Regular season - finalmente - alle spalle, da oggi si fa sul serio. Alle 18.30 (italiane) Toronto Raptors e Brooklyn Nets daranno il via alla postseason. A seguire, in serata, Los Angeles Clippers-Golden State Warriors. Nella notte altre due gare: Indiana Pacers-Atlanta Hawks e Oklahoma City Thunder-Memphis Grizzlies.
I quattro confronti stagionali, in perfetta parità (2-2), non ci danno molte indicazioni su quella che potrebbe rivelarsi una delle serie più equilibrate di questo primo turno. Toronto, dopo una straordinaria regular season che neanche il tifoso Raps più ottimista avrebbe predetto, ha il vantaggio del fattore campo e potrà sull’entusiasmo di una città che i playoff in questi anni li ha visto solo col binocolo. Il gruppo è giovane ed esplosivo (Lowry, Ross, Valanciunas), atleticamente secondo a pochi, ma a questi livelli l’esperienza accumulata è pari a zero. L’esatto contrario dei Nets – che in pratica hanno fatto di tutto per “scegliersi” l’avversario – i quali hanno in roster gente che i playoff li fa da un decennio e oltre: gli ex Celtics Pierce e Garnett sono l’esempio più lampante. Questo, insieme all’utilizzo del quintetto basso ormai ben collaudato da coach Kidd, potrebbe essere il motivo per cui Brooklyn, nonostante un record peggiore, sia leggermente favorita. La serie, comunque, partirà probabilmente in salita per i Nets: i Raptors metteranno subito la quarta (possibile un partitone da parte di Lowry, che la difesa bianconera soffrirà tantissimo) per ricambiare un palazzetto gremito che li accoglierà come eroi.
Non fosse stato per l’infortunio del centro dei Warriors, Andrew Bogut, ci saremmo trovati di fronte ad una serie spettacolare, che sicuramente ci avrebbe appassionati fino alla settima. L’infortunio dell’australiano, invece, ha cambiato le carte in tavola. Senza di lui e la sua difesa, i due lunghi dei Clippers, i miglioratissimi Griffin e Jordan, avranno campo libero, anche per via degli acciacchi di Davide Lee, l’altra torre di Golden State. Mai dire mai, però, quando c’è di mezzo Steph Curry, la variabile impazzita che non permette a Los Angeles di dormire sonni tranquilli. Il play dei Warriors è uno di quei giocatori che a suon di triple è capace di vincere le partite da solo: tra lui e Chris Paul si profila un duello epico. In gara 1 i Clippers, a causa delle falle venutesi a creare nella difesa avversaria, scateneranno tutto il loro arsenale offensivo (ricordiamo che hanno chiuso la stagione al primo posto con 107.9 punti a partita) e con ogni probabilità usciranno vincitori da questa prima battaglia.
Finalmente stanotte capiremo se il pessimo finale di stagione di Indiana era dovuto alla necessità di tirare il fiato in vista dei playoff o se si trattava di crisi vera. Noi crediamo più alla seconda, ma siamo consapevoli che in postseason cambiano parecchie cose, a cominciare dalla motivazioni. Certo è che i Pacers dell’ultimo mese, quelli delle nove partite perse su quattordici, andrebbero sotto con chiunque, anche contro questa Atlanta povera di lunghi. Non sarà così, ovvio. Atlanta, l’unica a qualificarsi agli spareggi con un record negativo, ha le carte in regola per mettere in difficoltà Indiana (gioco di squadra, precisione dall’arco), ma non per eliminarla. Con il solo Millsap a contrastare due carri armati come West e Hibbert, le chance degli Hawks di sorprendere la migliore squadra della Eastern Conference si riducono notevolmente. Diciamo che Indiana deve solo temere se stessa: il rischio che uno spogliatoio già messo a dura prova dalle recenti polemiche si spacchi e mandi all’aria tutto alla minima difficoltà è elevatissimo.
Sulla strada verso il titolo, i Grizzlies sono uno di quegli avversari che non ti vorresti mai trovare davanti. La penserà così anche Kevin Durant, prossimo Mvp della Nba, oggi più che mai desideroso di vendicare la sconfitta dello scorso anno. La storia recente parla chiaro: Memphis ha sempre messo in difficoltà Oklahoma City, a prescindere da come sia terminata la serie. Sarà così anche stavolta? La risposta è quanto mai affermativa. I Thunder restano comunque favoritissimi: oltre a Durant, possono contare su un Ibaka definitivamente esploso e su un roster che stavolta qualche alternativa dalla panchina ce l’ha eccome (Butler, Fisher, Jackson). Se Westbrook riuscirà a tenere a bada il suo latente egoismo, i giochi saranno fatti. Però sbarazzarsi dei Grizzlies, come dicevamo prima, non sarà una passeggiata. Dal rientro di Marc Gasol, Memphis è tornata d essere una delle migliori squadre della lega, soprattutto in difesa. Se funziona quella, contro gli “orsetti” sei spacciato: ogni volta che ha tenuto gli avversari sotto quota 90 punti Memphis ha perso una sola volta su 29 (proprio contro i Thunder).
Questo contenuto è stato modificato 19 Aprile 2014 14:10
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