All’inferno e ritorno. Gara-4 è stata la fatidica prova del nove. Quella che ha definitivamente riesumato i Pacers, adesso ad una sola vittoria dalle seconde Eastern Conference Finals consecutive. Piegata per la terza volta di fila la resistenza di una Washington che era partita alla grande e che si è man mano involuta, Indiana questa notte ha a disposizione il primo match ball per archiviare la serie e passare al turno successivo dove, a meno di sorprese, se la vedrà di nuovo con i Miami Heat. Entusiasmo, determinazione e soprattutto difesa, con la “d” maiuscola: caratteristiche che gli uomini di Vogel sembrava avessero smarrito negli ultimi mesi e che ora stanno ritrovando. L’emblema della rinascita è proprio Roy Hibbert, in crescita partita dopo partita. Il centro non è ancora quello dello scorso anno, ma è tornato a farsi sentire pesantemente nei pressi del ferro (15 punti e 7 rimbalzi nel secondo tempo di gara-3): non è un caso se la squadra ha ricominciato a girare da quando il giamaicano si è ricordato di essere un giocatore di pallacanestro. Ma in gara-3, finita 95-92, il protagonista assoluto è stato George, che ha polverizzato l’ennesimo record: per lui 39 punti, massimo in carriera nei playoff, costruito tirando 7/10 da tre. La doppia sconfitta casalinga potrebbe aver piegato le gambe ai Wizards. Wall e compagni, dopo essersi fatti rimontare due volte in gara-3, danno l’impressione di aver finito le cartucce.
Under 180.5 (1.88, #)
1 (1.43, #)
1 Handicap 5.5 (1.92, #)
L’incredibile gara-4, vinta dai Clippers nei minuti finali 101-99 dopo un’assurda rimonta che resterà nella storia dei playoff, ha dimostrato sostanzialmente due cose. La prima riguarda le panchine: che Rivers fosse un allenatore molto più bravo di Brooks si sapeva già prima dell’inizio di questa serie, ma dopo il match di domenica scorsa il divario tra i due è diventato palese. L’ex coach dei Celtics ha azzeccato tutte le mosse, fino al capolavoro del quintetto piccolo schierato nei momenti decisivi del match: una trappola che ha mandato in confusione Brooks, che ha abboccato come un dilettante. La seconda, Kevin Durant. L’MVP è un giocatore stratosferico, destinato a dominare la scena nei prossimi anni. In una sola parola: indiscutibile. Ma la sensazione è che gli manchi ancora qualcosa a livello di carattere, una lacuna che gli impedisce di essere determinante al 100%. In gara-4, la vittoria dei Thunder passava per le sue mani: non c’è riuscito, asfissiato dalla difesa di Chris Paul – un evidente mismatch – abilissimo nel rubargli la palla che ha dato il via al contropiede letale di Collison. Una beffa per Oklahoma City, che aveva dominato l’intera partita, che sembrava chiusa già nel primo tempo con gli ospiti avanti di 11 lunghezze. La gara di stanotte deciderà molto probabilmente la serie: chi rischia di più sono i Thunder, che solitamente sanno come rialzarsi da una brutta botta come quella di gara-4.
1×2 – X 5.5 punti (2.75, #)
Over 210.5 (1.77, #)
1 (1.40, #)