Washington-Indiana e Los Angeles-Oklahoma City sono sull’1-1. Ora l’obiettivo di Pacers e Thunder è quello di vincere almeno una in trasferta per riprendersi il vantaggio del fattore campo che entrambe hanno perso in gara-1.
Ventotto punti, nove rimbalzi e due stoppate: rieccolo, Roy Hibbert. E riecco pure i Pacers, quelli che abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene ormai da un biennio a questa parte. In gara-2 (86-82), Indiana è risalita di nuovo dal baratro in cui era precipitata due giorni prima, impattando la serie con i Wizards e conquistando una vittoria che potrebbe svoltare la loro serie. Il centro giamaicano è tornato a mostrare i muscoli e l’intera squadra ne ha beneficiato, ritrovando l’assetto difensivo smarrito. Rispetto a gara-1, Washington è stata assai meno produttiva dal perimetro, complice l’ottima difesa dei Pacers, ed ha retto grazie ad una prova straordinaria dei suoi lunghi, Nenè e Gortat, che sotto canestro hanno fatto sentire il loro peso: da annotare sul taccuino il partitone del polacco, finito addirittura in doppia doppia con 21 punti e 11 rimbalzi. Troppo altalenante, però, la prestazione complessiva dei Wizards, che si sono squagliati nell’ultimo quarto cedendo il passo ai più determinati Pacers. Stanotte la serie si sposta nella Capitale per gara-3: sarà una sorta di prova del nove per Indiana. A Washington i Pacers arrivano con meno pressione addosso e questo dovrebbe essergli d’aiuto, ma dire che si siano completamente ritrovati è un azzardo, considerando la loro capacità di passare in breve tempo dalle stelle alle stalle.
La consegna del premio di MVP, avvenuta pochi istanti prima di gara-2, non ha rinvigorito solo il suo nuovo detentore, Kevin Durant. A giudicare dai numeri incredibili che a fine partita metteranno insieme, sembra aver condizionato – in positivo, ovvio – anche il suo sodale Russell Westbrook. Sul Veggente ribadiamo ogni volta che i due sono la croce e la delizia dei Thunder, visto che il 75% delle conclusioni passa dalle loro mani e viene sacrificato il gioco di squadra. Ma stavolta davanti alla premiata ditta non si può far altro che togliersi il cappello: 63 punti con 44 tiri totali dal campo, 22 rimbalzi, 19 assist, 5 recuperi e 8 palle perse. Praticamente hanno fatto tutto loro. Due triple doppie sfiorate – mai successo prima – che hanno permesso ad Oklahoma City di surclassare per 112-101 i Clippers, ai quali non è bastato mandare sei uomini in doppia cifra per espugnare per la seconda volta consecutiva la Chesapeake Arena. Los Angeles ha pagato la scarsa reattività a rimbalzo e la brutta serata di uno spento Blake Griffin, che non si è mai avvicinato al ferro e si è limitato solo alle conclusioni dalla media distanza. Fino al terzo quarto i Clippers avevano sperato nella rimonta, ma la discesa è iniziata quando Rivers ha richiamato Paul in panchina: senza CP3 è calato il buio e i Thunder hanno messo il turbo. La serie, comunque, si prospetta lunga e spettacolare e stanotte, davanti al suo pubblico, Los Angeles potrebbe ripetere la prestazione di gara-1. Da riprovare la quota “over”, uscita sia nella prima che nella seconda partita.
Questo contenuto è stato modificato 10 Maggio 2014 10:44
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