A poche ore dalla partenza del Gran Premio del Messico di Formula 1, proponiamo qualche pronostico ragionato sulla base della griglia di partenza e delle prestazioni mostrate dalle macchine nelle prove libere. In pratica si corre solo per il secondo posto in classifica piloti.
* Il precedente titolo di questo pezzo riportava un orario di partenza sbagliato: è alle 20:00, e non alle 21:00.
1. N. Rosberg (Mercedes) – 2. L. Hamilton (Mercedes)
3. S. Vettel (Ferrari) – 4. D. Kvyat (Red Bull)
5. D. Ricciardo (Red Bull) – 6. V. Bottas (Williams)
7. F. Massa (Williams) – 8. M. Verstappen (Toro Rosso)
9. S. Perez (Force India) – 10. N. Hulkenberg (Force India)
11. C. Sainz (Toro Rosso) – 12. R. Grosjean (Lotus)
13. P. Maldonado (Lotus) – 14. M. Ericsson (Sauber)
15. F. Nasr (Sauber) – 16. A. Rossi (Marussia)
17. W. Stevens (Marussia) – 18. K. Raikkonen (Ferrari)
19. F. Alonso (McLaren) – 20. J. Button (McLaren)
La 16esima edizione del Gran Premio del Messico si tiene nell’“Autodromo dei fratelli Rodriguez”, una vecchia pista di Città del Messico (a 2,200 metri sul livello del mare) in cui non si disputa una gara di Formula 1 dal 1992. Il tracciato è intitolato ai fratelli Ricardo e Pedro Rodriguez, appunto, i primi due piloti messicani a gareggiare in Formula 1, all’inizio degli anni Sessanta. La pista è lunga 4,304 chilometri e il Gran Premio dura 71 giri, per un totale di 305.584 chilometri. Poco meno della metà delle gare complessivamente disputate su questo tracciato – sette su quindici – sono state vinte dal pilota che partiva in pole position (e nove volte ha vinto uno dei due in prima fila).
Sono quattro gare che Rosberg riesce a ottenere la pole position salvo poi cedere la vittoria a qualcun altro la domenica. Soltanto in due occasioni Rosberg è riuscito a ottenere la vittoria nelle ultime dieci gare in cui partiva dalla pole position. Il fatto interessante e un po’ sorprendente è che la rabbia agonistica che in molti si aspettavano da Rosberg – ormai da tempo ampiamente sfavorito per la vittoria del Mondiale – invece di mostrarla Rosberg l’ha mostrata Hamilton. Nello scorso Gran Premio degli Stati Uniti a Austin il tedesco è stato letteralmente portato fuori pista da Hamilton alla frenata della prima curva. Poi, a pochi giri dalla fine, dopo essere riuscito a portarsi in prima posizione, Rosberg ha commesso un errore e ha “regalato” un’altra vittoria a Hamilton, che ha anche vinto matematicamente il titolo.
In questo momento però Rosberg ha bisogno di una vittoria perché arrivare terzo nel Mondiale sarebbe forse un po’ troppo avvilente, considerando il mezzo che guida. Attualmente Vettel è secondo in classifica con sette punti di vantaggio a tre gare dalla fine del campionato. E per ottenere il secondo posto nel Mondiale Rosberg probabilmente non riceverà neanche alcun aiuto dal suo compagno di squadra Hamilton, che giovedì in un’intervista non è sembrato molto favorevole alla possibilità di cedere la posizione a Rosberg, se dovesse capitare l’occasione (il Mondiale Piloti e quello Costruttori sono già stati assegnati, dice lui, e quindi non ce ne sarebbe motivo).
Sergio Perez – al quale in questo fine settimana è stata comprensibilmente rivolta un’attenzione mediatica che solitamente non riceve – sarà il primo pilota messicano a disputare un Gran Premio del Messico dal 1970 (l’ultimo fu proprio uno dei due fratelli Rodriguez, Pedro). Ci si aspetta molto da lui, naturalmente, e lui per adesso non ha deluso le aspettative: nelle prove libere del sabato mattina – quelle svolte con macchine “scariche” e assetti non troppo diversi tra le varie squadre – Perez ha ottenuto il sesto tempo. In qualifica ha passato la Q2 e in Q3 ha ottenuto il nono tempo, davanti al compagno di squadra Hulkenberg. Non sarà una gran posizione da cui partire, il nono posto, ma Perez ha dalla sua parte una riconosciuta capacità di “conservare” le gomme e usarle in modo uniforme, e si tratta di una qualità di guida che su questa pista potrebbe rivelarsi estremamente utile. In dieci gare su sedici, Perez si è sempre classificato in una posizione migliore rispetto a quella da cui partiva.
Il rettilineo principale, quello della partenza, non è il più lungo in assoluto tra le gare del Mondiale ma è tra quelli con la linea di partenza più “arretrata”: ci sono circa 900 metri tra la linea di partenza e la prima curva a destra, e proprio in fondo al rettilineo si trova la “speed trap”, il punto della pista in cui viene rilevata la massima velocità di punta delle macchine. 900 metri è parecchio: si pensi che nel Gran Premio degli Stati Uniti della settimana scorsa a Hamilton ne sono bastati poco più di trecento per superare Rosberg. È una caratteristica da tenere in considerazione, per quelli che amano scommettere sui “non classificati”: l’incidente alla prima curva, in altre parole, non è una possibilità tanto remota.
Diversi servizi di previsioni meteorologiche riferiscono di una possibilità di pioggia fino all’90 per cento nella seconda metà della gara. A differenza di quanto avvenuto nello scorso Gran Premio degli Stati Uniti, stavolta in pochi hanno girato sulla pista bagnata (è avvenuto nella prima sessione di prove libere venerdì mattina), e cioè non si sa quali possano essere i piloti più veloci in quelle condizioni. Sarebbe però piuttosto probabile a quel punto vedere molti piloti non classificati: venerdì mattina ci sono stati diversi fuori pista, e in genere – vale anche in caso di pista asciutta – molte squadre hanno avuto parecchi problemi con i freni, determinati dalla insolita combinazione di alte velocità di punta ed elevata altitudine dell’area in cui si trova la pista (l’aria rarefatta ha reso necessario ampliare le prese di raffreddamento dei freni, con conseguenti svantaggi sull’efficienza dell’aerodinamica).
Finché non ha cominciato a giocarsela con il suo ex amico Lewis Hamilton per vincere gare e Mondiale, Nico Rosberg è stato un pilota molto simpatico, sempre sorridente e di buon umore, oltre che molto familiare al pubblico italiano, visto che è cresciuto sportivamente in Italia e parla italiano fluentemente. Da qualche tempo però è come se un alieno gli avesse asportato il neurone dell’umorismo. Ora, non che Vettel sia un irresistibile buontempone di camerata, ma quest’anno le sta provando tutte per sbottonarsi un po’ e tentare di strappare un sorriso ai colleghi. Alludendo ai frequenti contrasti in pista tra Rosberg e Hamilton, il pilota tedesco della Ferrari ha detto scherzosamente, al termine delle qualifiche del GP del Messico: «Potete assicurarvi di uscire entrambi fuori pista così io posso passare? Sì? No? Ok, ci ho provato». Uno sguardo sprezzante è stata la risposta di Rosberg, ex pilota tanto simpatico, e non è la prima volta che capita quest’anno, che i due non si capiscano (e sono entrambi tedeschi, tu pensa). Hamilton quantomeno ha abbozzato un mezzo sorriso.
Questo contenuto è stato modificato 1 Novembre 2015 20:44
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