C’è qualcosa che non quadra in casa Heat: i campioni in carica non hanno iniziato la stagione come ci si aspettava – il record è attualmente di quattro vittorie e tre sconfitte – e danno l’impressione di essere affetti dalla classica sindrome da pancia piena, dopo il secondo titolo di fila. Anche LeBron, infastidito da un problema alla schiena, non riesce ad esprimersi al meglio e a spronare i compagni di squadra. In attesa di ritrovare la forma migliore (i veri Heat li vedremo tra qualche mese), Miami non può però permettersi il lusso di rimanere troppo indietro, visto che i Pacers stanno volando nella Eastern Conference. In Florida lo sanno bene, e contro i Bucks non sono ammessi cali di tensione.
Due notti fa, se non fosse stato per un Durant stratosferico (33 punti e 13 rimbalzi per il giocatore dei Thunder), i Wizards avrebbero portato a casa una vittoria pesantissima per il morale e per la crescita della squadra. Il quintetto di Washington quest’anno sembra veramente ben assortito: Nenè e Gortat sono due garanzie sotto canestro, il sophomore Beal migliora partita dopo partita e il lungo infortunio ha restituito un Wall più altruista. Anche Dallas si sta confermando come una possibile mina vagante del torneo: il duo d’attacco Ellis-Nowitzki funziona e l’esperienza dei vari Marion, Carter e Dalembert non può che giovare ai Mavs. Quello di stanotte è uno scontro dall’esito incerto, ma i Wizards ammirati a Oklahoma City fanno ben sperare chi volesse puntare sul loro successo esterno, fissato peraltro ad una quota molto vantaggiosa.
Warriors e Pistons sono reduci rispettivamente da due e tre sconfitte consecutive. Golden State, dopo aver brillato nei primi cinque incontri, è stata battuta in trasferta da due dirette concorrenti a Ovest (gli Spurs e i Grizzlies), e stanotte ha l’opportunità di riscattarsi nella propria arena, dove non ha ancora mai perso in questa stagione. I problemi sembrano invece ben più gravi per Detroit, mai vincente lontano dal Michigan: come avevamo già spiegato, coach Cheeks ha a disposizione un roster tutt’altro che scarso, ma se alcuni giocatori come Smith e Jennings non capiscono che il loro talento va messo al servizio dei compagni, la squadra non andrà lontano.
Le due squadre si sono già affrontate nella notte di venerdì scorso, coi Lakers che hanno dovuto assistere impotenti a una super prestazione –la migliore da quando gioca nella Nba – di Anthony Davis: la prima scelta al Draft 2012 ha letteralmente strapazzato Gasol e Kaman firmando 32 punti e 13 rimbalzi. Difficile pensare che l’ala grande dei Pelicans possa fare il bis a Los Angeles, ma la verità è che New Orleans, per il momento, ha sicuramente qualcosa in più di questi Lakers, condannati all’anonimato almeno fino a quando non rientrerà Kobe Bryant dall’infortunio, e che stanotte dovranno fare a meno anche di Steve Nash, uscito per problemi muscolari durante l’ultima sfida coi Timberwolves.