Persa gara 1 all’overtime, a Houston tocca riportare in parità la serie con i Trail Blazers della formidabile coppia Aldridge-Lillard: nella città del Texas si prevedono scintille. Miami e San Antonio, le due finaliste della scorsa stagione, invece proveranno a portarsi sul 2-0 contro Charlotte e Dallas.
Superiorità sì, ma non troppa. Chi si aspettava che Charlotte venisse spazzata via dai Miami Heat già nel primo tempo di gara 1 si sbagliava di grosso. I Bobcats sono usciti sconfitti dall’American Airlines Arena 99-88, ma fino al quarto quarto hanno dato filo da torcere ai detentori dell’anello, quando James e Wade hanno messo il piede sull’acceleratore (LeBron chiuderà con 27 punti, Dwyane con 23) ristabilendo le gerarchie. Sarà pure la serie che sulla carta è più squilibrata delle altre, ma se Charlotte dovesse giocare con la stessa sfrontatezza mostrata domenica scorsa, a tratti sorprendente visto che molti di loro non avevano mai disputato i playoff, per gli Heat approdare al secondo turno non sarà una passeggiata. Molto dipenderà dalle condizioni di Al Jefferson, principale terminale offensivo degli uomini di coach Clifford, a mezzo servizio in gara 1 per un infortunio al piede. Miami soffre tanto la sua tecnica sotto canestro ed è spesso costretta a raddoppiarlo, lasciando più libertà a tiratori efficaci come Walker e Neal. I campioni in carica comunque sono più forti e partono favoriti anche stanotte, ma probabilmente assisteremo ad un’altra partita equilibrata, dove i campioni in carica saranno costretti a ricorrere alla classe dei loro pezzi da novanta per vincere e portarsi sul 2-0.
Come da pronostico, gara 1 è finita nelle mani degli Spurs, ma che fatica. Popovich, che stanotte riceverà l’ennesimo titolo di miglior allenatore dell’anno, sarà stato costretto a regalare uno dei suoi pregiati vini d’annata ai compagni di mille avventure, vale a dire Tony Parker e Tim Duncan. Nel quarto periodo, con gli avversari sul +10, i due veterani si sono resi protagonisti di una spettacolare rimonta che, a pochi minuti dalla fine, appariva impossibile. Ovviamente, non per gli Spurs, autori di un parziale 19-5 che gli ha consentito di riacciuffare per i capelli una partita che aveva ormai preso la direzione di Dallas. L’allenatore dei Mavericks, Rick Carlisle, a fine match non riusciva a capacitarsi del black out che aveva colpito i suoi e a tutte quelle palle perse. Perché i Mavs, fino a quel momento, avevano risposto colpo su colpo ad una San Antonio inizialmente un po’ arrugginita e si erano fatti valere a livello difensivo. Il tutto nonostante la serata negativa di Dirk Nowitzki: a fare le veci del tedesco c’era Devin Harris, inatteso top scorer con 19 punti. Sconfitta che a livello mentale può incidere negativamente sul cammino di Dallas in questa serie. In gara 2 gli Spurs non ripeteranno gli stessi errori e quasi certamente saranno più produttivi dall’arco (zero punti in gara 1 per gli specialisti Green e Belinelli).
C’è voluto un tempo supplementare per decidere gara 1 tra Houston e Portland. L’hanno spuntata i Blazers 122-120, nonostante nei minuti finali non potessero contare sulla loro stella, LaMarcus Aldridge, che fino a quel momento aveva fatto ammattire la difesa dei Rockets. Prima che il sesto fallo affrettasse il suo rientro negli spogliatoi, il prodotto di Texas ne aveva messi quarantasei. Non è stato da meno il suo compagno, Damien Lillard, altro grande protagonista fra gli uomini di Stotts che hanno cominciato alla grande questi playoff. Houston ha faticato a tenere il ritmo degli ospiti, più fluidi e pericolosi, ma tutto sommato non ha demeritato, a conferma dell’equilibrio prefetto che c’è e molto probabilmente continuerà ad esserci in questa serie. Se c’è qualcosa che McHale può rimproverare ai suoi è la scarsa precisione della coppia Howard-Harden nel primo tempo: troppi i tiri sbagliati dai due per una squadra che fa dell’attacco l’arma più letale. Stanotte dovranno essere loro a fare la differenza per i Rockets, costretti a vincere per restare a galla. Si preannuncia un’altra partita abbastanza nervosa, con tanti punti, dall’esito incerto e soprattutto dallo spettacolo assicurato.
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