Real Madrid – Atletico Madrid, la finale di Champions League

Sabato sera a Milano Real Madrid e Atletico Madrid giocheranno la finale di Champions League per la seconda volta in tre anni: cosa è cambiato da allora? Che partita di calcio ne uscirà stavolta? Parliamone.

Le probabili formazioni:

REAL MADRID: Navas; Carvajal, Pepe, Ramos, Marcelo; Casemiro, Kroos, Modric; Bale, Ronaldo, Benzema.
ATLETICO MADRID: Oblak; Juanfran, Savic, Godín, Filipe Luis; Saúl Niguez, Gabi, Carrasco (o Augusto Fernandez), Koke; Griezmann, F. Torres.

REAL MADRID – ATLETICO MADRID | sabato ore 20:45

Sabato sera allo stadio “San Siro” a Milano si giocherà una finale di Champions League tra due squadre spagnole comunemente ritenute non le più forti in assoluto attualmente in Europa ma certamente tra le più forti per storia e tradizione (il Real Madrid) e le più “complete” e difficili da battere in anni recenti (l’Atletico Madrid). È una finale che si ripete a distanza di solo due anni: nell’edizione della Champions League 2013-2014, a Lisbona, l’Atletico Madrid si portò in vantaggio per 1-0 grazie a un gol di testa di Godin, e sembrò davvero avercela fatta, prima che Sergio Ramos segnasse il gol del pareggio – di testa pure lui, su calcio d’angolo – al terzo minuto di recupero spostando completamente l’inerzia della partita a favore del Real.

Ai tempi supplementari il Real ne segnò altri tre e vinse la partita 4-1. Finì in vacca come al solito, con Simeone espulso durante il recupero e, complessivamente, dodici ammonizioni. Pur arrivando alla finale nettamente da sfavorito, e pur dovendo fare a meno di due giocatori essenziali come Arda Turan e Diego Costa, l’Atletico giocò per quasi un’ora con l’illusione di esserci quasi riuscito, a diventare la squadra campione d’Europa, ma alla fine ci rimediò una delle maggiori delusioni sportive della sua storia.

Nella stagione seguente, in Champions League, Real e Atletico si sono affrontate un’altra volta: è accaduto ai quarti di finale, ed è passato il Real Madrid con uno 0-0 all’andata al “Vicente Calderón” e un 1-0 al ritorno al “Bernabéu”.

E tuttavia, tolte queste due vittorie, nelle ultime dodici partite giocate contro l’Atletico in qualsiasi competizione il Real Madrid non ne ha vinto nessun’altra. E anche stavolta – forse più del solito – esistono ragioni tecniche per ritenere concrete per l’Atletico Madrid le possibilità di vincere la partita, che proprio per queste ragioni si presenta come una delle finali di Champions League più equilibrate di sempre. Inoltre Real e Atletico ci arrivano stavolta dopo una preparazione di due settimane piene senza nessun altro impegno in mezzo.

I punti a favore dell’Atletico Madrid

Sebbene in campionato alla fine abbia ottenuto una posizione di classifica peggiore (terzo con 88 punti, due in meno rispetto al Real e tre in meno rispetto al Barcellona), per tutta la stagione – praticamente fino alla penultima giornata – l’Atletico Madrid ha sempre dato l’impressione di essere una squadra più “completa” e più equilibrata rispetto al Real Madrid (e, a tratti, anche rispetto al Barcellona). Di giocare la finale di Champions League, a prescindere dai gusti di esperti e appassionati di calcio, se l’è meritato tutto: ha eliminato ai quarti di finale il Barcellona, campione in carica, e in semifinale il Bayern Monaco. Vale a dire che il lavoro sporco – togliere di mezzo le due squadre più forti in circolazione in Europa – se l’è sbrigato da sé.

Forse nessuna squadra al mondo riesce meglio dell’Atletico Madrid a chiudere gli spazi senza scomporsi. A differenza di tante altre squadre d’Europa l’Atletico ci riesce senza mai perdere ordine e distanze tra le linee: se un difensore si alza per raddoppiare una marcatura sulla mediana e ostacolare un tiro in porta, uno degli altri tre “copre” il buco lasciato da quello che è salito e riduce lo spazio a disposizione della squadra avversaria per eventuali inserimenti o passaggi filtranti. È un sistema di gioco molto semplice, quasi elementare, eppure tutte le squadre che lo praticano abitualmente prima o poi l’errore in chiusura lo commettono, e ci scappa spesso un gol. Contro l’Atletico invece è praticamente impossibile costruire un’azione in modi convenzionali e intanto non perdere il pallone.

(Il Real perde il pallone in un’azione durante Real-Atletico del 27 febbraio 2016)

Meglio, semmai, sparigliare tra i vari reparti e favorire imprevedibilità a centrocampo e frequenti sovrapposizioni di calciatori che in quella parte del campo non ti aspetteresti di vedere. È una tattica che, a tratti, ha praticato il Bayern Monaco in semifinale con buoni risultati: quantomeno ha impegnato Jan Oblak, ché contro l’Atletico è già tanto (in otto partite in questa edizione della Champions League non ha subìto neanche un gol).

Puntando comunque molto sui principali punti di forza della squadra – la migliore difesa d’Europa e una snervante marcatura a tutto campo – quest’anno l’Atletico Madrid ha aggiunto al proprio gioco qualche miglioramento rispetto al recente passato: maggiore precisione nei passaggi, maggiore velocità e creatività sulla trequarti, più ampiezza di gioco (per merito di due calciatori veloci e versatili come Carrasco e Saul Niguez), grande concretezza sotto porta (anche per merito di un esperto attaccante che il meglio, a detta di molti, si pensava lo avesse già dato: Fernando Torres).

Naturalmente, tutto il discorso si regge su Antoine Griezmann, il giocatore di maggior talento nell’Atletico Madrid, e tra i migliori al mondo della sua generazione: tra campionato e coppe ha segnato 32 gol, quasi tre volte più del secondo miglior marcatore della squadra (Torres). Oltre al suo talento, peraltro già noto da tempo, a stupire gli osservatori è stata la maturità e i progressi mostrati da Griezmann nel corso di questa stagione: ha sbagliato raramente, e ha sempre dato l’impressione di essere mentalmente pronto e tecnicamente più che adatto al ruolo di vero e unico punto di riferimento in attacco dopo la cessione di Mandzukic.

Conclude la lista dei punti a favore dell’Atletico Madrid una considerazione tecnica abbastanza scontata ma che vale la pena ricordare, e che ormai da molto tempo permette all’Atletico di battere il Real Madrid nel gioco e spesso anche nel risultato. Nella parte del campo in cui l’Atletico comincia già con Griezmann e Torres a praticare efficacemente il pressing alto, nel Real Madrid giocano Kroos e Modric, ossia gli unici due calciatori che danno verticalità al gioco della squadra.

Se l’Atletico, come già avvenuto altre volte in tempi recenti, dovesse trovare il modo di ridurre centralmente le possibilità di passaggi verticali da parte di Kroos e Modric, hai voglia a cercare Ronaldo e Bale: l’occasione per il Real Madrid potrebbe non arrivare mai. Questo costringerà Zidane a inventarsi qualcosa di diverso. Non è detto che non gli riesca – il Real Madrid ha qualità in tutti i reparti – ma molto probabilmente un modo diverso di giocare rischierebbe di avere maggior successo in fase di attacco ma anche possibili ripercussioni negative sugli altri reparti (Zidane ha lavorato moltissimo sulla difesa, e scombinare il lavoro fatto fin qui potrebbe far riemergere tutti i difetti – anche difensivi – mostrati dal Real durante la gestione di Benitez).

I punti a favore del Real Madrid

Paradossalmente, uno dei possibili punti a favore del Real Madrid è proprio il fatto che stavolta no, non ci arriva da strafavorita, a questa finale di Champions League. Sia nei quarti che in semifinale il Real non ha vinto facile: all’andata dei quarti contro il Wolfsburg ha perso 2-0, e in semifinale contro il City alla fine è passato grazie all’unico gol segnato in 180 minuti e passa di gioco. L’Atletico, al contrario, ha battuto le due contendenti più accreditate alla vittoria finale di questa competizione, e non è affatto forzato sostenere che sia in un caso che nell’altro abbia indirettamente beneficiato del fatto di non dover “dimostrare” niente, di non dover “fare” la partita. È esattamente il genere di premesse perfette per una partita dell’Atletico: difendere a oltranza, contrattaccare appena possibile.

In altre parole, il fatto stesso che una sconfitta del Real Madrid può starci – stavolta più che mai – potrebbe di fatto alleggerire mentalmente i giocatori del Real, dare loro la necessaria concentrazione iniziale (quella assente nella finale di due anni fa) e la consapevolezza che questa coppa dovranno meritarsela tutta. Perché tra Real e Atletico “ai punti”, se il calcio fosse pugilato, questa coppa la meriterebbe senza dubbio l’Atletico, per quanto mostrato nella fase a eliminazione diretta.

Un altro aspetto favorevole al Real Madrid potrebbe essere la forma fisica di alcuni giocatori. Sia con Benitez che con Zidane, in questa stagione il Real Madrid ha dovuto molto spesso fare a meno di alcuni dei suoi migliori calciatori, e raramente questi hanno giocato tutti insieme. L’aspetto molto positivo e un po’ casuale di questa situazione è che nell’ultima parte della stagione il Real Madrid ci è invece arrivato con quasi tutti disponibili e in buona forma: dal 27 febbraio scorso – giorno della sconfitta per 1-0 nel derby di campionato in casa contro l’Atletico – il Real non ha più sbagliato praticamente niente, e ha vinto 15 partite su 17. Ci è riuscito anche per merito, tra gli altri, di Gareth Bale, probabilmente il migliore esterno al mondo ma – anche a causa della sua fragilità e di una certa discontinuità – forse il più sottovalutato dei calciatori del Real Madrid. Eppure quest’anno ha segnato 19 gol e fornito 14 assist in solo 30 partite, tenendo cioè una media di 0,63 gol a partita (Griezmann ne ha giocate 53, partite, e ha chiuso con una media di 0,60).

Che partita può uscirne

Il sostanziale equilibrio di questa finale induce ad andarci molto cauti con i pronostici sulla squadra vincente. Questa stessa ragione lascia ipotizzare che una partita del genere, tra due squadre molto attente a non prenderle (anche il Real Madrid, sì), possa essere “sbloccata” da un gol su calcio piazzato o su un gol di testa, come i due che nel 2014 fecero terminare la partita sul’1-1 nei novanta minuti. Il Real Madrid è la squadra di Liga spagnola che in questa stagione ha segnato più gol su calcio d’angolo (13) e quella che ha ottenuto la più alta percentuale di contrasti aerei vinti a partita (56%). In Champions ha segnato di testa 4 gol e due volte su calcio d’angolo. Gareth Bale ha segnato di testa già nove dei suoi diciannove gol stagionali: nessun calciatore nei principali campionati europei ne ha segnati di testa più di lui.

L’altro pronostico piuttosto credibile – sia guardando le statistiche recenti sia pensando all’importanza della posta in palio e alla tendenza di alcuni giocatori di entrambe le squadre a perdere la testa in circostanze di svantaggio – riguarda il numero di ammonizioni ed espulsioni: nelle ultime sei partite giocate contro da Real Madrid e Atletico Madrid ci sono stati in media oltre 7 cartellini a partita (e mai meno di cinque a partita). L’arbitro sarà l’inglese Mark Clattenburg, già arbitro nella semifinale di andata vinta dall’Atletico 1-0 contro il Bayern Monaco: ultimamente, a dirla tutta, non ha estratto i cartellini gialli con grande frequenza ma ha comunque preso a volte decisioni molto contestate, del genere che potrebbero innervosire moltissimo i giocatori in un derby del genere.

Chi vince, secondo i lettori del Veggente

Quale partita da almeno un gol per squadra ti convince di più?

  • Inter-Lazio (32%, 65 Votes)
  • Cagliari-Atalanta (23%, 47 Votes)
  • Arsenal-Leeds (18%, 37 Votes)
  • Leicester-Liverpool (15%, 31 Votes)
  • Villarreal-Betis (11%, 22 Votes)

Total Voters: 202

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Celta Vigo-Elche: chi vince?

  • Celta Vigo (70%, 89 Votes)
  • Pareggio (20%, 26 Votes)
  • Elche (9%, 12 Votes)

Total Voters: 127

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Le probabili formazioni:
REAL MADRID: Navas; Carvajal, Pepe, Ramos, Marcelo; Casemiro, Kroos, Modric; Bale, Ronaldo, Benzema.
ATLETICO MADRID: Oblak; Juanfran, Savic, Godín, Filipe Luis; Saúl Niguez, Gabi, Carrasco (o Augusto Fernandez), Koke; Griezmann, F. Torres.

PROBABILE RISULTATO: 1-1
UNDER (1.58, #)
OVER 7,5 CARTELLINI (2.00, Bet365)
COME VIENE SEGNATO IL 1° GOL: COLPO DI TESTA (5.00, Bet365)




 

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