Il primo vero ostacolo per James e compagni si chiama Brooklyn: l’esperienza dei Nets può creare seri pericoli ai campioni in carica. Stanotte debutta nelle semifinali anche San Antonio, che ha rischiato grosso nel primo turno contro i Mavs.
Partiamo dal dato più significativo: in regular season i Nets ne hanno vinte quattro su quattro contro Miami. Attenzione, ciò non vuol dire che Brooklyn parte favorita contro i campioni in carica. Rischieremmo di commettere uno degli errori più stupidi, e cioè quello di equiparare la stagione regolare ai playoff, due ambiti completamente diversi tra loro. Allo stesso tempo, però, possiamo ipotizzare che per gli Heat questo turno non sarà una passeggiata come lo è stata la serie precedente con Charlotte, liquidata in sole quattro partite. Un motivo ci sarà pure se LeBron e compagni hanno cercato di evitare fino all’ultimo quest’accoppiamento. La verità è che una squadra come i Nets va temuta per forza: la presenza in roster di veterani come Johnson, Pierce e Garnett, che a questi livelli ne hanno viste di tutti i colori per anni, obbliga a farlo. La loro esperienza e il loro carisma sono già stati determinanti nella serie contro i Raptors, vinta 4-3 dai newyorchesi. Miami è reduce da una settimana di “vacanza” forzata, ma aver riposato più degli avversari non è sempre un bene: il rischio di iniziare la serie con la ruggine addosso è concreto. Il 43% da dietro l’arco che ha seppellito i Bobcats (con sette tiratori diversi) non è detto che si ripeta: nei quattro k.o. stagionali, il tallone d’Achille degli Heat fu proprio quello, insieme ai rimbalzi offensivi (2.3 in meno rispetto a Brooklyn, che ne fa un vero punto di forza). Tutto, come al solito, ruoterà intorno a James (30 punti, 8 rimbalzi, 6 assist e oltre 2 recuperi di media), che contro Charlotte è stato praticamente immarcabile. I Nets dovranno limitare le incursioni sue e di Wade verso il canestro, cosa non facile vista che tra i loro lunghi non c’è un difensore capace di marcarli a uomo. Gara-1 sarà abbastanza equilibrata, con i Nets più in palla che daranno filo da torcere a Miami per buona parte dell’incontro.
Ai Dallas Mavericks, oltre a quello non aver mai mollato fino a gara-7, va dato un ulteriore merito: aver tolto l’alone di imbattibilità che aveva ammantato gli Spurs per tutto il corso della regular season. Per molti sarebbe dovuto essere uno cappotto scontato e invece San Antonio ha rischiato di restare impantanata in una serie-trappola. Da cui è riuscita a venire fuori grazie al solito, collaudato trio Parker-Duncan-Ginobili. Ormai sono finiti gli aggettivi per descrivere i tre. Accontentatevi dei numeri collezionati nei sette incontri: 19.9 punti e 4.7 assist di media per il francese, 17,3 punti e 8,4 rimbalzi sono il bottino del caraibico, 17,7 punti e 4,6 assist quello dell’argentino. Una garanzia. Chi non ha soddisfatto Popovich, invece, è stata la panchina, la migliore in stagione con 44.5 punti di media: le riserve hanno deluso le aspettative e il coach è stato costretto a ridurre i minutaggi. Contro la Portland vista all’opera nella serie con Houston servirà inevitabilmente uno sforzo anche da parte loro. La freschezza e l’entusiasmo dei Blazers (non passavano un primo turno di playoff dal 2000) fanno paura ad una squadra navigata ed in missione come gli Spurs. Sfrontati e sicuri dei propri mezzi, Lillard e Aldridge dovranno confrontarsi nell’eccitante duello generazionale con i loro corrispettivi Parker e Duncan e non è detto che ne escano sconfitti. Nelle quattro sfide stagionali ci sono state due vittorie per parte, segno che quella che verrà non è affatto una serie già decisa. Pur con poche alternative al quintetto titolare (che è quello che ha giocato più minuti insieme), Portland può seriamente dire la sua in queste semifinali e creare grattacapi a San Antonio, che resta comunque la favorita per il passaggio del turno.
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