La Juventus ritrova a un solo anno dall’ultimo confronto il Siviglia nella prima giornata del gruppo H di Champions League. L’altra partita è Lione-Dinamo Zagabria.
JUVENTUS – SIVIGLIA | mercoledì ore 20:45
L’inizio di stagione della Juventus è stato entusiasmante: dopo gli acquisti nel corso del calciomercato estivo di Dani Alves, Benatia, Pjanic, Pjaca e soprattutto Higuain c’era grande attesa intorno alla squadra allenata da Allegri, attesa non delusa considerate le tre vittorie consecutive in campionato contro avversari non semplici (Fiorentina, Lazio e Sassuolo). In particolare ha subito avuto un impatto devastante Higuain, che ha segnato all’esordio contro la Fiorentina sul risultato di 1-1 a soli nove minuti dal suo ingresso in campo, mentre nella prima partita giocata da titolare contro il Sassuolo ha fatto una doppietta nei primi dieci minuti di gioco.
Nell’ultima partita contro il Sassuolo – pur affrontando una squadra priva di alcuni titolari importanti come Berardi e Defrel – la Juventus ha impressionato, segnando tre gol in mezzora e dominando in lungo e in largo. Dopo il 3-0 però la squadra campione d’Italia è stata a volte approssimativa in fase difensiva, e in verità già sullo 0-0 aveva rischiato di subire gol, con Buffon chiamato a un intervento difficile sul tiro di Politano. Allegri si è lamentato dell’assenza di concentrazione nella fase difensiva, che in effetti potrebbe essere un problema contro una squadra imprevedibile in attacco come il Siviglia.
L’allenatore della Juventus è molto attento alla fase di non possesso palla, con due attaccanti forti come Dybala e Higuain non subire gol è già un primo indizio di vittoria probabile, e forse per questo motivo finora non ha mai schierato il nuovo acquisto Pjanic nel ruolo di regista. La Juventus ha ceduto Pogba al Manchester United in estate, e il reparto meno forte è ora probabilmente il centrocampo, anche in virtù dell’assenza di Marchisio per infortunio. Schierare Pjanic come regista – persi i muscoli e la corsa di Pogba – potrebbe essere un problema in fase di non possesso palla, Allegri è consapevole di questo attuale limite della sua squadra, e poi c’è da fare i conti con le ultime prestazioni negative di Chiellini, che soprattutto con la nazionale ha combinato parecchi guai.
La Juventus è fortissima, con i nuovi acquisti può puntare a raggiungere almeno le semifinali di Champions League, ma soprattutto in questa partita la sensazione è che per una volta vincerà perché ha il migliore attacco e non la migliore difesa.
Come sostenuto alcuni giorni fa, il Siviglia è già adesso una squadra diversa, meno forte in assoluto rispetto a quella vincente allenata da Unai Emery ma paradossalmente più complicata da affrontare per avversarie di alto livello come la Juventus. I punti deboli emersi nelle prime giornate di campionato – ci sono, e più di uno – sono controbilanciati da una maggiore imprevedibilità sulla trequarti e in attacco, zone del campo in cui il Siviglia si trova a volte ad attaccare anche con sei calciatori nello stesso momento. È una caratteristica chiaramente riconducibile ai principi di gioco di Jorge Sampaoli, energico e carismatico allenatore argentino di “fede” bielsista, con oltre vent’anni di esperienze vincenti alle spalle, tra cui la più recente è la vittoria della Coppa America nel 2015 da allenatore del Cile.
Domenica scorsa il Siviglia ha giocato in casa contro una delle squadre attualmente più in forma nel campionato spagnolo, il Las Palmas (dove da quest’anno gioca, tra gli altri, Kevin-Prince Boateng). Più che fare turnover (una squadra “titolare” completa non c’è ancora), Sampaoli ha scelto di sospendere il suo abituale 3-5-2 e usare un 4-1-4-1 tenendo a riposo quei giocatori che presumibilmente dovrebbero partite titolari contro la Juventus: Vietto, Sarabia, Vitolo e Kiyotake. Contro il Las Palmas si è messa male quasi subito: in svantaggio dopo un quarto d’ora, il Siviglia ha anche subìto il gioco degli avversari per buona parte della prima mezz’ora di gioco. Sampaoli ha quindi dovuto rivedere le sue scelte e nel secondo tempo sono entrati Vitolo e, al 65°, Sarabia e Carlos Fernandez, nazionale spagnolo U-19.
All’88° Vitolo si è procurato il rigore che Sarabia ha concretizzato nel gol del pareggio del Siviglia; e al 93°, su calcio d’angolo e successiva zuffa in area piccola, Carlos Fernandez ha messo il pallone in rete da due passi e dato i tre punti al Siviglia. Sampaoli, festante in panchina, sembrava un assatanato.
È difficile, dopo solo un mese scarso di lavoro intenso, spiegare come giochi il Siviglia di Sampaoli. Dopo la prima partita stravinta 6-4 contro l’Espanyol, ha pareggiato 0-0 una complicata partita in casa del Villarreal, dimostrando di saper variare strategia all’occorrenza e “parare i colpi” quando necessario. Tendenzialmente il modulo è un 3-5-2 con N’Zonzi unico centrocampista di copertura, e anche di impostazione iniziale: tutti quelli che gli stanno davanti, in sostanza, nascono o trequartisti o mezze punte, e si sacrificano moltissimo in fase di non possesso palla facendo pressing sul portatore di palla. Questa abbondanza di giocatori in area o nei dintorni dell’area porta molto spesso gli avversari a trascurare lo stesso N’Zonzi, giocatore bravo negli inserimenti e pericoloso sui colpi di testa (sembra molto maturato e consapevole delle proprie responsabilità rispetto alle ultime due stagioni).
I giocatori sulla trequarti che finora hanno interpretato meglio le indicazioni tattiche di Sampaoli sono: il ventiquattrenne Pablo Sarabia, ex giovanili del Real Madrid ed ex Getafe (già due assist e due gol in tre partite); l’ex Palermo Franco Vázquez (un gol e un assist), che per ora ha sicuramente vinto il “duello” interno con Ganso; il giapponese Hiroshi Kiyotake (un gol e un assist anche lui), velocissimo trequartista e ala già nell’Hannover e prima nel Norimberga; e Vitolo, uno dei più importanti esterni offensivi già nel Siviglia di Emery. Sono questi i giocatori più pericolosi, oltre al ventiduenne Luciano Vietto, un attaccante potenzialmente eccezionale, capace di segnare gol complicatissimi ma di sbagliarne anche di clamorosi quando non gli gira bene.
Uno degli attuali limiti del Siviglia è che la squadra non è ancora in grado di sviluppare pericolose azioni di attacco con regolarità e insistenza: alterna fasi di “assedio” irresistibili a inconcludenti giropalla davanti l’area avversaria. Ma il principale punto debole del Siviglia è la fase difensiva: se N’Zonzi perde palla in fase di impostazione o “chiude” male sul portatore di palla avversario in contropiede, dietro a difendere la porta ne restano pochissimi. Inoltre la difesa del Siviglia ha finora mostrato con una certa preoccupante frequenza una tendenza a lasciare troppo spazio per i passaggi filtranti. Un’azione molto rapida del Las Palmas domenica scorsa – non conclusa in rete da Livaja – mostra piuttosto bene entrambe queste debolezze (e la difesa era a quattro), ed è proprio in questo genere di circostanze di gioco che la Juventus ha forse le maggiori possibilità di segnare al Siviglia.
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Le probabili formazioni:
JUVENTUS: Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Dani Alves, Khedira, Lemina, Pjanić, Evra; Higuaín, Dybala.
SIVIGLIA: Rico; Mariano, Pareja, Rami, Escudero; N’Zonzi, Sarabia, Kiyotake; Vitolo, Vazquez, Vietto.
1X + OVER 1.5 (1.42, Better)
GOL (2.25, Bwin)
HIGUAIN MARCATORE (2.10, Better)
LIONE – DINAMO ZAGABRIA | mercoledì ore 20:45
Pochi giorni fa, il Lione è stato battuto in casa per 3-1 dal Bordeaux: è passato in vantaggio già al secondo minuto con Aldo Kalulu, ma poi è stato raggiunto da una rete di Malcom, è rimasto in inferiorità numerica per l’espulsione di Maxime Gonalons e ha incassato anche i gol di Gregory Sertic e Jérémy Menez, ex calciatore di Roma e Milan, che ha chiuso i conti proprio allo scadere. Si è però trattato soltanto della prima sconfitta subita dalla squadra allenata da Bruno Génésio allo “Stade des Lumières”, splendido impianto conosciuto anche con il nome di “Parc OL”, che è stato inaugurato nello scorso mese di gennaio e ha ospitato anche alcune partite dei recenti Campionati Europei.
Sul proprio campo, insomma, il Lione – che ha concluso la passata edizione della Ligue 1 al secondo posto, piazzamento davvero onorevole, considerando lo strapotere esercitato dal Paris Saint Germain – è molto temibile. Vista l’assenza dell’infortunato Alexandre Lacazette, attaccante di buonissimo livello, Génésio sembra intenzionato a ridisegnare la propria squadra, passando dall’abituale 4-3-3 a un più prudente 3-5-1-1, con Corentin Tolisso a sostegno di Maxwel Cornet. Il trio formato da Nicolas Nkoulou, Mapo Yanga-Mbiwa e Jérémy Morel dovrebbe agire in difesa ed essere supportato dai due laterali, Rafael e Maciej Rybus, in fase di non possesso palla. Un simile assetto tattico ostacolerà le velleità offensive della Dinamo Zagabria, che peraltro in estate si è privata di Marko Pjaca – trequartista di grande talento – e Marko Rog, centrocampista bravo negli inserimenti: entrambi giocano adesso in Italia, ripetitivamente nella Juventus e nel Napoli. La formazione croata, inoltre, deve fare i conti con i problemi fisici di capitan Domagoj Antolic e di Alexandru Matel.
Le probabili formazioni:
LIONE: Lopes; Nkoulou, Yanga-Mbiwa, Morel; Rafael, Ferri, Gonalons, Darder, Rybus; Tolisso; Cornet.
DINAMO ZAGABRIA: Šemper; Stojanovič, Sigali, Schildenfeld, Pivarić; Machado, Jonas; Soudani, Ćorić, Fernandes; Henriquez.
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