Altre due partite della Liga di sabato: una delle tre migliori squadre spagnole in circolazione, l’Atletico Madrid, contro una neopromossa, il Las Palmas; e poi il Valencia – che ha ceduto il suo miglior difensore (Otamendi) – in casa del Rayo Vallecano. Prosegue la “carrellata” di approfondimenti del Veggente sulle squadre del campionato spagnolo 2015-2016.
L’anno scorso, all’inizio del campionato, Diego Simeone aveva apertamente dichiarato che – dopo la partenza di Diego Costa, e di fronte all’incertezza riguardo l’ambientamento dei due nuovi acquisti Griezmann e Mandzukic – l’Atletico Madrid non poteva realisticamente puntare a una seconda vittoria consecutiva del campionato. Quest’anno, invece, riguardo le potenzialità dell’Atletico gli osservatori sono decisamente più ottimisti.
Mandzukic – un giocatore di 29 anni, il cui impatto nel campionato spagnolo è stato buono ma forse non devastante come ci si aspettava – è stato venduto alla Juventus per 19 milioni di euro (non pochi). Il reparto offensivo è stato comunque obiettivamente potenziato, soprattutto in prospettiva futura, dall’acquisto di due attaccanti fortissimi: Jackson Martinez, un attaccante di riconosciuto valore internazionale, arrivato dal Porto per 35 milioni (32 gol in 42 partite, nella passata stagione); e soprattutto il 21enne argentino Luciano Vietto, acquistato per 20 milioni, che è – secondo noi e secondo molti – uno dei 3-4 giovani attaccanti più forti e promettenti in Europa.
Un altro di questo gruppetto di fenomeni, l’Atletico ce l’ha già: è Griezmann, appunto, che in questa stagione – se saprà pienamente farsi carico delle sue responsabilità tattiche – potrebbe entrare a tutti gli effetti nel giro degli attaccanti più forti del mondo (sul piano tecnico in quel giro c’è già, ma gli serve maggiore continuità). A voler mettere insieme tutti i gol stagionali segnati l’anno scorso da questo trio – Griezmann, Martinez e Vietto – nella passata stagione si otterrebbe una cifra notevole (non da Atletico Madrid, per come lo conosciamo): 77 gol, cifre da squadre che di solito vincono i campionati (ma non in Spagna, dove di solito dagli attaccanti ne servono anche di più)
Gli acquisti di Martinez e Vietto non soltanto migliorano la qualità generale della rosa dell’Atletico, ma potrebbero in teoria migliorare radicalmente anche il gioco della squadra, costretta quest’anno a fare a meno di Arda Turan (insieme a Koke, il solo centrocampista con i piedi buoni nella formazione titolare della stagione scorsa). Dal Monaco è peraltro arrivato un altro giovane molto forte e molto diverso dal genere di centrocampisti rudi e “operai” dell’Atletico Madrid: Ferreira Carrasco, un’ala belga velocissima, di 21 anni, che potrebbe trovare spazio anche nella formazione titolare, se riuscirà a rispettare la disciplina e i compiti tattici imposti da Simeone.
In difesa è andato via Miranda, acquistato dall’Inter, ma è tornato – dopo una stagione molto positiva al Chelsea – un difensore da fascia sinistra che a Simeone piace moltissimo: Filipe Luis, già protagonista nell’Atletico campione di Spagna due anni fa. La cessione di Miranda, per quanto rilevante, non dovrebbe causare troppi problemi: già l’anno scorso Simeone aveva più volte provato a far giocare l’inamovibile Godin con il suo giovane connazionale Jose Gimenez, con buoni esiti (combina ancora qualche ingenuità tattica di troppo ma, soprattutto fisicamente, è un giocatore di grande prospettiva). Dovesse non andare bene con Gimenez, l’Atletico ha comunque preso Savic dalla Fiorentina, nello scambio con Mario Suárez più 10 milioni di euro.
Forse non sarà devastante da subito – anzi, probabilmente non lo sarà – ma l’Atletico a fine stagione potrebbe davvero ritrovarsi quantomeno molto vicino a Barcellona e Real Madrid, ben più di quanto non sia capitato nella stagione scorsa, quando a un certo punto ha dovuto piuttosto difendersi dal Valencia per il terzo posto.
Nella passata stagione, il Las Palmas si è classificato al quarto posto in seconda divisione, con 78 punti: ai playoff si è poi guadagnato la promozione battendo Girona, Valladolid e Saragozza. Questa società ha una storia breve ma interessante. Fu fondata nel 1949 dall’unione di cinque diversi club di calcio delle Isole Canarie (Arenas, Victoria, Atlético, Deportivo e Marino), che contavano così facendo di non costringere i propri migliori calciatori a trasferirsi in altre squadre spagnole per ottenere successi più importanti. In due anni dalla fondazione il Las Palmas ottenne prima la promozione in seconda divisione e poi la promozione nella Liga, e fu la prima squadra a ottenere una doppia promozione consecutiva del genere nella storia del campionato di calcio spagnolo. «Ora siamo in Prima Divisione: posso morire felice», ha detto l’anno scorso il presidente Miguel Angel Ramirez dopo il successo della squadra ai playoff.
L’obiettivo richiesto a Paco Herrera, allenatore da luglio 2014, è chiaramente la salvezza. Per farlo potrà contare su pochi calciatori di buon livello: tra questi c’è sicuramente Sergio Araujo, un agile attaccante argentino di 23 anni acquistato dal Boca Juniors a titolo definitivo (l’anno scorso fu vicecapocannoniere in seconda divisione con il Las Palmas, segnando 25 gol in 43 partite). Tra i calciatori non male c’è anche il trequartista Jonathan Viera, in prestito dallo Standard Liegi, e due calciatori non fortissimi ma che dovrebbero quantomeno garantire un po’ di affidabilità in più in difesa: Antolin Alcaraz, arrivato dall’Everton, e Javier Garrido, arrivato dal Norwich.
Ad ogni modo è piuttosto complicato immaginare per il Las Palmas, ora come ora, un destino diverso dalla retrocessione: Real Betis e Sporting Gijon sembrano obiettivamente più attrezzate. È anche tutto da verificare il rendimento dell’inesperto portiere 24enne Raul Lizoain, che ha preso il posto del titolare della stagione scorsa (Casto, passato all’Almeria).
Le probabili formazioni:
ATLETICO MADRID: Oblak; Juanfran, Godín, Giménez, Filipe Luis; Koke, Tiago, Gabi, Oliver Torres (o Carrasco); Jackson Martinez, Griezmann.
LAS PALMAS: Lizoain; Simón, Alcaraz, Aythami, Bigas; J. Castellano, Hernan, Roque, Jonathan; Viera, Araujo.
Riguardo il mercato estivo e le prospettive a breve termine del Valencia circolano pareri discordanti: pur avendo preso, tra gli altri, calciatori forti e molto promettenti come l’ala destra Rodrigo, l’esterno Santi Mina e l’under-21 belga Zakaria Bakkali, il Valencia ha speso tantissimo per il riscatto di André Gomes e Negredo (30 milioni solo per Negredo), e soprattutto ha ceduto alcuni giocatori obiettivamente molto difficili da rimpiazzare. È il caso di Otamendi, che l’anno scorso non soltanto era in grado di fare reparto da solo in fase difensiva, ma procurava per la sua squadra anche diversi gol di testa su palla inattiva.
Le perplessità sono inoltre sostenute non soltanto da ragioni tecniche e tattiche, ma anche da ragioni di carattere amministrativo e gestionale: dopo le dimissioni del presidente Salvo e dei dirigenti tecnici, ad alcuni è sembrato che il principale responsabile del mercato del Valencia sia stato l’agente portoghese Jorge Mendes, un procuratore di cui in anni recenti si è spesso sentito parlare più in relazione ai suoi presunti conflitti di interesse che alle fortune dei suoi assistiti.
Le probabili formazioni:
RAYO VALLECANO: Tono; Tito, Llorente, Zé Castro, Nacho; Baena, Trashorras; Ebert, Bangoura, Bebé; Manucho.
VALENCIA: Ryan; Barragán, Mustafi, Vezo, Orban; Parejo, Pérez, De Paul; Rodrigo, Alcacer, Negredo.
Questo contenuto è stato modificato 22 Agosto 2015 23:44
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