La cosa buona è che la gara si corre alle 21, un orario insolito ma che lascia tutto il tempo di studiarsi per bene le cose. Diciamo rapidamente nove cose che vale la pena sapere + 1 non necessaria ma notevole.
1. La gara è alle 21, ora italiana. Non è prevista pioggia.
2. Il circuito di Austin è lungo 5,513 km e per la gara sarà percorso 56 volte, per una distanza totale di 308,728 km. Le due uniche edizioni precedenti sono state vinte da Hamilton nel 2012 e da Vettel nel 2013.
3. Hamilton è andato più forte di Rosberg in tutte le sessioni di prove del weekend eccetto che in qualifica. La Mercedes va più forte di tutti anche qui.
4. La Williams è messa piuttosto bene anche sul passo gara. La Red Bull non va fortissimo ma è stata molto costante per tutte le prove, e quindi sia Ricciardo che Vettel potrebbero approfittare di eventuali cali improvvisi di prestazioni dei loro avversari.
5. Vettel è stato penalizzato e partirà dalla corsia dei box perché sulla sua macchina è stata sostituita la “power unit” per la sesta volta in questa stagione. Per regolamento è permesso di utilizzarne al massimo cinque in una stagione. La “power unit” è il modo in cui abbiamo preso a chiamare, da quest’anno, il complesso meccanismo di propulsione delle macchine di Formula 1, di cui fa parte non soltanto un motore V6 in senso tradizionale ma anche un turbocompressore, un meccanismo di recupero dell’energia termica dei gas di scarico (MGU-H) e un meccanismo di recupero dell’energia cinetica delle frenate (MGU-K, una versione evoluta del vecchio KERS).
6. Alonso ha spiegato in un’intervista che la Ferrari aveva considerato di utilizzare, in queste ultime tre gare, la sesta “power unit” della stagione. A quel punto sarebbe stato penalizzato, come Vettel, perché per regolamento si possono utilizzare massimo cinque power unit all’anno. Alla fine hanno preferito tenere una vecchia power unit – messa non benissimo, sul piano della potenza massima – per non essere costretti a partire dal fondo e recuperare posizioni. C’è da arrangiarsi negli Stati Uniti e in Brasile, la prossima. La power unit messa meglio, tra quelle malconce rimaste a disposizione della Ferrari, sarà utilizzata solo nell’ultima gara, ad Abu Dhabi, dove – ricordiamo – i punti assegnati varranno il doppio rispetto al consueto.
7. Button è stato penalizzato con un arretramento di cinque posizioni per aver sostituito il cambio. Kvyat è stato penalizzato con un arretramento di dieci posizioni in griglia per aver sostituito il motore per la settima volta in questa stagione.
8. Non cercate nel palinsesto le Caterham e le Marussia: non ci sono. Le due squadre più scarse di tutto il Mondiale 2014, per motivi economici, non partecipano a questo Gran Premio negli Stati Uniti.
9. La griglia di partenza, insomma, è questa qui:
1. Nico Rosberg (Mercedes)
2. Lewis Hamilton (Mercedes)
3. Valtteri Bottas (Williams)
4. Felipe Massa (Williams)
5. Daniel Ricciardo (Red Bull)
6. Fernando Alonso (Ferrari)
7. Kevin Magnussen (McLaren)
8. Kimi Räikkönen (Ferrari)
9. Adrian Sutil (Sauber)
10. Pastor Maldonado (Lotus)
11. Sergio Perez (Force India)
12. Jenson Button (McLaren)
13. Nico Hulkenberg (Force India)
14. Jean-Eric Vergne (Toro Rosso)
15. Esteban Gutierrez (Sauber)
16. Romain Grosjean (Lotus)
17. Daniil Kvyat (Toro Rosso)
18. Sebastian Vettel (Red Bull)
10. Occorrono 48 mila e 258 Big Mac messi uno davanti all’altro per chiudere un giro completo – 5,5 chilometri – del tracciato di Austin, dove si corre il Gran Premio. Per ricoprire interamente la pista ne servirebbero invece 6 milioni 378 mila e 678, di Big Mac. (Ok, questa non serviva a niente ma era forte).
Questo contenuto è stato modificato 23 Novembre 2014 10:24
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