Stando ai precedenti e alle partite recenti di entrambe le squadre, quello tra Bayer Leverkusen e Atletico Madrid si presenta come uno degli ottavi meno avvincenti di questa edizione. Studiamo le probabili formazioni, le assenze e le ultime news per capire cosa aspettarci dalla partita di andata.
Stando ai precedenti e alle partite recenti di entrambe le squadre, quello tra Bayer Leverkusen e Atletico Madrid si presenta come uno degli ottavi meno avvincenti di questa edizione. Studiamo le probabili formazioni, le assenze e le ultime news per capire cosa aspettarci dalla partita di andata.
Il Bayer Leverkusen e l’Atletico Madrid si ritrovano avversari negli ottavi di Champions League dopo essersi già affrontati negli ottavi dell’edizione del 2014-2015, più o meno due anni fa. Furono due brutte partite: all’andata a Leverkusen vinse il Bayer 1-0, con un gol di Calhanoglu, e al ritorno a Madrid l’Atletico vinse 1-0 nei novanta minuti, grazie a un gol di Mario Suarez, e riuscì a qualificarsi ai calci di rigore (nel Bayer sbagliarono in tre: Calhanoglu, Toprak e Kiessling). Da quell’edizione a oggi è cambiato molto poco, e di certo non la previsione generale già compiuta alla vigilia di quell’ottavo, e cioè che difficilmente queste due partite potranno essere definite “spettacolari” alla fine di questo turno. Il Bayer Leverkusen è forse una squadra peggiore, rispetto ad allora. L’Atletico Madrid ha un approccio alle partite forse leggermente meno difensivo. Ma la zuppa non cambia moltissimo.
Il Bayer Leverkusen si è qualificato agli ottavi di Champions League in qualità di seconda squadra classificata nel gruppo E, dietro il Monaco e davanti a Tottenham e CSKA Mosca. Non era un gruppetto semplicissimo, e il Bayer non era più favorito degli altri per il passaggio del turno. Ha basato tutto su una eccellente fase difensiva (tranne che nella partita iniziale, pareggiata 2-2 in casa contro il CSKA), e ha saputo prendere tre punti in trasferta contro il Tottenham, battuto 1-0 grazie a un gol di Kevin Kampl, in una partita decisiva giocata all’inizio di novembre, dopo il precedente pareggio per 0-0 a Leverkusen. L’altra vittoria nella fase a gironi è arrivata all’ultima giornata, per 3-0 in casa contro il Monaco, già qualificato prima di quella partita.
In campionato il Bayer sta facendo molta più fatica a mostrare qualcosa di buono, e piuttosto sta fornendo molte ragioni ai numerosi commentatori che la reputano una squadra indebolita rispetto agli anni più recenti. L’inizio del campionato è stato talmente difficile che il posto dell’allenatore Roger Schmidt è stato più volte messo in discussione. Dopo ventuno giornate il Bayer si trova in ottava posizione con quattro punti in meno rispetto all’Hertha Berlino, sesto, e venti in meno rispetto al Bayern Monaco, primo. Dopo due sconfitte alquanto deludenti contro due squadre tecnicamente inferiori (Borussia Monchengladbach e Amburgo), nelle ultime due settimane però il Bayer è riuscito a ottenere due vittorie consecutive contro l’ottimo Eintracht Francoforte (3-0) e contro l’Augsburg in trasferta (3-1), venerdì scorso, con due gol del “Chicharito” Javier Hernandez sia contro l’Eintracht che contro l’Augsbirg.
Oltre al “Chicharito”, le cui qualità sono da tempo note in campo internazionale, nel Bayer Leverkusen si sono recentemente fatti notare alcuni giovani molto ricercati dai grandi club d’Europa: l’ala sinistra Julian Brandt (20 anni), il mediano e difensore centrale Benjamin Henrichs (19 anni) e il trequartista Kai Havertz (17 anni). Tra i giocatori di talento superiore alla media il Bayer ha tuttavia perso recentemente il turco Hakan Calhanoglu, che è stato squalificato dalla FIFA fino alla fine della stagione (e multato di 100 mila euro) per aver violato un accordo preso con il Trabzonspor nel 2011.
Le perplessità emerse tra gli osservatori in merito ai recenti risultati dell’Atletico in campionato e in Coppa del Re (da cui è stato eliminato perdendo contro il Barcellona) sono controbilanciate dagli apprezzamenti ricevuti all’inizio della stagione per la brillante fase a gironi di Champions. L’Atletico ha vinto cinque partite su sei nel suo gruppo (D), finendo davanti al Bayern Monaco (con tre punti di vantaggio) e molto davanti al Rostov e al PSV Eindhoven. Con solo due gol subiti in sei partite è stata la miglior difesa del torneo nella fase a gruppi, insieme alla Juventus e al Copenhagen (che tuttavia è stato eliminato).
In campionato la squadra allenata da Simeone si trova al momento in quarta posizione e ora in netta ripresa, dopo una certa flessione che già tra novembre e dicembre le aveva impedito di rimanere attaccata al trio di testa (Real Madrid, Barcellona e Siviglia). Guardando non soltanto i risultati ma anche la maggiore o minore propensione al rischio e alla sperimentazione da parte dell’allenatore, l’impressione è che – intenzionalmente o no – l’Atletico quest’anno abbia dedicato alla Liga una concentrazione e un impegno da subito minori rispetto a quelli riversati nella Champions League, ormai da anni ritenuto il trofeo principale da vincere, dopo le due finali persi in tre edizioni (l’altra squadra d’Europa vagamente assimilabile per questa persistente ambizione, e quindi non solo per la buona difesa, è la Juventus).
Nelle ultime settimane l’Atletico è anche sembrato più sbilanciato e offensivo del consueto, una circostanza in parte dovuta anche al recupero atletico di Carrasco, finalmente in forma dopo alcune settimane trascorse tra infermeria e panchina all’inizio dell’anno. Sabato scorso è sembrato essersi improvvisamente risvegliato anche Gameiro, entrato al 62° e autore di tre gol – tra l’80° e l’85° – che hanno permesso all’Atletico di vincere 4-1 una partita in trasferta a Gijón in cui rischiava di lasciare altri punti, contro lo Sporting. La scelta di Simeone, a questo punto, è tra Gameiro e Fernando Torres, in buona forma anche lui. Ma l’unica cosa certa è che niente di buono possa essere compiuto dall’Atletico senza il contributo fondamentale di Antoine Griezmann, il giocatore più forte e probabilmente tra i pochissimi – insieme a Carrasco e forse Saul Niguez – in grado di tirare fuori un gol da un’azione completamente individuale.
Il Bayer, come detto, è senza Calhanoglu fino alla fine della stagione. Non sono chiare le condizioni di Bender, sostituito al 40° minuto della partita contro l’Augsburg per una contusione, ma Schmidt è sembrato piuttosto fiducioso sulle possibilità di un pieno recupero del centrocampista. Nell’Atletico mancano di sicuro due difensori titolari infortunati, piuttosto influenti: Diego Godin e Juanfran. Quasi del tutto irrilevanti sono invece le ormai prolungate assenze di Tiago e Augusto Fernandez. In porta dovrebbe giocare ancora una volta Moya, benché il titolare Jan Oblak – a lungo infortunato – sia ormai da qualche giorno tornato a disposizione dell’allenatore.
Sembra piuttosto improbabile che in una trasferta così importante e rischiosa Simeone decida di affidarsi nuovamente a questa sorta di modulo a tre punte con Carrasco praticamente attaccato alle due punte di ruolo. Piuttosto al trequartista belga sarà sì lasciata libertà di manovra ma anche richiesto il solito, puntuale compito di copertura sulla fascia sinistra, quella in cui preferisce giocare. Vista l’assenza di Godin e la reputazione ed esperienza internazionali dell’avversario, c’è da aspettarsi che a tutto il centrocampo Simeone chiederà – anche più del solito – il massimo sacrificio e di aiutare costantemente la difesa, per intercettare o respingere eventuali attacchi del Bayer.
Le probabili formazioni:
BAYER LEVERKUSEN: Leno; Wendell, Jedvaj (o Dragovic), Toprak, Henrichs; Bender (o Aránguiz), Baumgartlinger, Brandt, Kampl (o Havertz); Kiessling, Chicharito.
ATLETICO MADRID: Moya; Filipe Luis, Gimenez (o Lucas Hernandez), Savic, Vrsaljko; Gabi, Saul Niguez, Koke, Carrasco; Gameiro (o Fernando Torres), Griezmann.
Questo contenuto è stato modificato 21 Febbraio 2017 23:14
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