Thunder-Grizzlies e Clippers-Warriors stanno sul 2-2 e i matches di stanotte può essere determinante per l’esito della serie. Nel frattempo, Chicago rischia di essere sbattuta fuori dai Washington Wizards.
Non bastano carattere e orgoglio ai Bulls, sotto 3-1 contro dei sorprendenti Wizards e con un piede fuori dai playoff. Gettata alle ortiche l’occasione che gara-4 concedeva, e cioè il fatto che il miglior giocatore di Washington fino a quel momento, Nenè, fosse stato squalificato per un turno, a Chicago adesso tocca fare un miracolo capitato solo otto volte nella storia della Nba. Davvero complicato contro questi Wizards che hanno sopperito all’assenza dell’ala brasiliana mettendola sulla velocità e sui soliti ritmi frenetici ai quali i Bulls non hanno saputo opporre resistenza e trovare l’antidoto giusto. Inefficace la loro marcatura su uno scatenato Trevor Ariza, assoluto MVP di gara-4 con trenta punti, che da dietro la linea da tre punti insieme a Bradley Beal sta facendo benissimo. La chiave è sempre lo squilibrio tra la difesa e l’attacco di Chicago in cui, al di là delle sfuriate di turno dei vari Dunleavy, Augustin e Gibson, pesa l’assenza di un go-to guy capace di produrre con continuità. E’ difficile capire con quali intenzioni i Bulls scenderanno in campo stanotte, e soprattutto se siano già rassegnati o meno all’eliminazione. Conoscendo la tenacia del loro allenatore dovrebbero giocarsela fino all’ultimo, anche se i Wizards finora si sono dimostrati superiori e puntare sulla loro vittoria non è un azzardo.
Nei Thunder il numero degli addetti a togliere le castagne dal fuoco si riduce a sole due persone: Kevin Durant e Russel Westbrook. E se i due gerarchi per una volta dovessero smarrire la bussola e metter insieme un disastroso 11/45 dal campo e 12 palle perse in coppia, come è capitato in gara-4 con Memphis avanti di cinque ad una manciata di secondi dal 3-1 nella serie? Nessun problema, ecco l’insospettabile Reggie Jackson, nativo di Pordenone, che piazza dal nulla la tripla del -2, quella che farà la strada alla rimonta di OKC poi concretizzatasi nell’ennesimo overtime. I Thunder devono dire grazie a lui se sono riuscita a impattare la serie e avere ancora buone possibilità di passare il turno. Una cosa è sicura: il gioco dei Grizzlies sta mettendo in seria difficoltà Oklahoma City, che questa notte costretta a chiedere di più ai suoi due campioni, non efficaci come in regular season e sui quali Memphis sta difendendo in maniera eccezionale. Il ritorno alla Chesapeake Arena e l’entusiasmo del loro pubblico dovrebbero essere un toccasana per i Thunder, che stanno rischiando troppo e devono assolutamente scongiurare il rischio di rientrare in Tennessee in svantaggio perché potrebbe essere fatale.
Sulla prova incolore dei Clippers in gara-4 hanno probabilmente avuto peso le rivedibili dichiarazioni razziste del loro proprietario, Donald Sterling, contro le quali l’intero roster è sceso sul parquet con le maglie al contrario in segno di protesta e di sdegno. La partita è stata infatti un monologo dei Warriors, che per la prima volta nella serie hanno potuto apprezzare il miglior Stephen Curry, autore di 33 punti e 7 assist. La tardiva rimonta di Los Angels, capitanata da Crawford e Griffin, non ha sortito l’effetto sperato. La serie è sul 2-2 ed è ancora apertissima. Stanotte ci si sposta nuovamente a L.A. e la pressione farà ritorno sulle spalle dei Clippers. Da loro ci aspetta una forte reazione, la stessa che seguì la sconfitta di gara-1, anche per una questione di orgoglio a seguito delle polemiche che in questi giorni stanno agitando le acque (a breve è prevista la decisione della lega che quasi sicuramente adotterà provvedimenti punitivi nei confronti di Sterling). In tre confronti su quattro la somma del punteggio finale ha superato quota 210 punti: gara-5 è quasi sempre decisiva e, nonostante i due attacchi molto prolifici, potrebbe uscire fuori un match tirato in cui saranno protagoniste le difese. Ergo, si può tranquillamente giocare il segno “under”.
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