Cile e Perù si affrontano nella prima semifinale della Coppa America all’1:30 della notte tra lunedì 29 e martedì 30, allo stadio “Nacional de Chile” a Santiago: una delle favorite per la vittoria del torneo (insieme all’Argentina) contro una delle nazionali che hanno mostrato cose molto buone.
Le probabili formazioni
CILE: Bravo; Medel, Isla, Mena, Albornoz; Marcelo Díaz, Aránguiz, Vidal; Valdivia, Edu Vargas, Alexis Sánchez.
PERÙ: Gallese; Advíncula, Zambrano, Ascues, Juan Vargas; Lobatón, Ballón, Joel Sánchez, Cueva; Farfán, Guerrero.
(Per chi c’è e chi vuole, ci troviamo a parlarne insieme stanotte, come sempre, all’1:30 su Twitter — #TeamVeggente — e grazie per la partecipazione e la compagnia)
Il Cile ha raggiunto questa semifinale battendo l’Uruguay 1-0 in una partita di cui si è parlato prevalentemente per la brutta storia dell’espulsione di Edinson Cavani per un presunto fallo su Gonzalo Jara. Le immagini televisive hanno mostrato che era stato Jara a provocare Cavani, e che Jara in risposta non aveva subito alcun fallo particolarmente violento: quindi Jara è stato squalificato per tre turni dalla commissione disciplinare della Conmebol. L’arbitro brasiliano Sandro Ricci è stato inoltre esonerato da altri arbitraggi nel corso di questa edizione della Coppa America (maddeché! è stato designato per l’arbitraggio di Argentina-Paraguay).
Looks like a worse decision when you see Jara give Cavani a couple slaps first. #CHI #URU anyhow, 20 mins to go now. pic.twitter.com/iNWjmEPJGh
— Perfect Pass (@PerfectPass) 25 Giugno 2015
Poi vabbè, Cavani l’ha presa molto sportivamente («Ladron! hijo de puta!») #CHIvsURU #TeamVeggente #chile2015 https://t.co/sotu5EZC1Q
— il Veggente (@ilveggente_it) 25 Giugno 2015
Per questo genere di motivi alcune vittorie del Cile in questa Coppa America sono state ingiustamente ridimensionate attribuendo una parte dei meriti a presunti favori arbitrali, di cui peraltro si continua a parlare in queste ore in chiave futura. È una balla: al netto di alcune decisioni discutibili a suo favore, il Cile è in semifinale perché è forte, o – detto altrimenti, guardando l’altra metà del bicchiere – perché in quel mazzo di nazionali la qualità media generale si è rivelata alquanto bassa.
Nel quarto di finale di quattro giorni fa (sostanzialmente una partitaccia, tutta falli e proteste) l’Uruguay non ha fatto altro che difendere, anzi ha cominciato a fare qualcosa, paradossalmente, soltanto quando è rimasto in dieci. E proprio in quella fase della partita il Cile ne ha approfittato per attaccare di nuovo la difesa avversaria ma stavolta in una delle pochissime occasioni in cui si è fatta trovare disorganizzata e distratta. E Isla ha segnato il gol della qualificazione.
In un modo o nell’altro, il Cile ha il migliore attacco del torneo (ma non la difesa): 11 gol segnati in 4 partite, di cui ne ha vinte tre e pareggiato una (3-3 contro il Messico). Ha giocatori come Vidal (capocannoniere con 3 gol; 86,6% di passaggi riusciti, 80% dei tiri nello specchio), Sánchez ed Edu Vargas che stanno mostrando un livello tecnico individuale nettamente al di sopra della media di questa competizione; e poi ha un giocatore in particolare, il centrocampista 31enne Jorge Valdivia, che sta mostrando una lucidità e visione di gioco da squadra di alta classifica dei migliori campionati europei.
In semifinale affronta il Perù, una nazionale che ha dimostrato di avere una squadra ben attrezzata e di saper segnare con facilità e frequenza quando si tratta di contrattacchi rapidi e azioni veloci in verticale. In questo genere di azione è quasi perfetta, grazie allo stato di forma pazzesco di Paolo Guerrero (autore di tre gol contro la Bolivia), alle qualità tecniche di Farfán, e grazie infine al contributo fondamentale di un esterno sinistro rapidissimo che sta giocando molto bene, il 23enne Christian “Aladino” Cueva.
Grazie a queste qualità il Perù aveva anche messo in difficoltà una nazionale come la Colombia nel secondo tempo della partita della fase a gironi. Inoltre dispone di un terzino destro che, a conti fatti, può tranquillamente essere citati tra i migliori di tutto il torneo: Luis Advíncula, bravissimo nella fase offensiva, un po’ troppo maldestro e impacciato in quella difensiva.
Il punto è che tutte le buone cose dette riguardo al Perù devono essere comunque valutate in considerazione del livello dei suoi avversari: nel quarto di finale, per quanto il Perù abbia fatto vedere azioni davvero ben costruite, l’avversario era pur sempre la Bolivia, probabilmente la più scarsa nazionale del torneo insieme alla Giamaica. Nella fase a gironi, inoltre, dopo aver perso la prima contro il Brasile, il Perù è riuscito a qualificarsi soprattutto grazie alla fondamentale vittoria per 1-0 contro il Venezuela, altra nazionale piuttosto debole.
Una delle difficoltà specifiche del Perù, a scendere nel dettaglio, è che “funziona” benissimo contro squadre che controllano il gioco e tengono palla – perché può sfruttare i contropiedi e le ripartenze in velocità – ma va decisamente in crisi quando tocca inventarsi qualcosa per scardinare le difese avversarie ben schierate. Inoltre, le energie che spende nella corsa e nel pressing fin dall’inizio della partita la lasciano spesso “a secco” nel finale, come capitato nel quarto contro la Bolivia (alla fine Guerrero e compagni non ne avevano più davvero).
La partita contro il Cile, teoricamente, è di quelle che dovrebbero favorire le possibilità del Perù di trovare almeno un gol in contropiede o comunque in azioni molto veloci in verticale. Il punto è che il Perù potrebbe non riuscire a resistere agli attacchi perseveranti della nazionale di casa, considerando che quando ci è riuscita – contro Brasile e Colombia nella fase a gironi – affrontava attacchi tutto sommato meno forti.
Per questi motivi il “gol” (segnano entrambe le squadre) sembra essere il pronostico più ragionevole, sebbene Gallese e Bravo si stiano dimostrando due ottimi portieri. Per chi invece volesse comunque puntare qualcosa sulla vittoria “1X2”, è giusto dire che le qualità del Perù probabilmente non bastano a escludere dalle probabilità alte una vittoria del Cile sulla distanza dei 90 minuti, e quindi senza bisogno di ricorrere ai calci di rigore (ah, non ci sono supplementari in questa fase a eliminazione diretta, fuorché nella finale).
Rivalità seria. Quanto alla prospettiva storica ed extracalcistica di questa partita conviene anche segnalare che tra le nazionali di Cile e Perù esiste una delle rivalità più accese del Sudamerica: i contrasti tra questi due paesi risalgono a oltre un secolo fa, quando nella Guerra del Pacifico (1879-1883) Bolivia e Perù contesero al Cile il possesso di alcuni territori del deserto di Atacama in cui erano presenti vasti giacimenti di salnitro (molto richiesto e venduto sul mercato internazionale). Vinse il Cile, che riuscì ad annettere l’attuale regione di Antofagasta, che prima di allora apparteneva a Bolivia e Perù.
Rivalità scema. Un altro motivo di contesa tra Cile e Perù, ben più innocuo e popolare, riguarda chi dei due paesi sia da ritenere l’inventore del Pisco, un distillato d’uva peruviano molto buono e molto diffuso e bevuto anche in Cile, appunto, che anzi se ne attribuisce i meriti della scoperta.
Probabili formazioni
CILE: Bravo; Medel, Isla, Mena, Albornoz; Marcelo Díaz, Aránguiz, Vidal; Valdivia, Edu Vargas, Alexis Sánchez.
PERÙ: Gallese; Advíncula, Zambrano, Ascues, Juan Vargas; Lobatón, Ballón, Joel Sánchez, Cueva; Farfán, Guerrero.
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