La Ferrari ha ottenuto la prima pole position della stagione – la prima da un sacco di tempo (Singapore 2010) – nell’unico Gran Premio della stagione in cui la Mercedes, incredibilmente, non è la macchina più veloce in pista (e non è la favorita neanche secondo i bookmaker).
Il circuito di Marina Bay, su cui si disputa l’ottava edizione del Gran Premio di Singapore di Formula 1, è lungo poco più di cinque chilometri: la gara – che dura 61 giri, per un totale di 308,965 chilometri – è la terza gara più lunga della stagione ed è una di quelle con la più bassa velocità media di percorrenza al giro. Insomma dura parecchio e, generalmente, si sorpassa poco: meglio non aver mangiato pesante, per chi la guarda in tv e vuole restar sveglio. Entra quasi sempre la Safety Car (nel 2008 un ingresso molto discusso della safety car in pista permise ad Alonso, alla guida della Renault, di vincere la corsa). Eccetto che nell’edizione 2011, non sono mai arrivate al traguardo più di 16 macchine.
Fin dalle prove libere del venerdì pomeriggio, e in modo ancora più evidente in quelle del sabato, la Mercedes ha mostrato scarsa aderenza in pista e scarsa adattabilità della vettura alle gomme. E non è capitato tanto spesso, in questa stagione: diciamo mai, o perlomeno mai così tanto in qualifica, la fase del weekend in cui solitamente la Mercedes mostra tutto il suo cospicuo vantaggio tecnico sulle macchine avversarie. In vista della gara i piloti sono sembrati piuttosto pessimisti, e stavolta a nessuno è sembrata “pretattica”.
C’è anche una ragione tecnica legata al circuito: il Gran Premio di Singapore si svolge su una pista in cui la potenza della power unit conta relativamente poco, forse persino meno che a Montecarlo. Ed è per questo che diverse vetture leggermente carenti da punto di vista motoristico ma molto ben costruite sul piano del telaio e del carico aerodinamico (Ferrari, Red Bull) in genere vanno forte. E sempre per questo motivo, è probabilmente l’ultima occasione di far punti in questa stagione per Alonso (12°) e Button (15°), alla guida della McLaren-Honda, la macchina con la peggior power unit in termini di prestazioni.
Beh, sì, e Vettel è certamente il pilota messo meglio. Anche in assetto da gara, durante le prove del venerdì, la Ferrari ha mostrato una buona costanza nel completare giri veloci consecutivamente. Quelli da tenere maggiormente d’occhio sono non tanto i piloti Mercedes quanto i due della Red Bull, che anche l’anno scorso – in una stagione in cui la macchina evidenziava concreti limiti tecnici – riuscì ad andare sorprendentemente bene in questa gara: Vettel e Ricciardo arrivarono secondo e terzo (vinse Hamilton).
Un dato statistico, per capirci su quanto sia importante partire dalla pole position in questa gara: su sette edizioni fin qui disputate, soltanto due volte non ha vinto il pilota che partiva dalla pole position (Alonso nel 2008, in una gara un po’ falsata, e Vettel nel 2012). Quanto ai piloti che hanno vinto più volte, diciamo che a Vettel questo circuito piace molto: ci ha vinto tre volte consecutivamente tra il 2011 e il 2013.
1. S. Vettel (Ferrari) – 2. D. Ricciardo (Red Bull)
3. K. Raikkonen (Ferrari) – 4. D. Kvyat (Red Bull)
5. L. Hamilton (Mercedes) – 6. N. Rosberg (Mercedes)
7. V. Bottas (Williams) – 8. M. Verstappen (Toro Rosso)
9. F. Massa (Williams) – 10. R. Grosjean (Lotus)
11. N. Hulkenberg (Force India) – 12. F. Alonso (McLaren)
13. S. Perez (Force India) – 14. C. Sainz (Toro Rosso)
15. J. Button (McLaren) – 16. F. Nasr (Sauber)
17. M. Ericsson (Sauber) – 18. P. Maldonado (Lotus)
19. W. Stevens (Marussia) – 20. A. Rossi (Marussia)
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