Tutte e quattro le giocatrici rimaste in corsa nel singolare femminile sono statunitensi. In semifinale, Venus Williams sfida Sloane Stephens, mentre Coco Vandeweghe affronta Madison Keys.
Sloane Stephens torna a disputare una semifinale Slam, a quattro stagioni di distanza dalla prima volta: nel 2013, agli Australian Open, fu capace di battere in rapida successione Simona Halep, Kristina Mladenovic, Laura Robson, Bojana Jovanovski e addirittura Serena Williams, salvo poi arrendersi di fronte a Victoria Azarenka. Dopo aver partecipato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, la giocatrice della Florida ha accusato un infortunio alla gamba sinistra ed è rimasta lontana dai campi fino allo scorso mese di luglio. Da alcune settimane, però, è tornata competitiva: semifinalista nel torneo del Canada e a Cincinnati, sogna adesso di spingersi persino oltre a Flushing Meadows. Sebbene abbia trentasette anni, si sia già aggiudicata sette Major e abbia disputato anche altre nove finali in tornei di questa categoria, soltanto considerando i risultati in singolare, Venus Williams non ha intenzione di fermarsi: dovrà comunque fare attenzione a Stephens, che l’ha sconfitta per 7-6 6-1 nell’unico precedente in archivio, disputato al Roland Garros nel 2015.
In questa edizione degli US Open, tutte le tenniste ancora in corsa per la conquista del titolo nel singolare femminile sono statunitensi, per la gioia del pubblico di casa. Dopo la sfida tra Venus Williams e Sloane Stephens, l’Arthur Ashe Stadium ospiterà quella tra Coco Vandeweghe e Madison Keys, entrambe a caccia della prima finale in una prova dello Slam. Nei quarti, Vandeweghe ha inflitto a Karolina Pliskova una sconfitta doppiamente pesante: la ceca è stata costretta a rimandare ancora una volta l’appuntamento con un eventuale trionfo in un Major e, da lunedì prossimo, dovrà cedere la leadership della classifica mondiale a Garbiñe Muguruza. Keys sta tornando su alti livelli di rendimento, dopo aver dovuto subire due operazioni al polso sinistro: di recente, ha battuto Vandeweghe a Stanford e a Cincinnati, ma bisogna ricordare che tutte e due le sfide sono state caratterizzate da più di ventidue game. Anche l’ormai imminente nuovo confronto dovrebbe essere combattuto, considerando l’elevatissima posta in palio, che spingerà le giocatrici a dare il massimo e a lottare fino in fondo.
Questo contenuto è stato modificato 7 Settembre 2017 11:45
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