Le nazionali sudamericane giocheranno l'ultima partita delle qualificazioni al Mondiale del 2018 nella notte tra martedì e mercoledì, tutte all'01:30. In classifica c'è molta incertezza: cinque nazionali si giocano in novanta minuti due posti per la qualificazione diretta al Mondiale e un posto per lo spareggio di novembre, contro la Nuova Zelanda. Senza bisogno di far calcoli, l'Argentina si qualifica sicuramente se batte l'Ecuador in trasferta.
Le nazionali sudamericane giocheranno l’ultima partita delle qualificazioni al Mondiale del 2018 nella notte tra martedì e mercoledì, tutte all’01:30. In classifica c’è molta incertezza: cinque nazionali si giocano in novanta minuti due posti per la qualificazione diretta al Mondiale e un posto per lo spareggio di novembre, contro la Nuova Zelanda. Senza bisogno di far calcoli, l’Argentina si qualifica sicuramente se batte l’Ecuador in trasferta.
Dopo aver sprecato l’ennesima occasione pareggiando 0-0 a Buenos Aires contro il Perù, l’Argentina avrà un’ultima possibilità per qualificarsi al prossimo Mondiale: deve vincere a Quito – 2.850 metri s.l.m. – contro l’Ecuador, ormai ottavo in classifica e certamente escluso dal Mondiale. La qualificazione per l’Argentina potrebbe teoricamente verificarsi – ma in quel caso tramite spareggio – anche se pareggia contro l’Ecuador, ma servirebbero necessariamente alcune condizioni favorevoli eventualmente determinate dai risultati sugli altri campi (che il Perù perda contro la Colombia e il Paraguay non vinca contro il Venezuela). Il sito sportivo sudamericano Globo Esporte ha messo a disposizione un simulatore di risultati dell’ultima giornata di qualificazioni delle nazionali sudamericane, per visualizzare le variazioni che subirebbe la classifica finale.
L’Argentina non vince una partita delle qualificazioni da marzo scorso, quando batté 1-0 il Cile dando l’impressione di poter avviare una rapida risalita della classifica. Al contrario, dopo quella partita ha perso 2-0 contro la Bolivia, pareggiato 0-0 contro l’Uruguay, pareggiato 1-1 contro il Venezuela e pareggiato 0-0 contro il Perù, giovedì scorso. Oltre a esser messa in discussione da una serie di fondate perplessità tra gli addetti riguardo al gioco della squadra, tutta la nazionale argentina è attualmente investita da una campagna mediatica di feroci critiche a tappeto. L’unico giocatore a essere risparmiato dalle contestazioni e dai fischi degli spettatori delle partite è Leo Messi.
Nell’Ecuador – che giovedì scorso ha perso 2-1 in Cile – mancheranno per squalifica Arroyo e Antonio Valencia, e mancheranno anche altri calciatori di esperienza come Gabriel Achilier e Christian Noboa. Può essere un vantaggio, per l’Argentina, ma non è così scontato. Secondo quanto dichiarato dall’attuale commissario tecnico pro tempore dell’Ecuador – Jorge Célico, che ha preso il posto di Gustavo Quinteros – l’obiettivo è quello di provare a costruire le “basi” della futura nazionale avvalendosi di giocatori giovani e desiderosi di mostrare il loro talento.
All’Argentina mancherà Fernando Gago, che si è gravemente infortunato a un ginocchio durante la partita contro il Perù, e anche Ever Banega, escluso da Jorge Sampaoli per questa partita fondamentale. Non è ancora chiaro se in attacco l’Argentina punterà ancora su Dario Benedetto o se ci sarà Icardi o Dybala.
Le probabili formazioni:
ECUADOR: Banguera; Andres Lopez, Aimar, Arboleda, Christian Ramirez; Intriago, Orejuela, Romario Ibarra, Renato Ibarra; Enner Valencia, Ordonez.
ARGENTINA: Romero; Mercado, Mascherano, Otamendi, Acuna; Biglia, Eduardo Salvio, Enzo Perez, Di Maria; Messi, Dario Benedetto.
Giovedì scorso per il Cile è stata finalmente una giornata molto positiva, dopo mesi di critiche numerosissime e risultati deludenti. Grazie alla vittoria per 2-1 contro l’Ecuador, e alla concomitante sconfitta della Colombia, e al concomitante pareggio tra l’Argentina e il Perù, il Cile si è di colpo ritrovato in terza posizione in classifica, virtualmente qualificato per il prossimo Mondiale senza nemmeno dover passare per gli spareggi. Si tratta di una posizione piuttosto precaria, però, e bisognerà quantomeno confermarla in una delle trasferte più complicate che ci siano: a San Paolo contro il Brasile.
Pur essendo ormai prima in classifica e qualificata da tempo, la nazionale guidata dal commissario tecnico Tite sta mostrando un’immutata voglia di giocare e di vincere, e sta utilizzando queste ultime partite delle qualificazioni per cercare di consolidare schemi di gioco e possibili formazioni in vista dell’anno prossimo. Per questa ragione, pur essendo attualmente migliore rispetto a quella delle sue dirette avversarie, la posizione di classifica del Cile è probabilmente la più instabile. Il Brasile – il cui parziale offuscamento degli ultimi anni è stato in parte determinato anche dai successi del Cile – giocherà per vincere. «Se il Cile è in questa situazione non è colpa nostra», ha chiarito il difensore brasiliano dell’Inter Joao Miranda, smentendo indirettamente alcune ipotesi – un po’ ingenue – circolate sui social network nei giorni scorsi (e cioè che il Brasile possa avere interesse a favorire il Cile per ridurre le chance di qualificazione dell’Argentina).
Rispetto alla partita pareggiata in Bolivia venerdì scorso, il Brasile non avrà a disposizione Thiago Silva, infortunato, e al suo posto giocherà Marquinhos, suo compagno di squadra nel Paris Saint-Germain. In porta ci sarà Ederson del Manchester City e non più Alisson. Nel Cile mancherà per squalifica Arturo Vidal, giocatore che – benché recentemente molto criticato dalla stampa cilena – per i suoi compagno rappresenta certamente il principale punto di riferimento a centrocampo. Potrebbe però rientrare Charles Aránguiz, assente per infortunio contro l’Ecuador.
Le probabili formazioni:
BRASILE: Ederson; Dani Alves, Miranda, Marquinhos,Alex Sandro; Casemiro, Paulinho, Renato Augusto; Coutinho, Neymar, Gabriel Jesus.
CILE: Bravo; Isla, Medel, Jara, Beausejour; Francisco Silva, Aranguiz (o Felipe Gutierrez), Pablo Tucu Hernandez, Valdivia; Edu Vargas, Alexis Sanchez.
Allo stadio Monumental di Lima – contro qualsiasi pronostico immaginabile fino a due mesi fa – il Perù avrà una storica occasione di qualificarsi per il prossimo Mondiale trentacinque anni dopo l’ultima volta (era quello del 1982, vinto dall’Italia in Spagna). Grazie al pareggio fondamentale per 0-0 a Buenos Aires, giovedì scorso, ha tolto punti alla sua più diretta – e ben più attrezzata – avversaria in classifica, l’Argentina, e si trova in quinta posizione con la possibilità di giocarsi la qualificazione in uno scontro diretto contro la Colombia: chi vince va al Mondiale, chi perde va a casa quasi sicuramente. Il Perù ha 25 punti in classifica, uno in meno della Colombia e del Cile, e ora come ora finirebbe allo spareggio contro la Nuova Zelanda, buttando fuori l’Argentina per il maggior numero di gol segnati.
In caso di arrivo a pari punti, l’ordine di classifica è stabilito dai seguenti criteri, in ordine da quello più rilevante a quello meno rilevante: 1) migliore differenza reti; 2) maggior numero di gol segnati; 3) maggior numero di punti negli scontri diretti; 4) migliore differenza reti negli scontri diretti; 5) maggior numero di gol segnati negli scontri diretti; 6) maggior numero di gol segnati in trasferta negli scontri diretti; 7) maggior numero di punti fair play.
È stata proprio la clamorosa sconfitta della Colombia a Barranquilla contro il Paraguay per 2-1, giovedì scorso, a rendere ancora più incerto l’esito del torneo di qualificazione delle nazionali sudamericane, a soli novanta minuti dalla fine. Dopo essere passata in vantaggio con un gol di Falcao al 79°, la Colombia ha subìto due gol nei minuti di recupero e ha compromesso le sue possibilità di qualificazione. Un pareggio a Lima dovrebbe essere sufficiente, ma soltanto una vittoria darà la certezza matematica di partecipare al prossimo Mondiale senza passare per lo spareggio. E, a giudicare dalle prestazioni recenti del Perù, battere in trasferta una squadra così motivata non sarà una cosa semplicissima.
Tra i migliori giocatori del Perù nelle ultime partite merita una menzione a parte il portiere Pedro Gallese: la sua prestazione contro l’Argentina è stata eccellente, ed è anche grazie ai suoi interventi che il Perù aveva vinto il mese scorso a Quito contro l’Ecuador. Per Gallese e per la maggior parte dei giocatori della nazionale peruviana quella di martedì sarà la più importante partita della loro carriera professionale. Torneranno a disposizione anche i titolari Christian Cueva, Andre Carrillo e Christian Ramos, dopo aver scontato un turno di squalifica contro l’Argentina.
Le probabili formazioni:
PERÙ: Caceda; Christian Ramos, Alberto Rodriguez, Corzo, Trauco; Yotun, Renato Tapia, Carrillo, Cueva; Edison Flores, Paolo Guerrero.
COLOMBIA: Ospina; Arias, Sanchez, Murillo, Frank Fabra; Cuadrado, Carlos Sanchez, Aguilar (o Yimmi Chará), Barrios, James Rodriguez; Radamel Falcao.
Il pareggio per 0-0 ottenuto in Venezuela giovedì scorso, unito all’esito delle altre partite, ha permesso all’Uruguay di ottenere la certezza aritmetica della qualificazione al prossimo Mondiale. La nazionale guidata dal commissario tecnico Oscar Tabarez si trova in seconda posizione, e – a meno di risultati sfavorevoli estremamente improbabili – non sarà la squadra che andrà agli spareggi. Un pareggio o una vittoria nell’ultima partita, contro la Bolivia, penultima in classifica, permetterà all’Uruguay di mantenere la seconda posizione.
A centrocampo mancherà Nahitan Nandez, squalificato, il cui posto potrebbe essere occupato da Arrascaeta del Cruzeiro. Considerando la qualità dell’avversario e l’importanza relativa di questa partita, Tabare potrebbe anche approfittarne per provare qualche giocatore diverso rispetto alle formazioni titolari più recenti (lo juventino Rodrigo Bentancur, per esempio). In attacco dovrebbero comunque giocare i titolari Luis Suarez e Edinson Cavani.
Le probabili formazioni:
URUGUAY: Muslera; Gaston Silva, Godin, Gimenez, Caceres; Federico Valverde, Vecino, De Arrascaeta, Bentancur; Cavani, Suarez.
BOLIVIA: Lampe; Raldes, Valverde, Luis Gutierrez, Bejarano, Morales; Justiniano, Raul Castro, Marcelo Martins Moreno; Arce, Juan Eduardo Fierro.
Battendo clamorosamente la Colombia per 2-1 a Barranquilla, giovedì scorso, il Paraguay si è meritato la possibilità di giocarsi ancora qualche residua possibilità di qualificarsi al prossimo Mondiale. Al momento è la nazionale con meno probabilità di farcela: è in settima posizione con 24 punti, uno in meno del Perù e dell’Argentina. Deve assolutamente battere il Venezuela, nell’ultima partita ad Asunción, ma un’eventuale qualificazione è comunque subordinata al verificarsi di risultati favorevoli dagli altri campi. Una combinazione alquanto improbabile – sconfitta del Cile e pareggio o sconfitta dell’Argentina – permetterebbe al Paraguay addirittura di passare senza bisogno di spareggio.
Rispetto alla formazione che ha vinto in Colombia la settimana scorsa, nel Paraguay mancherà Richard Ortiz, squalificato. Non ci sarà nemmeno Víctor Cáceres, che ha preso un colpo a una caviglia ed è infortunato, e non è certa nemmeno la partecipazione del difensore Bruno Valdez, che ha lasciato l’ultima sessione di allenamento con qualche dolore muscolare. Nel Venezuela tornerà a disposizione Yangel Herrera ma in difesa mancherà per squalifica Mikel Villanueva, il difensore del Malaga in prestito al Cadice.
Le probabili formazioni:
PARAGUAY: Antony Silva; Valdez, Balbuena, Gustavo Gomez, Moreira; Samudio, Rodrigo Rojas, Piris, Angel Romero; Antonio Sanabria, Cardozo.
VENEZUELA: Fariñez; Victor Garcia, Quijada, Chancellor, Feltscher; Sergio Cordoba, Tomas Rincon, Yangel Herrera, John Murillo; Rondon, Josef Martinez.
Questo contenuto è stato modificato 11 Ottobre 2017 07:21
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