Miami e San Antonio hanno vinto nettamente le prime due gare giocate in casa. Se entrambe supereranno le insidiose gare-3 di Brooklyn e Portland saranno ad un passo dalle finali di Conference.
Gli Heat proseguono, incontrastati, verso quella che sarebbe la quarta finale di Conference consecutiva da quando James, Wade e Bosh hanno scelto di riunirsi in Florida e mescolare le proprie forze. Anche Brooklyn, così come era successo nel primo turno a Charlotte, si sta rivelando inadeguata per fermare – o perlomeno rallentare – la marcia inarrestabile dei campioni in carica, che mirano al cosiddetto “Threepeat” (il terzo titolo in tre anni). Nelle due partite giocate all’American Airlines Arena, i Nets non hanno mai dato l’impressione di poterne portare a casa almeno una e adesso rimontare il 2-0 nella serie è un’impresa quasi impossibile. Anche in gara-2, terminata 94-82, gli Heat non hanno dovuto spremersi in maniera eccessiva, dominando su tutti i fronti tranne che nella statistica dei rimbalzi, unica nota lieta per Brooklyn (43-36). Un Teletovic esplosivo dalla panchina (5 triple nel primo tempo, record di franchigia) ha permesso ai Nets di restare vivi per i primi due quarti. Nel secondo tempo, l’intensità difensiva e le scelte altruiste dei Big 3 insieme alle triple di Allen e Chalmers hanno spento definitivamente i newyorchesi, traditi dalla pessima prova in attacco di Williams (0/9 dal campo e nessun punto realizzato in 37 minuti), regalando a Miami l’ottava vittoria di fila nei playoff. In gara-3 Brooklyn non potrà più sbagliare e cercherà di fare la partita della vita. Ma se gli Heat manterranno la calma e non si rilasseranno troppo, continuando l’ottimo lavoro difensivo, non ci sarà storia neanche stanotte.
Tra gara-1 e gara-1 non è cambiato poi così tanto. Anzi, a dire il vero, quasi nulla: due partite fotocopia in cui gli Spurs sono stati nettamente superiori. Le lacune difensive dei giovani Blazers sono venute a galla davanti alla solidità di San Antonio, che in attacco continua a sbagliare pochissimo. Per la seconda volta consecutiva gli uomini di Popovich hanno messo a referto più di 110 punti tirando con il 53% dal campo e un sublime 12/20 da tre punti. In una gara-2 a senso unico (114-97 per i texani) sono stati addirittura sette i neroargento a chiudere in doppia cifra, compreso il nostro Belinelli (13 punti in 21 minuti per l’italiano): Marco sta ripagando in pieno la fiducia del suo coach che lo ha tenuto in naftalina nel primo turno contro i Mavericks. La produzione offensiva degli Spurs è devastante e Portland, che fatica a mantenere questi ritmi arrembanti, finisce col concedere troppo, a partire dai rimbalzi offensivi, manna dal cielo per i tiratori di San Antonio pronti a colpire dal perimetro senza pietà. I Blazers, nei due matches che si giocheranno in Oregon, deve cambiare registro se vogliono provare a ribaltare il 2-0. Stanotte vedremo una Portland più aggressiva e attenta in difesa, spinta dall’entusiasmo dei tifosi, che di solito nei playoff riescono ad essere un fattore. Comunque vada, l’inerzia resterà saldamente nelle mani degli Spurs, che, dimenticati gli smarrimenti della serie contro Dallas, hanno la qualificazione a portata di mano, anche in caso di sconfitta.
Questo contenuto è stato modificato 10 Maggio 2014 18:12
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