Italia-Svezia, la partita di ritorno degli spareggi di qualificazione ai Mondiali del 2018, si gioca stasera a San Siro alle 20:45. All'andata è finita com'è finita, e ora tocca vincere con almeno due gol di scarto per partecipare al prossimo Mondiale. Nelle ultime ore sono state formulate diverse ipotesi sulla probabile formazione e sul modulo dell'Italia, con annesse perplessità da una parte e approvazioni dall'altra. Servirà una grande Italia, in qualsiasi caso.
Italia-Svezia, la partita di ritorno degli spareggi di qualificazione al Mondiale del 2018, si gioca stasera a San Siro alle 20:45. All’andata è finita com’è finita, e ora tocca vincere con almeno due gol di scarto per partecipare al prossimo Mondiale. Nelle ultime ore sono state formulate diverse ipotesi sulla probabile formazione e sul modulo dell’Italia, con annesse perplessità da una parte e approvazioni dall’altra. Servirà una grande Italia, in qualsiasi caso.
Venerdì scorso l’Italia ha perso la partita di andata giocata a Solna contro la Svezia col risultato di uno a zero, e ora per qualificarsi al prossimo Mondiale di calcio che si giocherà in Russia nel 2018 dovrà necessariamente vincere. In caso di vittoria con un solo gol di scarto, l’1-0 protrarrebbe la partita ai tempi supplementari e poi eventualmente anche ai rigori. La vittoria con un solo gol di scarto, subendo però gol dalla Svezia, darebbe invece la qualificazione agli avversari per la regola dei gol in trasferta.
L’obiettivo dell’Italia è quello di vincere con almeno due gol di scarto. È legittimo supporre che. per riuscirci, la nazionale allenata da Ventura debba fare una partita d’attacco. In realtà dovrà stare principalmente attenta a non fare gol, perché subirne uno potrebbe compromettere seriamente la qualificazione (a quel punto occorrerebbe segnarne almeno tre).
L’Italia vista venerdì sera non sembra in grado di segnare tre gol alla Svezia, ma può riuscire a contenerne gli attacchi. A Solna il risultato più giusto sarebbe stato probabilmente lo zero a zero (e in parte sarebbe stato un buon risultato anche per la Svezia). Gli avversari non hanno fatto granché a livello offensivo e sono riusciti a segnare in modo abbastanza fortunoso. Non per questo può essere giustificato l’atteggiamento dell’Italia, apparsa per lunghi tratti intimidita dagli avversari. Loro hanno puntato sulle botte, anche: hanno spesso commesso falli e scorrettezze non necessari, finendo per innervosire i calciatori dell’Italia.
A San Siro la storia dovrebbe essere diversa: l’Italia è imbattuta da 44 partite interne (bilancio di 36 vittorie e 8 pareggi) e non perde dal 1999, mentre la Svezia ha perso in tre delle ultime quattro trasferte ufficiali. A Milano, in particolare, il bilancio per l’Italia è più che favorevole: 37 vittorie, 17 pareggi e soltanto 2 sconfitte, l’ultima delle quali nel 1925. In particolare a San Siro l’Italia non ha mai perso e ci saranno ben 73 mila spettatori a sostenere la nazionale.
L’allenatore dell’Italia Ventura pensava probabilmente di giocare la partita di andata in Svezia con il 3-5-2 e quella di ritorno con il 4-2-4, ma la sconfitta a sorpresa ha scombussolato i piani. Sarà fondamentale non subire gol in casa e servirà per questo motivo un atteggiamento più prudente: secondo le ultime informazioni riportate dai giornali, il commissario tecnico confermerà il 3-5-2, anche se a cambiare saranno molti interpreti.
Solo la difesa resterà uguale a quella di Stoccolma: davanti a Buffon ci saranno Barzagli, Chiellini e Bonucci, quest’ultimo in campo con una maschera protettiva per via della micro frattura del setto nasale causata da uno scontro nella partita di andata. Parecchi cambi ci saranno a centrocampo: lo squalificato Verratti sarà sostituito da Jorginho, calciatore che finora era stato quasi sempre ignorato da Ventura. Bocciato De Rossi, e non solo per l’autogol quanto per la prova insufficiente di venerdì. Al suo posto dovrebbe giocare un altro romanista, Florenzi, con Parolo confermato da interno sinistro.
Florenzi e Parolo a turno dovranno provare degli inserimenti centrali per mettere in difficoltà la difesa avversaria. Gli esterni saranno Darmian, confermato dopo la prestazione più che sufficiente di venerdì, e Candreva. È previsto un cambio anche in attacco dove il partner di Immobile – che pure ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare, a Solna – potrebbe essere Gabbiadini, viste le precarie condizioni fisiche di Belotti e Zaza, che non potrà andare nemmeno in panchina.
In questa formazione il grande sacrificato è Insigne, che però potrebbe diventare un fattore a partita in corso. A patto di farlo giocare nel suo ruolo: da esterno d’attacco in un 4-3-3 o al limite in un 4-2-3-1, e non da interno di centrocampo come nei pochi minuti avuti a disposizione venerdì scorso. Secondo alcuni giornali però la prima ipotesi di sostituzione in attacco sarebbe eventualmente Eder: il commissario tecnico non avrebbe gradito il quarto d’ora giocato da Insigne, che pure ha tutte le attenuanti del caso.
Il commissario tecnico della Svezia Janne Andersson ha molti meno dubbi di Ventura. Dovrebbe confermare la formazione vittoriosa di venerdì, con la sola differenze del rientro nella formazione titolare del terzino destro Lustig, squalificato all’andata, al posto di Krafth.
Speriamo tutti che l’Italia possa qualificarsi, lasciandosi dietro questi giorni difficili. Ma qualche perplessità in merito alla gestione del gruppo da parte di Ventura è emersa in maniera piuttosto evidente e diffusa, tra gli addetti, e non soltanto a causa dei risultati negativi. La nazionale arriva a giocare questa partita senza ancora avere un modulo o un gioco di riferimento, né si può affermare che sia in grado di adottarne più di uno con successo all’interno di una stessa partita.
Inoltre l’ipotesi di affidarsi nella partita decisiva a un calciatore, Jorginho, che finora non ha mai giocato una partita ufficiale con l’Italia e finora non è mai stato preso nemmeno in considerazione, alimenta molti dubbi sulla stabilità del lavoro di Ventura e sulle stesse convinzioni tattiche del ct. Così come non convince del tutto la scelta di affidarsi in avanti a Gabbiadini, attaccante di buon livello tecnico e dotato di un buon tiro, ma non certo carismatico e in grado di trascinare la squadra in caso di difficoltà.
La difesa a tre – con Barzagli, Bonucci e Chiellini – è stata per anni una garanzia a livello difensivo, ed è ancora così. Per provare a vincere la Champions League, e l’anno scorso c’era quasi riuscita, la Juventus ha abbandonato il 3-5-2 ed è passata alla difesa a quattro, che permetterebbe in nazionale di sfruttare al meglio i calciatori a centrocampo e in attacco. Verratti ha giocato malissimo contro la Svezia, e Insigne non è stato efficace quando è entrato in campo, eppure si tratta di due dei calciatori italiani di maggiore talento in circolazione insieme a Immobile. Verratti, Insigne e Immobile hanno già giocato insieme in una squadra di club: nella stagione 2011-2012 furono tra i protagonisti della promozione in A del Pescara di Zeman, che giocava naturalmente con il 4-3-3.
Provare a ricreare una tattica di gioco simile a quella, quantomeno per posizionamento in campo, non sarebbe stato un errore, anche perché in Serie A sia il Napoli che la Roma – per dirne solo due – stanno giocando molto bene con questo modulo. Anche Florenzi, Pellegrini ed El Sharaawy ne trarrebbero giovamento, e lo stesso Jorginho sarebbe un’alternativa valida a Verratti. Nella Juventus c’è Rugani, che ormai nella difesa a quattro sarebbe pronto a giocare titolare anche in nazionale, e Marchisio che farebbe molto bene anche da interno in un centrocampo a tre.
E gran calma, soprattutto. L’Italia è comunque più forte della Svezia, e con un po’ di fortuna anche con questa formazione – per molti versi discutibile – potrebbe riuscire a centrare la qualificazione ai Mondiali. Occorrerà la giusta lucidità nella costruzione delle azioni (mancata del tutto, venerdì scorso), e nessun calo di concentrazione. Dovesse andar bene, come speriamo, poi ci sarà tutto il tempo per provare a cambiare questa nazionale in vista di Russia 2018. Perché andarci nelle condizioni attuali significherebbe rimediarci una brutta figura per la terza volta consecutiva.
Le partite giocate dall’Italia a partire dalla netta sconfitta contro la Spagna sono state tutte disastrose. C’è stata una involuzione nel gioco rispetto al primo anno della gestione Ventura. In uno spareggio di questo tipo però, come dimostrato dalla Svezia all’andata, non conterà tanto la tattica di gioco quanto la “cattiveria” agonistica e la voglia di prevalere. Stavolta sarà l’Italia ad avere il vantaggio del fattore campo, che unito a una superiorità a livello tecnico non evidente ma comunque innegabile, fa pensare a una possibile vittoria degli azzurri in questa partita di ritorno.
Ma la qualificazione purtroppo non è scontata. In caso di gol subìto, vincere segnando tre gol non sarebbe facile per una nazionale tradizionalmente non abituata a vincere di goleada, e per di più con problemi in attacco (le precarie condizioni fisiche di Belotti e Immobile e l’assenza di Zaza). Se l’Italia riuscirà a passare il turno e a qualificarsi per il Mondiale del 2018 in Russia, il merito sarà probabilmente della difesa, anche per via del modulo iniziale scelto da Ventura.
ITALIA: Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Florenzi, Jorginho, Parolo, Darmian; Immobile, Gabbiadini.
SVEZIA: Olsen; Lustig, Lindelof, Granqvist, Augustinsson; Claesson, Larsson, Ekdal, Forsberg; Berg, Toivonen.
Questo contenuto è stato modificato 13 Novembre 2017 23:24
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