Entrambe sul 3-1, stanotte, davanti ai propri tifosi, Miami e San Antonio hanno la possibilità (per gli Spurs in verità si tratta del secondo match point, visto che il primo lo hanno già sprecato) di guadagnarsi l’accesso alle rispettive finali di Conference. Brooklyn e Portland saranno d’accordo?
Quando la squadra ha bisogno, LeBron James si fa trovare pronto. Sempre. Il “supereroe” degli Heat aveva intuito che gara-4 rappresentava un pericolo notevole, dopo che i Nets avevano accorciato le distanze nella serie e ripreso fiducia. Serviva una grande prova individuale per ricacciare indietro Pierce e compagni. Ed eccola servita: quarantanove punti del Prescelto con il 16/24 dal campo, conditi da sei rimbalzi e due assist. Inarrestabile, se c’è una parola per descriverlo. Il tiro libero sbagliato a pochi secondi dalla fine gli ha impedito di superare il massimo in carriera di punti segnati nei playoff. Errore che però non ha macchiato una delle prestazioni più incredibili della storia della postseason. Miami e James hanno risposto colpo su colpo a dei Nets che hanno giocato una partita quasi perfetta, consapevoli che quella che si stavano giocando era forse l’ultima chance per rimontare e continuare a sperare nella qualificazione: Brooklyn ha mandato ben cinque uomini in doppia cifra, puntando sulla forza del collettivo. Ma non è bastato. Il successo per 102-96 ha regalato agli Heat la possibilità di chiuderla stanotte, in Florida. Non sarà un match a senso unico: Miami, che in casa è ancora imbattuta nei playoff, la vincerà in un modo o nell’altro, ma i Nets hanno promesso battaglia – «abbiamo perso questa, ma possiamo ancora vincere», ha detto Joe Johnson nel post-gara-4 – e se la giocheranno fino alla fine.
I più maligni dicono che Popovich abbia ordinato ai suoi di non impegnarsi più di tanto in gara-4 per avere la possibilità di giocare un’altra partita a distanza ravvicinata ed evitare un lungo riposo. Quasi come se per gli Spurs la partita di stanotte fosse nient’altro che un allenamento, un esercizio ginnico per non arrugginire gambe e braccia in vista delle finali di Conference. Non possiamo stabilire se tutto ciò corrisponde alla verità oppure no, ma è certo che San Antonio, due notti fa, non ha ripetuto le strabilianti prestazioni delle tre gare precedenti, approcciandosi all’incontro con eccessiva superficialità e rilassatezza. E Portland non ci ha pensato due volte, approfittando della situazione e prendendosi una “piccola” vendetta dopo le tre batoste di fila. I Trail Blazers hanno vinto 103-92, evitando lo sweep – che è sempre un’umiliazione quando avviene in casa propria – guadagnandosi il diritto di provarci almeno un’altra volta. Nel terzo quarto l’allungo decisivo: le triple di Lillard (finalmente una prova all’altezza in questa serie per il giovane playmaker) e Batum e i canestri dalla media distanza di Aldridge hanno mandato in crisi la difesa dei texani, che nell’ultima frazione hanno alzato bandiera bianca, dandosi appuntamento sotto l’Alamo. Una sconfitta, voluta o meno, che indubbiamente innescherà la reazione degli Spurs: al 100% stanotte rivedremo la vera San Antonio.
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