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Europa League: Liverpool-Siviglia

Stasera Liverpool e Siviglia, alle 20:45 a Basilea, si affronteranno in una finale di Europa League "inedita" ma tra le più affascinanti degli ultimi anni: ecco un approfondimento per arrivarci preparati e, nel caso, avere idee più chiare per le scommesse.

Stasera Liverpool e Siviglia, alle 20:45 a Basilea, si affronteranno in una finale di Europa League “inedita” e tra le più affascinanti degli ultimi anni: ecco un approfondimento per arrivarci preparati e, nel caso, avere idee più chiare per le scommesse.

Le probabili formazioni:
LIVERPOOL: Mignolet; Clyne, Lovren, Touré, Moreno; Can, Milner; Lallana, Coutinho, Firmino; Sturridge.
SIVIGLIA: Soria; Mariano Ferreira, Rami, Carriço, Kolodziejczak (o Escudero); N’Zonzi, Krychowiak; Coke, Vitolo, Banega; Gameiro.

LIVERPOOL – SIVIGLIA | mercoledì ore 20:45

Il Liverpool e il Siviglia, due squadre molto famose e con una lunga tradizione di successi nelle coppe europee (ma che non si sono mai affrontate prima d’ora), attualmente allenate da due dei professionisti del settore più carismatici e apprezzati al mondo (il tedesco Jürgen Klopp e lo spagnolo Unai Emery), si giocheranno la finale dell’Europa League 2015-2016. Chi vince giocherà di diritto nella prossima Champions League, direttamente dalla fase a gruppi (e vince 6,5 milioni di euro, contro i 3,5 della finalista perdente). A differenza del Siviglia – che, in qualità di settima squadra in classifica in campionato e finalista di Coppa del Re con il Barcellona (a proposito: gioca domenica prossima), è già sicuro di giocare almeno in Europa League nella prossima stagione – la vittoria di questa finale di Europa League per il Liverpool, ottavo in campionato, è l’unica possibilità di ottenere una qualificazione alle prossime competizioni europee.

Il Siviglia, come noto, è la squadra ad aver vinto più volte l’Europa League (2006, 2007, 2014, 2015): dovesse vincere anche quest’anno diventerebbe la prima ad aver vinto questa competizione cinque volte e ben tre volte consecutivamente. Il Liverpool ha vinto questa competizione tre volte: nel 1973, nel 1976 e nel 2001, quando ancora si chiamava Coppa UEFA e la formula era leggermente diversa da quella attuale.

Il percorso del Liverpool

Il Liverpool è arrivato in finale di Europa League dopo aver eliminato in semifinale il Borussia Dortmund, cioè la squadra più forte tra tutte le partecipanti dai sedicesimi in poi, e già questo depone a suo favore. Ha pareggiato 1-1 in trasferta in uno stadio in cui quasi tutte le squadre quest’anno sono state prese a pallate, mentre ad Anfield, dopo essere andato il svantaggio per 3-1, il Liverpool è riuscito nell’impresa di recuperare e vincere 4-3: è stata una partita già entrata nella storia del club, anche se non paragonabile alla rimonta contro il Milan nella finale di Champions League del 2005 (da 0-3 a 3-3, e poi vittoria ai calci di rigore).

Per arrivare in finale quest’anno al Liverpool è servita una rimonta da un risultato di svantaggio in ben due partite: sconfitto nella semifinale d’andata 1-0 dal Villarreal, al ritorno in casa ha vinto 3-0. Non si tratta di rimonte del tutto casuali: col passare del tempo, da quando Klopp ha sostituito Rodgers, il Liverpool è diventata una squadra sempre più simile al suo allenatore, capace di trarre enorme vantaggio dalle situazioni molto difficili e da quelle di svantaggio (da underdog, per intenderci, il Liverpool è una squadra micidiale e imprevedibile). E per ora ha generato effetti rilevabili innanzitutto e principalmente in questo aspetto, più che sul piano tecnico del gioco vero e proprio, il lavoro di Klopp sulla panchina del Liverpool.

Il Liverpool di Klopp

Già risollevare il Liverpool spento e noioso di inizio campionato sotto la guida di Rodgers era un compito complicato. Subentrare a stagione in corso non è mai facile, ed è stato ancora più problematico visto che Rodgers aveva un’idea di calcio completamente differente. Il primo lavoro di Klopp è stato a livello mentale: una squadra che basava il suo gioco sul possesso palla a ritmi piuttosto lenti ha dovuto iniziare a verticalizzare con maggiore frequenza, alzando l’intensità di gioco e aumentando il pressing a partire dagli attaccanti. Questa squadra non è ancora come la vorrebbe Klopp, ma dei progressi ci sono stati, e parecchi calciatori hanno migliorato il loro rendimento rispetto alla gestione precedente: su tutti Firmino ed Emre Can, spostato dalla difesa, dove combinava solo guai, a centrocampo, dove può mettere in mostra le sua abilità nel dribbling e in fase di impostazione.

In un discorso generale si può dire che per l’allenatore tedesco c’è ancora parecchio lavoro da fare, anche perché non tutti i calciatori che ha avuto a disposizione – tipo Lucas Leiva e Benteke – sono adatti allo sviluppo dei suoi schemi di gioco. Spesso nel corso di questa stagione la sua squadra è andata in confusione da un punto di vista tattico perdendo le giuste distanze tra i reparti.

La forza di questo Liverpool, piuttosto, è stata quella di reagire sempre di fronte alle difficoltà, sia da un punto di vista emotivo che da un punto di vista tattico. Nella rimonta contro il Borussia Dortmund è stata fondamentale la forza di volontà: i calciatori sotto 3-1 nel punteggio non si sono mai arresi e hanno speso tutte le energie fisiche per completare la rimonta. Contro il Villarreal la svolta è stata invece a livello tattico: Klopp ha imparato dagli errori commessi dai suoi calciatori nella sfida d’andata, in cui raramente sono riusciti a creare occasioni pericolose, e ha diversificato lo sviluppo della manovra puntando sulle fasce e sfruttando i punti deboli degli avversari.

La capacità di ribaltare le situazioni sfavorevoli

Negli ultimi tempi il Liverpool ha mostrato questa abilità nel rimontare del tutto incongruente rispetto alle caratteristiche mostrate nella prima parte di stagione, quando piuttosto spesso passava in vantaggio facendosi poi rimontare. In un senso o nell’altro, la costante è che il Liverpool ha subito troppi gol nel corso di questa stagione e la colpa non è da attribuire agli schemi di Klopp. Il portiere Mignolet ha commesso quattro “papere” clamorose nel corso del campionato e la difesa ha fatto complessivamente 32 errori, 11 dei quali hanno provocato un gol della squadra avversaria.

Come gioca il Liverpool

Il Liverpool giocherà col 4-2-3-1, che poi è il modulo preferito da Klopp. In porta Mignolet, i terzini saranno Clyne e Moreno. Un’assenza pesante ci sarà al centro della difesa, dove lo squalificato Sakho sarà sostituito da Kolo Tourè, che tra i due è il meno affidabile. L’altro centrale sarà Lovren. I due mediani saranno Emre Can e Milner, due calciatori “adattati” da Klopp a questo ruolo con buoni risultati. Emre Can veniva utilizzato da Rodgers come difensore centrale o terzino, con scarsi risultati visto che alla fine del girone d’andata era il calciatore che aveva totalizzato più errori difensivi dell’intero campionato. A centrocampo può fare valere le sue maggiori abilità in fase di impostazione, mentre eventuali errori nel dribbling o nelle verticalizzazioni provocano solitamente meno danni perché sono commessi in posizione più avanzata. Sulla trequarti ci saranno Firmino, Lallana e Coutinho, e avranno dei ruoli importanti perché l’attaccante titolare scelto da Klopp sarà Sturridge.

Questione attaccanti

Klopp ha tre attaccanti centrali: Origi, Benteke e Sturridge. Benteke, 25enne belga, ha delle caratteristiche che poco si adattano al gioco dell’allenatore tedesco: è uno spilungone abile nel gioco aereo ma poco mobile e non troppo abile nei passaggi. Klopp lo ha utilizzato poco e niente, anche perché la sua presenza in campo dà sempre un punto di riferimento prezioso alle difese avversarie. A un certo punto Klopp ha utilizzato con continuità il 21enne belga Origi per la sua velocità e abilità nell’attaccare gli spazi, poi però si è infortunato ed è tornato titolare stabile Sturridge. Sturridge è meno veloce di Origi e meno abile nel gioco aereo di Benteke ma tra i tre attaccanti è probabilmente il più completo e quello più forte tecnicamente. Nelle ultime partite ha giocato spesso da “falso nueve”, non dando punti di riferimento ai difensori avversari e permettendo con i suoi movimenti laterali di dare spazio a Firmino e Coutinho per i loro inserimenti.

Se volete mettere due spiccioli su un marcatore, qui consigliamo di puntare su Coutinho. Il brasiliano ex Inter è il calciatore del Liverpool con il maggiore numero di tiri effettuati in media a partita (circa quattro), in stagione ha fatto 11 gol e quasi sempre contro avversari di valore in sfide importanti visto che ha segnato a Manchester City (sia in campionato che nella finale di Carling Cup), Chelsea, Tottenham, Manchester United, Everton e Borussia Dortmund. Il Siviglia, a livello difensivo, ha uno stile di gioco che permette ai centrocampisti avversari di provare il tiro da fuori area di rigore con una certa libertà: Coutinho potrebbe approfittarne.

Che squadra è, stavolta, il Siviglia

La maggior parte dei commentatori sportivi internazionale è sostanzialmente d’accordo nel ritenere il Siviglia di quest’anno una squadra leggermente inferiore a quella che nelle scorse due stagioni ha vinto due edizioni consecutive dell’Europa League. È un’impressione confermata dalla posizione finale in classifica in campionato – 7° con 52 punti, e ne aveva fatti 76 lo scorso anno e 63 due anni fa, finendo entrambe le volte al quinto posto – ma è confermata anche dalle enormi difficoltà che Unai Emery, tra i più apprezzati allenatori al mondo, ha affrontato all’inizio della stagione (tre sole vittorie nelle prima dieci partite di campionato, e poi eliminazione dalla Champions League) per cercare di adattare la squadra ai collaudati schemi di gioco del Siviglia. È finita con una via di mezzo: che un po’ si sono adattati i giocatori a quei schemi, e un po’ Emery ha sfruttato diversamente le qualità di alcuni calciatori per modificare complessivamente lo stile di gioco di tutta la squadra. E se anche in una stagione non eccezionale come questa il Siviglia si ritrova in finale di Europa League, significa che è stata una scelta giusta.

Il modulo più utilizzato da Emery nel corso di questa stagione è stato il 4-2-3-1, con una difesa abbastanza solida e col baricentro basso: non c’è gente agilissima lì tra i centrali (per due posti si alternano Kolodziejczak, Rami e Carriço), e quindi tenere bassa la difesa permette di limitare i danni in caso di contrattacchi rapidi. A tenere quel reparto unito al resto della squadra c’è un mediano con compiti di copertura e di inserimento (in genere N’Zonzi) e un altro con compiti più specifici di impostazione iniziale (in genere Krychowiak). Sulla trequarti c’è Banega, un giocatore di grande tecnica e con una straordinaria visione di gioco, principale ispiratore delle giocate dell’unica punta, Kevin Gameiro, autore di 28 gol in questa prima stagione da titolare fisso dopo la cessione di Bacca al Milan.

Benché dia l’impressione di fare molto possesso palla in più e di correre un po’ meno rispetto al più recente passato, il Siviglia è ciononostante una squadra ancora capace di segnare molto e in diversi modi. Sul piano tattico, inoltre, è estremamente organizzata, sicuramente più del Liverpool: molte delle istruzioni date ai giocatori da Emery variano di partita in partita a seconda dell’avversario.

La preparazione maniacale di Emery

Uno degli aspetti più curati nella preparazione delle partite da parte del Siviglia è lo studio degli avversari. Diversi calciatori allenati da Emery in passato hanno confermato la tendenza dell’allenatore spagnolo, ex Valencia e Spartak Mosca, a mostrare ai suoi giocatori dettagliate presentazioni e lunghi filmati delle partite e delle azioni degli avversari di turno. L’esterno spagnolo Joaquín, che ha avuto Emery come allenatore al Valencia tra il 2008 e il 2011, ha raccontato che “i video da vedere erano talmente tanti che il mio pop corn finiva molto prima». In genere, si dice che Emery sia uno che pretende moltissimo dai suoi giocatori. Una volta, sempre al Valencia, quando sospettò che Jeremy Mathieu (oggi difensore di riserva nel Barcellona) non facesse i “compiti a casa”, e cioè non vedesse i dvd che lui gli consegnava, gliene passò uno completamente vuoto e la mattina seguente gli chiese se lo avesse visto, e Mathieu rispose di sì e che gli era stato molto utile.

Per la qualità del suo lavoro e i risultati ottenuti dalle sue squadre, nel corso degli ultimi anni diversi commentatori hanno paragonato Emery ad altri grandi allenatori contemporanei, da Guardiola ad Ancelotti a Mourinho. Una delle principali differenze rispetto a questi, al di là degli aspetti più specificamente tecnici, è che Emery non ha mai allenato squadre di grandissimi campioni ma, con il suo lavoro, ha favorito l’affermazione di molti eccellenti calciatori – Jordi Alba, Rakitic, David Villa, David Silva, Juan Mata – sul piano internazionale, spesso prima di doversi poi privare del loro talento per necessità di bilancio della società per cui lavorava.

Il problema del Siviglia con le trasferte (e gli altri punti deboli)

Uno degli aspetti negativi più stupefacenti mostrati dal Siviglia nel corso di questa stagione è l’assoluta assenza di vittorie in trasferta in campionato, caso unico in tutta la Liga: se contassero soltanto quelle partite, il Siviglia si sarebbe classificato al penultimo posto davanti soltanto al Levante (che almeno una vittoria in trasferta l’ha comunque ottenuta). Da questo punto di vista il Liverpool ha mostrato maggiore inclinazione a vincere: per numero di punti ottenuti in trasferta si è dimostrata essere la quarta migliore squadra della Premier League.

Forse indirettamente legata a questa sorprendente statistica negativa, il Siviglia ha poi mostrato in questa stagione anche un’altra debolezza. Se in fase di attacco un modo di diventare pericoloso ed efficace prima o poi riesce comunque a trovarlo, lo stesso ottimismo non può essere espresso riguardo la difesa: in campionato il Siviglia è la squadra che ha commesso il maggior numero di errori difensivi individuali (19) e i cui errori difensivi individuali hanno causato il maggior numero di gol (10) per l’avversario. Come detto, quella del Siviglia è una difesa tendenzialmente ben organizzata ma sostanzialmente statica. C’è da considerare che da titolare gioca spesso uno come Rami, non un fenomeno, e che, per quanto positivi siano stati i progressi compiuti da Kolodziejczak in questa stagione, prima di arrivare al Siviglia, Kolodziejczak in Francia – prima con il Lione e poi col Nizza – giocava da terzino sinistro (e non è escluso che Emery possa rimetterlo in quel ruolo per la partita di stasera).

Una statistica, se finisce ai rigori

In Europa League (contando anche le edizioni in cui si chiamava Coppa UEFA e la formula era leggermente diversa) il Siviglia ha vinto cinque volte su cinque occasioni in cui una partita delle fasi a eliminazione è finita ai rigori (in competizioni UEFA in generale, ai rigori ha perso una sola volta: contro il Fenerbahce negli ottavi di Champions League 2007-2008). Il Liverpool – che in Europa League ha invece perso nell’unica occasione, l’anno scorso nei sedicesimi contro il Besiktas – in tutte le altre occasioni in Champions League e Coppa dei Campioni ai rigori non ha mai perso (3 volte su 3).

Per gli interessati: che la partita finisca ai rigori è una possibilità che il bookmaker Bet365 al momento propone a quota 5.50.

Lo stadio

La finale si giocherà a Basilea, in Svizzera, per la quarta volta nella storia della Europa League/Coppa UEFA. Lo stadio è il “St. Jakob-Park”, una struttura da circa 38 mila posti a sedere, profondamente ristrutturata e ampliata rispetto al tempo delle quattro finali ospitate in precedenza. Per i tifosi del Siviglia è un viaggio di circa mille e seicento chilometri, e per quelli del Liverpool è più o meno di mille chilometri. Si prevede che i tifosi del Liverpool possano essere molto più numerosi rispetto a quelli del Siviglia (che non ha completamente esaurito l’acquisto dei biglietti resi disponibili dall’UEFA). E le migliaia di tifosi del Liverpool presenti a Basilea già da mercoledì sera – alcuni dei quali, a quanto si legge da diversi giorni, sprovvisti dei biglietti – sembravano già abbastanza carichi.

L’arbitro

Sarà il 42enne svedese Jonas Eriksson, che ha esperienza ultradecennale in campo internazionale (dal 2002), sarà anche arbitro a Euro 2016 ma non ha mai arbitrato una finale, eccetto la finale di Supercoppa UEFA vinta dal Bayern contro il Chelsea nel 2013. È un professionista molto facoltoso (era azionista in una società di diritti sportivi), un arbitro carismatico e di grande personalità, che tende a “gestire” le partite – fa giocare molto, senza troppe interruzioni – e a parlare con i giocatori. Ha una reputazione di persona molto seria e incorruttibile: è stato scritto che tempo fa, per evitare eventuali contestazioni del suo lavoro, abbia chiesto alla UEFA e ottenuto di non arbitrare più partite del Paris Saint-Germain, avendo un amico tra i dirigenti del club.

Le probabili formazioni:
LIVERPOOL: Mignolet; Clyne, Lovren, Touré, Moreno; Can, Milner; Lallana, Coutinho, Firmino; Sturridge.
SIVIGLIA: Soria; Mariano Ferreira, Rami, Carriço, Kolodziejczak (o Escudero); N’Zonzi, Krychowiak; Coke, Vitolo, Banega; Gameiro.

PROBABILE RISULTATO: 2-2
GOL (1.80, Betfair)
X (3.50, Betfair)
COUTINHO MARCATORE (4.00, Bet365)
2/X parziale/finale (15.00, Bet365)



 

Questo contenuto è stato modificato 19 Maggio 2016 10:02

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