La Mercedes di Lewis Hamilton ha ottenuto la pole position nel Gran Premio d'Australia, prima gara del Mondiale 2017 di Formula 1, ma stavolta in prima fila insieme a lui partirà una Ferrari: quella di Sebastian Vettel, indietro di un paio di decimi di secondo. Terzo Valtteri Bottas con l'altra Mercedes, quarto Kimi Raikkonen con l'altra Ferrari. Cosa aspettarsi dalla gara (e dalla nuova stagione)?
La Mercedes di Lewis Hamilton ha ottenuto la pole position nel Gran Premio d’Australia, prima gara del Mondiale 2017 di Formula 1, ma stavolta in prima fila insieme a lui partirà una Ferrari: quella di Sebastian Vettel, indietro di un paio di decimi di secondo. Terzo Valtteri Bottas con l’altra Mercedes, quarto Kimi Raikkonen con l’altra Ferrari. Cosa aspettarsi dalla gara (e dalla nuova stagione)?
Molto sul piano tecnico del regolamento, non moltissimo sul piano dei rapporti di forza in pista, per ora. La prima notevole differenza tra le macchine del 2017 e quelle della stagione scorsa è che le nuove hanno una carreggiata più larga, ruote più larghe, alettoni più larghi e un diverso profilo – più lungo – degli estrattori posti nella parte inferiore del telaio. Come conseguenza diretta di queste modifiche, si raggiungono velocità di punta leggermente inferiori sul rettilineo – a causa della maggiore resistenza opposta dalle macchine più larghe – ma si corre molto più veloce nel complesso, per via della maggiore aderenza delle macchine al suolo nelle curve veloci. E si tratta di una differenza sostanziale, che permetterà di guadagnare fino a quattro secondi al giro rispetto ai tempi ottenuti dalle macchine delle stagioni più recenti.
È altamente probabile che in molti Gran Premi, nel corso del campionato, saranno stabiliti i nuovi record dei circuiti, come già è accaduto nelle qualifiche a Melbourne, nel Gran Premio d’Australia, prima gara stagionale.
Nella Q3, Lewis Hamilton ha ottenuto il giro più veloce mai registrato sulla pista del circuito “Albert Park” a Melbourne. Il suo tempo (1:22.188) è migliore di 1,7 secondi rispetto al tempo della sua pole position del 2016 e migliore di 1,4 secondi rispetto al record della pista, attualmente stabilito da Sebastian Vettel nel 2011 con la Red Bull (per i record ufficiali si considerano solo i giri compiuti in gara). Il margine di vantaggio della Mercedes rispetto alla Ferrari sembra comunque essersi ridotto, come dimostra il fatto che Sebastian Vettel sia riuscito a ottenere il secondo tempo, a poco più di due decimi da Hamilton (ed era dal 2015 che la Ferrari non piazzava una macchina in prima fila).
Dietro Vettel, con un ritardo di soli 25 millesimi di secondo, si è piazzato Valtteri Bottas, il nuovo pilota della Mercedes, “sottratto” alla Williams e assunto alla fine del 2016 per rimpiazzare il campione del mondo Nico Rosberg, che si è ritirato. Non è andato troppo male, per essere la sua prima qualifica con la Mercedes, ma in nessun momento di questo primo fine settimana di Formula 1 Bottas ha dato l’impressione di essere al livello di Hamilton, come invece capitava spesso a Rosberg, specialmente l’anno scorso. L’impressione è che abbia ampi margini di miglioramento, ovviamente, ma anche che – col ritiro di Rosberg – Hamilton ci abbia guadagnato un compagno di squadra meno problematico. Kimi Raikkonen è arrivato quarto ma ha un po’ deluso anche lui le aspettative, specialmente considerando quanto forte era andato nelle settimane scorse durante i test. Nelle qualifiche del Gran Premio d’Australia, invece, si è preso quasi sei decimi di secondo dal compagno di squadra Vettel, ossia un margine molto inusuale nella stagione scorsa.
La Red Bull, da molti accreditata come la principale avversaria della Mercedes insieme alla Ferrari, è andata abbastanza male. Max Verstappen ha limitato i danni ottenendo la quinta posizione, ma il suo migliore tempo è peggiore di 1,2 secondi rispetto alla pole position. Nel corso delle prove libere, inoltre, aveva spesso dato l’impressione di guidare “al limite”, tirando fuori il massimo da una macchina instabile e difficile da tenere in pista.
Daniel Ricciardo, con l’altra Red Bull, è stato protagonista di un incidente nel suo primo tentativo durante la Q3, che ha causato l’interruzione della sessione. Ha perso il controllo del retrotreno in uscita di una curva – una situazione piuttosto frequente e comune a molti piloti, in questi primi due giorni in Australia – e ha sfasciato la macchina contro le barriere. Non ha segnato tempi, nella Q3, e quindi partirà dalla decima posizione.
Dietro Mercedes, Ferrari e Red Bull, le squadre più attrezzate sembrano essere ancora la Williams, la Toro Rosso e la Force India, ma una eccellente qualifica di Romain Grosjean ha permesso a una delle due Haas di piazzarsi in sesta posizione, davanti alla Williams di Massa. Entrambi sono andati enormemente meglio – roba di oltre un paio di secondi – rispetto ai compagni di squadra Magnussen, 17° con l’altra Haas, e Lance Stroll, penultimo con l’altra Williams.
Ha fatto una bella figura invece uno che manco doveva esserci: il pilota italiano Antonio Giovinazzi, ventitreenne collaudatore della Ferrari, è stato assunto d’urgenza dalla Sauber – con l’autorizzazione della Ferrari, peraltro fornitrice delle power unit della Sauber – per guidare nelle qualifiche e nella gara del Gran Premio d’Australia. Il pilota titolare della Sauber, il tedesco Pascal Wehrlein, ha infatti rinunciato a prendere parte al resto del Gran Premio riferendo, dopo le prove libere di venerdì, di avere problemi fisici in parte legati a un suo precedente incidente in una gara di un’altra categoria, disputata a gennaio scorso. Al suo esordio, nonostante la totale assenza di esperienza alla guida di una Sauber, Giovinazzi ha ottenuto il 16° tempo, e solo per due decimi di secondo non è riuscito a qualificarsi per la Q2.
Infine c’è una situazione ancora abbastanza complicata in McLaren, dove in molti si aspettavano che un significativo progresso nello sviluppo della macchina potesse portare i piloti a competere per le prime cinque posizioni. I test invernali, nelle settimane scorse, avevano già indicato quanto fosse incauta e ottimistica come previsione: le McLaren hanno compiuto pochissimi giri, rispetto alle altre squadre, a causa di numerosi problemi alla nuova power unit Honda (sette imprevisti, tra rotture e guasti minori). Nelle qualifiche a Melbourne Alonso è riuscito a ottenere a stento il tredicesimo tempo, e il suo compagno di squadra Stoffel Vandoorne – che ha preso il posto di Jenson Button – ha ottenuto il terzultimo tempo, lamentandosi di una grave perdita di potenza forse dovuta a un problema con l’iniezione del carburante.
È importante far notare che – secondo quanto sostenuto da diversi piloti, e da quanto emerso nei test invernali e nelle prove in Australia – le macchine di quest’anno sono generalmente più difficili da guidare e molto più difficili da controllare in caso di errori di guida da parte dei piloti. Questo aumenta le possibilità che anche un errore banale possa determinare un fuori pista o un ritiro. È capitato a un pilota esperto come Ricciardo, figurarsi con chi è appena arrivato in Formula 1. Uno che si è già, forse prematuramente, costruito una brutta reputazione di pilota inaffidabile (c’è persino un sito che tiene il conto dei suoi incidenti) è l’esordiente Lance Stroll, diciottenne pilota canadese della Williams. Dopo aver commesso tre errori durante i test delle settimane scorse, nelle prove libere di sabato mattina ha preso un muro e ha sfasciato la macchina. È poi riuscito a partecipare alle qualifiche e a ottenere il penultimo tempo, ma partirà comunque ultimo a causa dell’arretramento di cinque posizioni come sanzione per aver sostituito il cambio, in seguito all’incidente.
Un errore in uscita di curva lo ha commesso anche Jolyon Palmer, pilota della Renault, che nella seconda sessione di prove libere di venerdì ha danneggiato seriamente la sua macchina. Sabato ha regolarmente partecipato alla sessione di qualifiche ma ha ottenuto l’ultimo tempo, a oltre sei secondi dalla pole position di Hamilton (partirà penultimo per via della penalizzazione a Stroll).
pos | pilota | squadra/motore | tempo | ritardo |
---|---|---|---|---|
1 | Lewis Hamilton | Mercedes | 1m22.188s | – |
2 | Sebastian Vettel | Ferrari | 1m22.456s | 0.268s |
3 | Valtteri Bottas | Mercedes | 1m22.481s | 0.293s |
4 | Kimi Raikkonen | Ferrari | 1m23.033s | 0.845s |
5 | Max Verstappen | Red Bull/Renault | 1m23.485s | 1.297s |
6 | Romain Grosjean | Haas/Ferrari | 1m24.074s | 1.886s |
7 | Felipe Massa | Williams/Mercedes | 1m24.443s | 2.255s |
8 | Carlos Sainz | Toro Rosso/Renault | 1m24.487s | 2.299s |
9 | Daniil Kvyat | Toro Rosso/Renault | 1m24.512s | 2.324s |
10 | Daniel Ricciardo | Red Bull/Renault | – | – |
11 | Sergio Perez | Force India/Mercedes | 1m25.081s | 2.893s |
12 | Nico Hulkenberg | Renault | 1m25.091s | 2.903s |
13 | Fernando Alonso | McLaren/Honda | 1m25.425s | 3.237s |
14 | Esteban Ocon | Force India/Mercedes | 1m25.568s | 3.380s |
15 | Marcus Ericsson | Sauber/Ferrari | 1m26.465s | 4.277s |
16 | Antonio Giovinazzi | Sauber/Ferrari | 1m26.419s | 4.231s |
17 | Kevin Magnussen | Haas/Ferrari | 1m26.847s | 4.659s |
18 | Stoffel Vandoorne | McLaren/Honda | 1m26.858s | 4.670s |
19 | Jolyon Palmer | Renault | 1m28.244s | 6.056s |
20 | Lance Stroll * | Williams/Mercedes | 1m27.143s | 4.955s |
* Lance Stroll ha ottenuto il diciannovesimo tempo ma è stato penalizzato con un arretramento di cinque posizioni per la sostituzione del cambio sulla sua macchina.
(La classifica finale del Gran Premio, per semplificare la verifica dei pronostici corretti da parte dei lettori e, soprattutto, per tenere un archivio da consultare nei weekend di gara).
GIRO PIÙ VELOCE: Kimi Raikkonen (Ferrari) |
Pos | pilota | squadra/motore | tempo/distacco | giri completati |
---|---|---|---|---|
1 | Sebastian Vettel | Ferrari | 1h24m11.672s | 57 |
2 | Lewis Hamilton | Mercedes | 9.975s | 57 |
3 | Valtteri Bottas | Mercedes | 11.250s | 57 |
4 | Kimi Raikkonen | Ferrari | 22.393s | 57 |
5 | Max Verstappen | Red Bull/Renault | 28.827s | 57 |
6 | Felipe Massa | Williams/Mercedes | 1m23.386s | 57 |
7 | Sergio Perez | Force India/Mercedes | 1 giro | 56 |
8 | Carlos Sainz | Toro Rosso/Renault | 1 giro | 56 |
9 | Daniil Kvyat | Toro Rosso/Renault | 1 giro | 56 |
10 | Esteban Ocon | Force India/Mercedes | 1 giro | 56 |
11 | Nico Hulkenberg | Renault | 1 giro | 56 |
12 | Antonio Giovinazzi | Sauber/Ferrari | 2 giri | 55 |
13 | Stoffel Vandoorne | McLaren/Honda | 2 giri | 55 |
– | Fernando Alonso* | McLaren/Honda | sospensione (dopo collisione) | 50 |
– | Kevin Magnussen* | Haas/Ferrari | foratura | 46 |
– | Lance Stroll* | Williams/Mercedes | guasto ai freni | 40 |
– | Daniel Ricciardo* | Red Bull/Renault | guasto alla Power Unit | 25 |
– | Marcus Ericsson* | Sauber/Ferrari | incidente | 21 |
– | Jolyon Palmer* | Renault | guasto ai freni | 15 |
– | Romain Grosjean* | Haas/Ferrari | perdita acqua | 13 |
– | Pascal Wehrlein* | Sauber/Ferrari | non partecipante | 0 |
* non classificati
(i piloti “non classificati” sono soltanto quelli che non completano almeno il 90% dei giri previsti)
Questo contenuto è stato modificato 27 Marzo 2017 10:32
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