Portogallo-Spagna è la seconda e più importante partita del gruppo B del Mondiale 2018, e si gioca stasera alle 20:00. Potrebbe già essere decisiva per il primo posto. Le probabili formazioni, le ultime news e i pronostici.
Portogallo-Spagna è la seconda e più importante partita del gruppo B del Mondiale 2018, e si gioca stasera alle 20:00. Potrebbe già essere decisiva per il primo posto. Le probabili formazioni, le ultime news e i pronostici.
Portogallo-Spagna è probabilmente la partita più bella e attesa di questo primo turno della fase a gironi del Mondiale. E intorno a questa partita si è sviluppata maggiore curiosità dopo la sorprendente decisione della Federazione spagnola di esonerare il commissario tecnico Julen Lopetegui a un giorno dall’inizio del Mondiale, sostituendolo con Fernando Hierro.
Il Portogallo ha vinto gli Europei del 2016 ma si presenta a questo Mondiale con una rosa molto diversa. Sono stati confermati appena tredici calciatori rispetto alla vittoria in Francia. Il commissario tecnico Fernando Santos non è stato tanto riconoscente nei confronti di molti calciatori, ma il ricambio potrebbe servire a fornire nuove motivazioni.
Rispetto al 2016 il Portogallo è forse addirittura più forte, con il solo grande problema di non avere avuto un valido ricambio generazionale per quanto riguarda la difesa nella zona centrale. I titolari dovrebbero essere Josè Fonte (andato a giocare nel campionato cinese) e Pepe (Besiktas), tutti e due trentacinquenni, e il primo ricambio dovrebbe essere Bruno Alves (Glasgow Rangers), che ha un anno in più dei due. Tanta esperienza ma anche una certa lentezza, e riflessi non più eccezionali. E almeno a Fonte e Bruno Alves mancano partite di alto livello giocate nell’ultima stagione.
Sono passati due anni per Cristiano Ronaldo, che ha comunque sempre mantenuto un ottimo rendimento al Real Madrid soprattutto in Champions League. Negli Europei del 2016 tra l’altro Cristiano Ronaldo non giocò benissimo, in particolare nella fase a gironi in cui il Portogallo si qualificò con tre pareggi.
Il salto di qualità il Portogallo lo ha fatto tra centrocampo e attacco. Bernardo Silva è parecchio migliorato dopo la stagione giocata al servizio di Guardiola nel Manchester City, e André Silva, attaccante del Milan, non viene da una stagione entusiasmante ma ha confermato di saper fare gol con una certa continuità. Di talento ne ha, e lo ha mostrato.
A livello tattico il Portogallo è cambiato poco: difesa a quattro, un mediano di contenimento (Danilo Pereira) e un centrocampista più propositivo (Joao Moutinho), terzini forti offensivamente (Soares e Guerreiro) che approfittano degli spazi lasciati dagli esterni d’attacco (Joao Mario e Bernardo Silva) i quali tendono ad accentrarsi. In attacco André Silva e Cristiano Ronaldo. Il Portogallo ha un piano di gioco preciso, e questo è un vantaggio non di poco conto.
Il dubbio principale riguardo alla Spagna è capire se con Hierro al posto di Lopetegui, nonostante le rassicurazioni fornite dal presidente della Federazione, ci saranno dei cambiamenti a livello tattico e di formazione oppure no. È improbabile, visto che Hierro faceva comunque già parte dello staff tecnico. Il merito di Lopetegui è stato quello di modificare lo stile di gioco della Spagna e affrancarsi dal tiki-taka, cercando di utilizzare più stili di gioco anche nel corso di una stessa partita. Una conseguenza di questa inclinazione è stato il progressivo inserimento di calciatori dell’Atletico Madrid (Saul, Koke e Diego Costa) nella formazione titolare. È stata così modificata l’impostazione tattica di una squadra che risultava troppo condizionata dalla presenza e dallo stato di forma dei molti titolari del Barcellona presenti in nazionale (Piqué, Busquet, Jordi Alba e Iniesta). Nel frattempo, tra l’altro, anche il Barcellona con Valverde ha ormai superato il tiki-taka tipico della gestione Guardiola e in parte di quella di Luis Enrique.
La Spagna ha in rosa anche calciatori di altissimo livello del Real Madrid (Isco, Sergio Ramos, Carvajal, Asensio), del Bayern Monaco (Thiago Alcantara), del Manchester City (David Silva) e del Manchester United (De Gea). Il principale pregio è quello di sapere alternare il possesso palla e una valida impostazione del gioco dal basso a una fase difensiva brillante grazie al pressing dei centrocampisti e al lavoro degli esterni d’attacco. Insomma è una Spagna meno “narcisista” e più pratica, che segue l’esempio degli allenatori che in questa stagione hanno guidato l’Atletico Madrid e il Real Madrid alla vittoria dell’Europa League e della Champions League, ovvero Diego Simeone e Zinedine Zidane.
I punti fermi della Spagna sono De Gea, che rispetto ai migliori portieri d’Europa in questa stagione ha commesso qualche errore in più proprio nella partite importanti, i difensori centrali Sergio Ramos e Piqué, i centrocampisti David Silva e Iniesta, e l’attaccante Diego Costa. È in dubbio a centrocampo la presenza di Busquets, al cui posto potrebbe esserci Thiago Alcantara che ha caratteristiche differenti: è meno bravo in fase di interdizione ma più abile nell’impostazione.
Sono pochi i dubbi di Fernando Santos nel Portogallo. Davanti al portiere Rui Patricio, in difesa c’è incertezza su chi tra Fonte e Bruno Alves affiancherà Pepe. I terzini saranno Cedric Soares a destra e Guerreiro a sinistra. I centrali di centrocampo dovrebbero essere Danilo Pereira e Joao Moutinho, con Bernardo Silva e l’ex interista Joao Mario impiegati da esterni. In attacco André Silva è il favorito per affiancare Cristiano Ronaldo, presenza imprescindibile.
Questa partita potrebbe valere il primo posto in un girone che a meno di sorprese dovrebbe vedere proprio Spagna e Portogallo nelle prime due posizioni. Entrambe cercheranno prima di tutto di non perdere, consapevoli del fatto di essere superiori alle altre due squadre del gruppo. E visto il grande equilibrio in campo non sorprenderebbe un pareggio, anche perché la Spagna, che ha complessivamente più talento, potrebbe in qualche modo essere condizionata dall’inatteso esonero del commissario tecnico.
La difesa della Spagna appare più forte di quella del Portogallo soprattutto per quanto riguarda la coppia di centrali. Ma il Portogallo ha a sua disposizione l’attaccante numero uno al mondo quando c’è da buttare il pallone in fondo alla rete. Da questo punto di vista la Spagna sta messa un po’ peggio: Diego Costa non è mai pienamente riuscito a inserirsi nel gioco di questa nazionale, e gli attaccanti esterni come i centrocampisti offensivi non sono dei veri e propri frombolieri. L’integrazione di Diego Costa nelle dinamiche di gioco della Spagna è tuttora considerata incompiuta e parziale, al punto che la sua presenza da titolare in questo Mondiale non può essere definita certa. In questa prima partita o anche nelle prossime potrebbe giocare al suo posto Rodrigo Moreno, centravanti del Valencia più abituato a partecipare alle azioni di attacco fin dalla trequarti.
PORTOGALLO (4-4-2): Rui Patricio; Soares, Pepe, Bruno Alves, Guerreiro; Bernardo Silva, Joao Moutinho, Danilo Pereira, Joao Mario; Cristiano Ronaldo, André Silva.
SPAGNA (4-3-3): De Gea; Odriozola, Piqué, Sergio Ramos, Jordi Alba; Thiago Alcantara, Koke, Iniesta; Asensio, Diego Costa (o Rodrigo Moreno), Isco.
Questo contenuto è stato modificato 15 Giugno 2018 12:39
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