Grazie alla super prestazione di un sempre più onnipotente LeBron James, gli Heat hanno pareggiato i conti e adesso la serie è sull’uno a uno. Questa notte, alle 3.00, il baraccone delle Finals si sposta a Miami. Un’altra sconfitta metterebbe gli Spurs con le spalle al muro.
In barba al significato del loro nome – per chi non lo sapesse “heat” nella lingua di Shakespeare significa “calore” – ed alla città di appartenenza – Miami è una delle più torride di tutti gli Stati Uniti – con il “fresco” i campioni in carica sono risorti. Stavolta il condizionatore dell’At&t Center ha funzionato eccome e l’aria finalmente respirabile ha tonificato i muscoli di LeBron James, che non poteva rispondere in maniera migliore alle critiche del post gara-1, quando fu costretto ad uscire a causa dei dolori lancinanti provocati dai crampi alla schiena. Le uniche accuse rivoltegli, in gara-2, semmai sono quelle di onnipotenza, visto che da quasi da solo ha regalato a Miami una vittoria (98-96) che potrebbe contare tantissimo nell’economia della serie. Ciò che impressiona non sono tanti i suoi trentacinque punti finali (14/22 dal campo e 3/3 dall’arco) che di certo non fanno notizia ma gli otto in neanche un minuto (51’’ per essere più precisi) che hanno letteralmente ribaltato l’inerzia della partita: gli Spurs erano sul +6 e in un lampo, quasi senza accorgersene, si sono ritrovati sotto di due punti e con il gelo, manco a farlo apposta, piombato all’interno del palazzetto. Ai compagni va il merito di averlo affiancarlo alla perfezione, ma non fosse stato per il direttore d’orchestra LeBron a quest’ora la banda di Popovich avrebbe già messo una mezza mano sul Larry O’Brien Trophy. Invece San Antonio, che ha ceduto di schianto nel quarto quarto a causa di una orribile prestazione offensiva pagando le scelte disastrose ed egoiste di un insolito Manu Ginobili, adesso si trova costretta a vincerne almeno una in Florida per riconquistare il vantaggio del fattore campo. Non di certo una passeggiata, considerato che nei playoff in corso nessuna squadra è stata capace di violare l’AAA Arena.
L’inerzia delle serie ora pende verso Miami
Gli Spurs, si sa, sono duri a morire e per un gruppo che è abituato a vederne di tutti i colori da più di dieci anni che cosa sarà mai una serata storta. No, la serie non è affatto finita: James dopo la dimostrazione di forza di domenica scorsa sarà ancora più motivato davanti al calore (si spera in senso metaforico) dei propri tifosi che inneggeranno all’agognato Threepeat, ma è anche vero che difficilmente potrà ripetere una serata in cui gli è entrato l’impossibile. In gara-3 Miami parte coi favori del pronostico: quella che deve rincorrere ora è San Antonio, che saprà fare tesoro della strigliata di coach Pop.
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