L’attenzione sarà quasi tutti rivolta verso la partita delle 20:45, quella tra Ascoli e Pisa: oltre ad essere una sfida dai mille significati, ci si gioca il primo posto. Ma alle 19:30 c’è pure Como-Pro Patria: i lariani ritrovano l’ex Oliveira, oggi seduto sulla panchina bustocca.
Sulla panchina della Pro Patria siede Lulù Oliveira, alla sua prima esperienza da allenatore nel calcio professionistico. Da giocatore fece fortuna a Cagliari e a Firenze, dove segnò caterve di gol, ma non fu da meno l’esperienza successiva con il Como, con cui il brasiliano naturalizzato belga si laureò capocannoniere in B e contribuì pesantemente alla storica promozione dei lariani in serie A nel 2002. Stasera, seppur in altre vesti, si ritroverà contro la sua ex squadra, al momento seconda in classifica a soli due punti dal Bassano capolista.
La sua Pro Patria non riesce a ingranare: i bustocchi, logorati dai problemi societari – è da un mese che si vocifera di un imminente fallimento – sono terzultimi a cinque punti e con la seconda peggior difesa con 14 gol subìti. Oliveira, da grande attaccante qual è stato, ama fin troppo il calcio offensivo. Tuttavia, per la qualità del gioco espresso, i suoi uomini avrebbero meritato qualcosa in più.
Segnare al Como è un’impresa: la difesa di Colella è la meno battuta del girone, ci sono riusciti solo in due occasioni. Per ilariani è un match alla portata, ma, come ha precisato lo stesso allenatore, non devono commettere l’errore di sottovalutare l’avversario, come successo due settimane fa contro il Giana. L’allenatore pare intenzionato a fare riposare qualche titolare, rivoluzionando il centrocampo e concedendo un po’ di riposo a Gioia e a capitan Ardito. In avanti più Defendi che Ganz al fianco di Le Noci. Nella Pro Patria mancheranno di nuovo Arati e Botturi, fuori rosa per il mancato accordo di rinnovo, oltre agli squlificati Ulizio e Taino: Oliveira confermerà dunque il meno spregiudicato 4-4-2 e l’undici protagonista di una buona gara contro il Mantova domenica scorsa.
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Il tutto esaurito del “Del Duca” la dice tutta. Ad Ascoli va in scena una sfida d’altri tempi che riporta alla mente tanti ricordi e aneddoti del passato. Chi conosce la storia di questo gioco non può fare a meno di ricordare gli scontri tra Ascoli e Pisa nella serie A degli anni ’80, in cui entrambe erano presenze quasi fisse grazie ai sacrifici di due leggendari presidenti come Rozzi e Anconetani, pionieri nel portare il grande calcio in provincia.
I tifosi, anche quelli più giovani, sentono moltissimo questa partita tanto da riempire lo stadio come non accadeva da tempo. Il Pisa è secondo con gli stessi punti dell’Ascoli: la Spal prima in classifica dista solo una lunghezza.
Il Pisa è reduce dal pari-beffa nel derby con il Pontedera, con il gol degli ospiti arrivato a pochi secondi dalla fine. L’Ascoli invece ha superato di misura il Savona: anche in questo caso la rete di Perez è stata realizzata al termine dei tempi regolamentari.
Nessuna assenza eccellente da ambo le parti. Nel Pisa ci sono molte aspettative sul capocannoniere Arma, già a quota sei gol in appena sette giornate, che contro una difesa ben organizzata come quella ascolana troverà pane per i suoi denti. L’Ascoli, imbattuto in casa, è una squadra che crea tantissimo, ma ha un problema: i suoi attaccanti commettono troppi errori sotto porta. Gara da tripla, che si preannuncia combattuta e tesa: d’altronde in ballo c’è il primato, Spal permettendo. Puntare sul pareggio, insomma, non è una follia.
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