno c’è riuscita). Harry Kane ha segnato due gol sugli sviluppi di due calci d’angolo, uno all’inizio e un altro alla fine della partita.
E non è un limite bensì un vantaggio, peraltro fondamentale in un torneo del genere, il fatto che l’Inghilterra sia arrivata al gol su calcio piazzato due volte dopo averci ripetutamente provato con azioni rapide e magnificamente costruite (ha anche colpito un palo). A gran parte dei commentatori e degli addetti è sembrata la conferma della completezza della rosa della nazionale inglese, che stavolta si è presentata con una formazione giovane ma molto ben assortita. A questo punto l’unico dubbio relativo a una squadra del genere, come sostenuto altrove, riguarda l’inesperienza e la capacità di sopportare la pressione nelle fasi finali del Mondiale. Ma è un problema che si presenterà, eventualmente, tra un paio di settimane scarse.
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