Ecco tre degli argomenti di cui si è discusso più a lungo, in seguito alla rovinosa sconfitta dell’Italia contro l’Uruguay, e su cui ci siamo fatti un’idea anche noi, per quel che vale. Comunque sì, siamo ancora molto incazzati. E se pensiamo a quanto manca al prossimo Mondiale ci piglia un’angoscia profonda.
Tanto per essere chiari da subito: ciascuno di questi tre punti di discussione ha avuto un peso più o meno rilevante nell’eliminazione dell’Italia dal Mondiale, ma è l’ultimo punto – il gol di Diego Godín – che ci fa dire, con obiettività e grande amarezza, che tutto sommato l’Italia non meritava la qualificazione agli ottavi più dell’Uruguay. Loro hanno segnato un gol, noi no.
L’espulsione di Marchisio
Probabilmente passeremo per commentatori di parte, ma su questo, qui al Veggente, siamo categorici: senza scendere nella dinamica dell’azione (tanto ognuno resta della sua opinione, si sa), il solo fatto che ci siano state così tante interpretazioni e discussioni riguardo a questo fallo di Marchisio su Egidio Arévalo Ríos ci spinge a sostenere che – in una partita piena di fallacci dall’inizio alla fine, spesso non sanzionati – forse non era il caso.
Le formule ricorrenti del tipo “ci sta” o “ci poteva stare” non tengono per nulla in considerazione il fatto che si stavano menando pesante, e fino a quel momento era stata una partita gestita dall’arbitro più in stile laissez passer che in stile non-te-ne-faccio-passare-una. I giocatori non sono delle macchine che si autoregolano di minuto in minuto sugli umori dell’arbitro: prendono le misure nei primi minuti, capiscono il genere di partita, e giocano. E per come si stava giocando a calcio, nei primi 60 minuti di Italia-Uruguay, questa espulsione diretta non esiste.
Il morso di Luis Suárez
Qui c’è ben poco da dire, anzi – se non fosse che eravamo nel bel mezzo di una tragedia sportiva nazionale – noi ne avremmo riso parecchio. Quasi certamente Suárez sarà squalificato, e qualsiasi arbitro o guardalinee di buon senso, che avesse visto questo fallo, lo avrebbe espulso.
Peraltro alcuni segnalano che si tratta di un “amore antico”, che ci fu un primo tentativo di approccio alla Confederations Cup dell’anno scorso, e che Giorgio Chiellini probabilmente rientra nel genere che Suárez trova gustoso. Brutta storia.
Però attenzione a non trasformarci in quelli che maestra-maestra-il-cane-mi-ha-morso: è andata così, non hanno visto né sanzionato il fallo, e hanno assegnato il calcio d’angolo da cui poi è arrivato il gol dell’Uruguay. Di sicuro, su quel calcio d’angolo, Chiellini non era menomato a causa del morso. E quel gol non lo ha segnato Suárez.
Lo ha segnato un altro.
E veniamo al punto tre.
Il gol di Diego Godín
Quello che avevamo da dire lo abbiamo detto stamattina, sul coso. Con grande amarezza.
Coraggio: rimettiamoci sul Mondiale, ché ci sono ancora un sacco di squadre forti e belle partite da seguire.
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