Washington ha dominato gara-1 e ha fatto saltare il fattore campo: la crisi senza fine di Indiana potrebbe spianare la strada ai Wizards verso il secondo successo consecutivo. Nell’altra partita di stanotte, Oklahoma City rischia grosso contro i Clippers: sarà la sera del neo MVP Durant?
Come era già successo nella travagliata serie con Atlanta, i Pacers cominciano con il piede sbagliato anche le semifinali di Conference, regalando subito il fattore campo a Washington. Di Indiana, quest’anno, non ci si può fidare: evidentemente non era bastato l’orgoglio tirato fuori nella decisiva gara-7 contro gli Hawks per ricompattare una squadra che da febbraio si è involuta in modo inspiegabile. I Wizards si sono abbattuti come un ciclone su George e compagni, storditi dalle nove triple messe a segno da Ariza e Beal (47 punti in due). Washington ha dominato dall’inizio alla fine e il divario di punti nel punteggio finale (102-96) non rispecchia quello che è stato il reale andamento della gara. Indiana ha raramente opposto resistenza, tradita da quelli che in teoria dovrebbero essere i suoi giocatori migliori. Dopo il trentello da record di sabato scorso, Paul George stavolta ha tirato male, terminando con 18 punti e un deludente 4/17. Peggio di lui, e non è una novità, Roy Hibbert: in 17 minuti giocati, il centro è stato capace di non mettere a referto né rimbalzi né punti per la terza volta in questi playoff, sovrastato in termini di tecnica e di fisicità da Nenè e Gortat. I Wizards sono altra cosa rispetto agli Hawks e a Indiana, continuando di questo passo, di certo non verrà perdonato niente. La lite a fine gara tra West e Hibbert è sintomo di uno spogliatoio allo sbando e se stanotte i Wizards riuscissero a bissare il successo di due giorni fa non sarebbe affatto una sorpresa.
Chris Paul show. E’ quello che è andato in onda due notti fa alla Chesapeake Arena di Oklahoma City, la casa del neo MVP della stagione regolare Kevin Durant. I Thunder hanno assistito inermi a una delle prestazioni più incredibili della storia dei playoff: CP3 si è preso la scena, collezionando 30 punti con almeno il 75% dal campo e distribuendo 10 assist. Non capitava da ventitré anni: l’ultimo a riuscirci fu Michael Jordan. Addirittura otto le triple realizzate dal playmaker dei Clippers, suo massimo in carriera in una singola gara. Il prodotto di Wake Forest è stato il perfetto direttore d’orchestra di un collettivo che sta acquistando fiducia partita dopo partita. La vittoria per 122-105 su un campo difficilissimo ed il fattore campo saltato fa schizzare le quotazioni di Los Angeles, apparsa più squadra rispetto ad OKC, ancora una volta troppo dipendente da Durant e Westbrook: la somma dei loro punti (54) a fine match superava quella del resto dei compagni. Anche Ibaka non c’ha messo la solita intensità in difesa, pendendo il confronto con Griffin (23 punti e 5 rimbalzi). Oklahoma City, che avrebbe disperato bisogno di un sesto uomo come Jamal Crawford (17 punti in uscita dalla panchina, deve riacquistare fiducia al più presto e non può permettersi di perdere anche gara-2. E chissà che la fresca consegna del massimo premio individuale non funga da stimolo per Durant: se riuscirà a sopportare la pressione, questa potrebbe essere la sua notte.
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