Barcellona e Real Madrid, rispettivamente al primo e al secondo posto in classifica, divise da un solo punto, si affrontano stasera nella partita del calcio spagnolo più nota e affascinante al mondo. Il Barcellona se la passa benissimo, il Real no. Le formazioni, l’analisi e i pronostici.
Chi è favorito secondo i bookmaker, innanzitutto
Stavolta il moltiplicatore proposto dai bookmaker per la vittoria del Barcellona è mediamente pari a 1.70 e quello per il pareggio è intorno a 4.70, mentre la vittoria del Real Madrid è data mediamente a 4.60: una quota veramente elevata considerando l’esito delle partite recenti tra queste due squadre e la reputazione internazionale del Real. Significa che i bookmaker ritengono probabile la vittoria del Barcellona approssimativamente al 58%, probabile il pareggio al 22% e probabile la vittoria del Real al 20%. Cosa è successo rispetto al girone di andata? Com’è che la squadra campione d’Europa, a lungo prima in classifica in questa stagione e ora non più, sia talmente sfavorita prima della partita del campionato spagnolo più nota al mondo?
Il risultato e l’andamento della partita di andata, giocata tra queste due squadre al Bernabeu il 25 ottobre scorso, confermò a osservatori ed esperti l’impressione che il Real Madrid fosse ancora la squadra probabilmente più forte d’Europa, e certamente una squadra più attrezzata e più in forma del Barcellona, battuto 3-1 nonostante il provvisorio vantaggio con il gol di Neymar dopo 3 minuti. Nelle settimane e nei mesi seguenti il Real ottenne inoltre il record di 22 vittorie consecutive, mai ottenuto prima nella storia della società. Tutto girava perfettamente, e proprio non esistevano le condizioni per rimpiangere gente come Di Maria e Xabi Alonso.
Intanto al Barcellona non girava bene per niente: fino alla fine del 2014 non si era neppure capito come, con quale modulo e con quali titolari intendesse giocare Luis Enrique. Tanto che all’inizio dell’anno, dopo la sconfitta di campionato contro la Real Sociedad e le ipotesi giornalistiche riguardo forti contrasti tra l’allenatore e i giocatori, Luis Enrique sembrava già alla porta. Ecco. All’inizio di gennaio, dopo quella sconfitta, è girata la stagione del Barcellona: 17 vittorie in 18 partite tra campionato e coppe. E intanto il Real Madrid si è un po’ perso: forse meno di quanto si legge in giro ma comunque un po’ sì, più che altro a causa di una certa stanchezza fisica e soprattutto a causa di alcuni infortuni di un paio di centrocampisti fondamentali come Modric e James Rodriguez (fondamentale più il primo che il secondo).
A febbraio una prima botta, soprattutto sul piano psicologico, è arrivata con quel 4-0 contro l’Atletico al Vicente Calderon, in un derby che in anni recenti si era invece distinto per il grande equilibrio sia in campo che nel risultato finale (e ora si ritroveranno contro nei quarti di Champions). Poi, la situazione è decisamente sfuggita di mano nelle ultime settimane. A un deludente pareggio in campionato contro il Villarreal per 1-1 sono seguite due sconfitte consecutive che hanno fatto malissimo all’ambiente: quella per 1-0 al San Mamés contro l’Athletic – sul piano tecnico, una delle peggiore partite del Real nella stagione in corso – e quella clamorosa per 4-3 al Bernabeu contro lo Schalke 04, nella partita di ritorno degli ottavi di Champions League. Che a momenti passava lo Schalke. Apriti cielo. Critiche everywhere. Ad Ancelotti, ai giocatori, ai tifosi stessi da parte di altri tifosi. Perché è così: se sei il Real Madrid e non vinci per tre partite di fila, è un problema.
I fischi contro i giocatori del Real Madrid
Sid Lowe, esperto di calcio spagnolo per diversi quotidiani e riviste anglosassoni, ha risposto ad alcune domande poste dai lettori del Guardian. Tra le tante, ce n’era una interessante di un tizio che si chiedeva: “ma perché i tifosi del Real Madrid sono così impazienti?”, in riferimento alle recenti contestazioni e ai fischi al Bernabeu contro i giocatori.
Certo, questa abitudine a “fischiare” esiste anche tra i tifosi di altre grandi squadre in Europa: prendi il caso più recente in Italia, le contestazioni contro i giocatori della Roma all’Olimpico, o il caso dei tifosi dell’Arsenal che alcuni anni fa se la prendevano con un certo accanimento contro Eboué. Ultimamente Bale – ma poi tutta la squadra – al Bernabeu era stato preso molto di mira da una parte piuttosto ampia di tifosi: trattare così i giocatori, chiede il tizio a Lowe, non finisce però per essere più controproducente che utile per la società? I fischi servono più che altro a “sgonfiare” il giocatore e indurre altri potenziali campioni a pensarci due volte prima di andare al Real. Che forse, tutto sommato, oggi è in effetti l’ultimo club in cui ti conviene finire se sei un giovane fenomeno.
Sì, risponde Lowe, da fuori è una cosa quasi incomprensibile e certamente controproducente; però c’è da tenere sempre presente anche il modello culturale in cui tutto questo avviene. In Spagna, dice Lowe, i fischi non vengono necessariamente concepiti come una disapprovazione del giocatore verso il quale sono rivolti: a volte sono intesi dai tifosi come un mezzo per spronarlo, del tipo “dai, puoi fare meglio di così, lo sappiamo”.
Mmm. Boh. Allora un Balotelli non ce lo vediamo moltissimo, diciamo così.
I guai del Real Madrid
Gran parte dei problemi recenti del Real Madrid, come spesso indicato dallo stesso Ancelotti, sono stati determinati dalla mancanza di velocità e fluidità a centrocampo, più che da eventuali mancanze degli attaccanti. Il punto è che rispetto alle settimane del record di 22 vittorie consecutive il Real si è venuto a trovare senza due centrocampisti – Modric e Rodriguez, assenti per infortunio – a cui Ancelotti chiedeva un lavoro importantissimo in fase di impostazione dell’azione offensiva. Isco e Kroos, come pure Illarramendi e Khedira, hanno altre caratteristiche. Rodriguez è ancora assente, ma tra le due assenze è forse quella che pesa meno. Modric è rientrato da poco ma, chiaramente, non è al meglio delle forma fisica. Il portiere non ha la sicurezza degli anni dei successi della nazionale spagnola, e soprattutto non la trasmette ai difensori, cosa che fa ancora più danni: si “spazza” quando si può gestire, si cerca di uscire dall’area frettolosamente e senza ragionare.
Il gran momento del Barcellona
Anche durante la fase meno convincente della stagione, all’inizio, quando peraltro era ancora assente per squalifica Suarez, il Barcellona aveva comunque dato l’impressione di aver sistemato qualcosa in difesa riuscendo a sfangarla spesso per il fatto di non aver preso gol, piuttosto che averne segnati 4 o 5. Senza esagerare con “colpi sensazionali” di mercato a parte Suarez, la società ha preso in estate – con grande precisione e attenzione – non un difensore promettente (che ha già: Marc Bartra) bensì un difensore di grande esperienza, Jérémy Mathieu, da utilizzare in questa non-si-sa-quanto-lunga fase di transizione del dopo Puyol. Mathieu è un centrale molto tosto, alto 1 metro e 93, che può giocare benissimo in un modulo con esterni molto veloci e abituati a rientrare come Dani Alves e Jordi Alba (perché Mathieu e Piqué no, non formano propriamente una coppia di centrali rapidissima).
Quanto all’attacco, del contributo stabile di Messi (43 gol, 24 assist) al gioco della squadra si è ormai detto tutto quello che si poteva dire. La novità sostanziale è che in questa stagione – peraltro in due fasi complementari – il Barcellona ha tratto enormi benefici da Neymar (26 gol, 8 assist) e Suarez (13 gol, 15 assist). Neymar è cresciuto tecnicamente (e stava già messo benino) e soprattutto professionalmente, e da subito è sembrato che giocasse con Messi da trent’anni se non fosse che ne ha 23. Suarez ha faticato un po’ all’inizio ma è diventato un giocatore determinante, che sia in fase di possesso palla che in fase difensiva permette alla squadra di fare un gioco che il Barcellona non aveva mai fatto in anni recenti: pressing alto, gioco verticale, contrattacchi veloci.
Il pronostico e le formazioni
Date le premesse e i rispettivi stati di forma, c’è da aspettarsi che il Barcellona cercherà di dominare la partita, facendo più possesso palla, e il Real Madrid di difendere attentamente e cercare di girare la partita con qualche azione individuale di Ronaldo o Bale. In questo genere di partita non si sa mai come può andare a finire – quindi meglio andarci cauti con i segni 1X2 – ma diciamo che, ora come ora, il Barcellona ne ha di più.
Nel Barcellona l’unico dubbio è legato al recupero di Busquets a centrocampo: è un dilemma tatticamente rilevante perché la sua presenza a centrocampo, come sottolineato altre volte, permette a Mascherano di recuperare il suo ruolo di centrale affianco a Piqué. Ed elimina di conseguenza il dubbio su chi debba altrimenti giocare insieme a Piqué, se Bartra o Mathieu. Nel caso in cui dovesse mancare ancora Busquets, è probabile che Luis Enrique decida di puntare su Bartra, se – come noi – ritiene un po’ troppo rischiosa la lentezza di Mathieu contro gente come Bale, Ronaldo e Benzema. Fosse stata una partita da giocare con la difesa bassa, ci poteva anche stare; ma considerando che il Barcellona attaccherà, forse meglio Bartra.
Nel Real Madrid dovrebbe giocare la solita formazione recente, con Modric ormai stabilmente titolare a centrocampo insieme a Isco e Kroos. Ramos-Pepe la coppia centrale in difesa, con un dubbio sulla fascia sinistra: dato che ci sarà anche da difendere, meglio Marcelo per dare profondità e offrire corsie alternative nei contrattacchi, o Coentrao, che difende meglio? In attacco dubbi zero: Bale, Ronaldo, Benzema.
Qualche dato sulle scommesse in Spagna
Citando dati di “Jdigital” (l’Associazione spagnola del Gioco Online), un articolo di Marca riferisce che intorno al Clásico di domenica sera è previsto un volume di scommesse di circa 20 milioni di euro e un incremento del 200% rispetto al consueto investimento in pubblicità da parte dei bookmaker. Si ritiene che il 70% delle scommesse sarà giocato live, nel corso della partita, mentre il 30% rappresenta approssimativamente la parte di scommesse giocate nelle ore e nei giorni precedenti il calcio d’inizio.
Probabili formazioni:
BARCELLONA: Bravo; Alba, Bartra, Piqué, Alves; Rakitic, Mascherano, Iniesta; Neymar, Suarez, Messi.
REAL MADRID: Casillas; Carvajal, Ramos, Pepe, Marcelo; Isco, Kroos, Modric; Bale, Ronaldo, Benzema.
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